Alle 18,35 del 22 novembre, poche ore dopo la conferenza stampa del/la Presidente del consiglio, l’agenzia Ansa batte questa notizia:
“L’innalzamento del tetto del contante a 5 mila euro ‘è un fatto che consideriamo, ma che per ora non desta preoccupazioni particolari, vedremo come verrà realizzato […] Ormai abbiamo meccanismi operativi collaudati nel contrasto all’evasione fiscale e al riciclaggio’.
Di chi sono queste rassicuranti dichiarazioni, a caldo, sulla manovra finanziaria? Niente meno che del comandante generale della Guardia di Finanza. C’è di che stupirsi.
“Nel nostro paese l’ammontare dell’evasione fiscale, secondo recenti stime, è pari a circa 80 miliardi di euro all’anno, parte di questa cifra sarebbe riconducibile all’evasione di imposte dirette e parte al lavoro nero e all’economia sommersa”, scriveva borsaitaliana.it.
Il riferimento al lavoro nero e al sommerso, – acqua fangosa in cui sguazzano caporalato e sfruttamento senza regole -, è obbligatorio, perché rimanda a profitti ricchi sulla pelle di lavoratori poveri. E c’è da aggiungere che il riciclaggio, oltre che nel commercio, si esercita con le false cooperative.
Premesso che le limitazioni al contante dei propri guadagni e risparmi è stata sempre una misura estrema e per certi versi odiosa, giustificata dall’emergenza dell’evasione, che punisce chi le tasse le paga e magari non si è mai servito di condoni o stralci, di quelle emergenze che poi diventano la normalità, il punto è che nelle parole del comandante della GdF sembra venir meno il principio della prevenzione dei reati finanziari.
Suona come “tanto prima o poi li prendiamo”, che non pare una efficace strategia, visti l’ammontare annuo delle somme dell’evasione che documenta Borsa italiana.
Poiché la Guardia di Finanza dipende dal MEF, c’è da chiedersi se questa è la linea di condotta che il ministro Giorgetti intende perseguire.
C’è, poi, anche da chiedersi: come mai questo desiderio impellente di commentare positivamente la legge finanziaria? Perché questo tempestivo endorsement al governo da parte di un alto ufficiale?
Poiché endorsement, secondo il vocabolario della politica, vuol dire “dichiarazione o azione in sostegno di un candidato politico, di un’iniziativa, di un partito” (Oxford Languages), forse ci voleva un poco di cautela.
Magari quella stessa cui sono obbligati i finanzieri, che ancora non possono esprimere compiutamente le loro opinioni politiche né esercitare pienamente il diritto a organizzarsi in sindacato, visti i lacci e i laccioli che la recente legge sulla rappresentanza sindacale delle forze di polizia a carattere militare ha imposto loro, proprio grazie alle forti pressioni degli alti comandi.
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