Titola il Corriere della Sera “la parola genocidio divide l’opposizione”, per nascondere la realtà di una piazza che è -soprattutto moralmente – più grande e più avanti dei tristi cadaveri parlanti dal palco.
Tutti assistiamo in diretta a un orrore che ci porteremo dietro per decenni, ma il problema è non pronunciare la parola che lo descrive.
Se non la chiami per nome, non è quella roba lì, diventa più “digeribile”, impalpabile, uno spiacevole accidente che non cambia il nostro modo di vivere e sentire.
Ma è proprio quando chiami le cose con un altro nome che sei tu già cambiato, diventando parte di quell’orrore che non vuoi nominare. Indifferente al dolore e alla morte. Una pietra, neanche una bestia…
Quanto alla cosiddetta “opposizione” parlamentare italiana, non è neanche pietra ma sabbia senza forma. Assume quella del contenitore, quando ne trova uno…
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Mauro
A Gaza arriveranno al cannibalismo..eh ma il 7ottobre,eh ma Hamas…. maledetti…
Anna
Come sempre feroce e bravissima Ipazia
Pasquale
GENOCIDIO. E se definirlo così si viene malmenati con l’arnese improprio dell’antisemitismo da un governo criminale che ha sposato il nazisionismo,chi se ne fotte. Stanno uccidendo la gente di fame,soprattutto i bambini, che andrebbero protetti e garantiti dalla potenza occupante. Questo è terrorismo,è un orrore senza fine. I veri antisemiti sono loro che dal ’48 stanno attuando una pulizia etnica nei confronti dei nativi, per insediare la mafia dei coloni.