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Durigon si dimette. non parteciperà alla fiera del peperoncino

Quando l’aspirante sindaco milanese di destra disse che non distingue tra fascisti e antifascisti ho scritto che soggetti del genere dovevano stare lontani dalla politica.

Puoi fare il cuoco o il cardiochirurgo, lo spazzino o l’idraulico, il cosmonauta o il giardiniere, ma non devi “prendere in mano nemmeno un documento in un ufficio pubblico qualunque. Un soggetto del genere è un individuo pericoloso per la comunità”.

E non perché sia contro il mio pensiero, ma contro il mio paese.

Sull’esaltazione neofascista di Durigon c’è ancor meno da dire.

Fanno ridere questi soggetti quando dicono che il fascismo è roba dell’altro secolo.

Fanno ridere perché girano tutti col pupazzetto di Albertino da Giussano sulla giacchetta che è una leggenda di un millennio fa.

Fanno ridere perché, appena possono, sono proprio loro i primi a rispolverare i macabri fasti della dittatura fascista.

Dispiace un po’ che rinunci alla Fiera del Peperoncino che si terrà a Rieti nei prossimi giorni.

È una manifestazione che non conosco, ma da quel che sembra poteva partecipare un fascista come uno stalinista. Nessuno gli vieta di parlare di spaghetti aglio e olio, harissa e ‘nduja.

Ma forse è stato consigliato da Salvini che di queste cose se ne intende.

Potrebbe rifarsi con la Sagra degli spaghetti all’Amatriciana!

* da Facebook

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