E’ il trionfo del guitto fanfarone:
votata la riforma del Senato!
Quella chiesta da tutta la Nazione,
dalle città al borgo più isolato,
dalle spiagge assolate ai tanti laghi,
dalle montagne impervie alle colline.
Quella voluta dalla Ue dei draghi
nonché dalla culona oltre confine
che ci daran la flessibilità
con la quale ritorneremo ricchi,
imponendo alla crisi l’altolà.
Sicuri che un doman sarem sceicchi
grazie a un premiér ad alto potenziale.
C’è il Pil che invece di salire scende?
Ci son le esportazioni che van male?
La recessione proprio non si arrende?
Nessun timore, Renzi lo sapeva
anche se disse: “Il Pil con gli euro ottanta
dell’un per cento almeno si solleva”.
Ma il voto sol si alzò, fino al quaranta…
“L’incertezza che c’è sulle riforme
è un freno che scoraggia i capitali
ed in Italia c’è un ritardo enorme
per le riforme che sono essenziali:
il fisco, la Giustizia ed il lavoro”,
proclama Mario Draghi da Berlino
con argomentazion che ammazza un toro
ma fa il solletico al fiorentino.
“Una riforma al mese!” si è impegnato,
ma in cinque mesi non ha fatto niente
se non l’inciucio col pregiudicato
diventato Padrin Prostituente.
I trenta giorni per una riforma
per farle tutte son saliti a mille,
con il trucco che i numeri trasforma
per ingannare un popolo imbecille.
Della prima riforma siamo a un quarto,
come decreta la Costituzione
e alquanto travagliato è stato il parto.
Eppure è al massimo l’esaltazione.
Schifani e Finocchiaro, lingua in bocca,
pomician vispi come due ragazzi,
Verdini abbraccia di Matteo la cocca
per la qual sta sbavando pure Razzi
che si avvicina a Boschi a braccia aperte.
Sul tabellon ci sono i risultati
con la più ignobile delle scoperte:
i voti del caimano li han salvati!
Ora è ufficial: non c’è un governo Renzi,
ma c’è un governo Renzi-Berlusconi,
niente di niente che li differenzi.
Che ha detto infatti il re dei fanfaroni
sulla storia del Pil che va a puttane?
“Dovete allegri correre in vacanza!”,
l‘esatto bis di tutte le panzane
che Silvio raccontò, mentendo a oltranza,
su ristoranti pieni mane e sera,
milion di cellular, voli esauriti,
mentre si scatenava la bufera
che avrebbe gli italiani impoveriti.
E’ come la Concordia ormai l’Italia:
il capitano, un guitto fiorentino,
con l’amante Verdini che lo ammalia
a Berlusconi vuole far l’inchino,
ma si trova uno scoglio sulla via,
mentre folleggia con il suo amorazzo.
Muor nel naufragio la democrazia.
“Lasci la nave in tutta fretta, cazzo!”
dal suo blog http://www.carlocornaglia.it/
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