Si fa presto a dire progressista. Stai nel vago, confini incerti, piuttosto elastici…
Puoi dire persino che stai “dalla parte degli ultimi e dei primi”. Così hai un range più vasto.
Se poi fai un giornale è normale che devi ascoltare anche chi non ti piace, persino qualcuno di destra, a volte.
Se poi devi occuparti della crisi della giunta laziale, tra Polverini e Fiorito, come fai a esimerti?
E quindi giù con interviste a fascisti “di una volta”, “tutti d’un pezzo” come Teodoro Buontempo… (oddio, tutto d’un pezzo magari no; ma l’hanno emarginato da tempo, togliendogli il posto a tavola).
E poi subito dopo tutta una paginata dedicata a Pierangelo Buttafuoco, fascista intellettuale, scusate l’ossimoro…
Magari, visto che c’erano, ci poteva stare anche un’intervista a Stefano Delle Chiaie…
Ah, dimenticavo… Telese si è già speso su quel fronte con una brillante (!) postfazione al libro “der caccola”.
Pubblico, l’ex finta sinistra che finisce filo-fascista…
Roba di un secolo fa, anno più anno meno.
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