CONTRO LO SFRUTTAMENTO E L’IMPOVERIMENTO PER UN PORTOGALLO SVILUPPATO E SOVRANO
In seguito all’accordo sottoscritto con la Troika FMI/EU/BCE, il Portogallo deve confrontarsi con un nuovo programma di austerità aggravata, senza precedenti dall’instaurazione della democrazia.
E’ la recessione economica, lo sfruttamento dei lavoratori e l’impoverimento del paese.
La situazione ha i suoi responsabili: il memorandum delle Troike nazionali e straniere e la politica del governo del PSD/CDS .
La campagna che proclama la sua inevitabilità è falsa e ignobile. Inevitabile è la resistenza e la lotta persistente dei lavoratori e del popolo portoghese contro queste politiche.
Si tratta ora in sintesi di:
Aumento illegale della durata del lavoro di 2 ore 30 minuti (da 40 a 42 ore 30 minuti a settimana), il che implica la riduzione dei salari del 7%, in media, e l’aumento della disoccupazione;
Furto della tredicesima per tutti i lavoratori nel 2011 e delle tredicesime e delle indennità di ferie dei lavoratori nella Pubblica Amministrazione e del settore imprenditoriale dello Stato – come anche per i pensionati in generale – per i prossimi due anni 2012 e 2013;
Altri tagli di salari e pensioni;
Forte aumento delle tasse sui consumi e redditi da lavoro;
Riduzione delle indennità di disoccupazione;
Eliminazione dell’indennità familiari e dell’integrazione del reddito sociale a migliaia di famiglie;
Riduzione dei giorni festivi;
Più privatizzazione (compresa l’acqua);
Chiusura di molti servizi pubblici e tagli alla sanità e all’istruzione.
Come parte del programma, il governo e le associazioni dei datori di lavoro hanno intenzione di mutilare i diritti dei lavoratori, compreso il divieto di licenziamento senza giusta causa, il diritto costituzionale alla contrattazione collettiva, le compensazioni per motivi di licenziamento, la protezione sociale della disoccupazione e la regolamentazione dell’orario di lavoro.
Siamo di fronte a un vero programma di aggressione ai lavoratori, al popolo e al paese. Le misure presentate sono una calamità. Se si concretizzeranno, faranno precipitare il Paese in una recessione (che il governo ammette già l’ordine del 3% nel 2012), che esacerberà piuttosto che ridurre, il peso del debito.
Se la recessione si approfondirà, si creerà un ciclo distruttivo delle politiche di austerità, più recessione e debito crescente, la copia di ciò che sta accadendo, soprattutto in Grecia, con risultati disastrosi per i lavoratori, il popolo e il paese, che ora sono sotto gli occhi di tutti.
Il nuovo pacchetto di misure di austerità impone la recessione economica e regressione sociale, l’impoverimento generalizzato della popolazione, l’aumento della disoccupazione. Per l’ampiezza e la gravità del suo contenuto – che sfida i principi di base della struttura sociale e dei diritti e garanzie fondamentali sanciti dalla Costituzione della Repubblica del Portogallo – il nuovo programma del governo rappresenta un enorme passo in dietro di civiltà e un brutale attacco alla democrazia.
La rottura del potere d’acquisto ha effetti devastanti sul mercato nazionale, portando a cessazioni di attività e alla conseguente perdita di posti di lavoro. La generalità della popolazione, dei lavoratori e delle lavoratrici, dei giovani, dei disoccupati, dei pensionati pagano il conto di una crisi che non hanno causato. Nel frattempo, i più grandi gruppi economici e finanziari continuano ad accumulare migliaia di milioni di utili e, proprio per il primo semestre del 2011, sono usciti dal paese più di 10.370 milioni di euro, il valore più alto di sempre.
Queste sono le politiche seguite dai governi successivi che hanno portato alla perdita di competitività dell’economia portoghese; alla liquidazione di una parte del nostro tessuto produttivo; ai contratti disastrosi per lo Stato nel quadro della partnership pubblico/privato; al buco nel BPN – Banca Portoghese di Affari, che può consumare 3.000 milioni di euro; alla non canalizzazione dei crediti al settore produttivo; all’inefficienza e scarsa produttività di molte aziende; alla corruzione; alla frode e all’evasione fiscale e l’economia sommersa.
Questa è una politica della terra bruciata! Se non la si ferma, la realizzazione di più privatizzazioni, compresa la cattura, la lavorazione e distribuzione di acqua e rifiuti, di riduzione dei servizi nelle aziende di trasporto e tagli allo Stato sociale, specialmente alla sicurezza sociale, sanità e istruzione, con l’aggravarsi dell’inflazione porterà ad effetti devastanti nello sviluppo del paese e nella qualità dei servizi pubblici, e causerà un aumento della precarietà, della disoccupazione, della povertà e del l’esclusione sociale.
Il Portogallo ha bisogno di una nuova politica che esiga la rinegoziazione del debito – i ritardi, gli interessi e valori da pagare – e che promuova la crescita e l’occupazione con i diritti, che si concentri sul rilancio del settore produttivo, che garantisca l’aumento dei salari delle pensioni, che assicuri la difesa e il rafforzamento delle funzioni sociali dello Stato e servizi pubblici, che valorizzi il lavoro e ridia dignità ai lavoratori.
In questo senso, il Consiglio nazionale della CGTP-IN, riuniti il 18 e 19 ottobre 2011, ha deciso di:
riconoscere le lotte dei lavoratori e delle lavoratrici in tutti i settori e tutti coloro che hanno partecipato alle manifestazioni di massa convocate dal CGTP-IN il 1° ottobre scorso a Lisbona e Porto, chiedendo di perseguire l’azione, a partire dai luoghi di lavoro, richiedendo una risposta positiva alle loro proposte e rivendicazioni;
intensificare il chiarimento e la mobilitazione dei lavoratori per le lotte che sono in corso e, sin da ora, per la preparazione di sensibilizzazione, mobilizzazione e presenza nelle strade, che si svolgeranno tra il 20 e 27 Ottobre;
chiamare tutte le organizzazioni sindacali, nonché i lavoratori dei settori pubblici e privati, per la convergenza necessaria per rafforzare l’unità d’azione a partire dai luoghi di lavoro, nella lotta contro questo programma di aggressione, per delle migliori condizioni di vita e di lavoro, per un Portogallo con un futuro;
convocare lo sciopero generale per il 24 novembre 2011, contro lo sfruttamento e l’impoverimento, per un Portogallo sviluppato e sovrano, per l’occupazione, i salari, i diritti e i servizi pubblici;
promuovere, attraverso le Organizzazioni Sindacali di Distretto il giorno dello sciopero generale, azioni pubbliche nei vari quartieri, per dare un’ espressione pubblica all’indignazione generale contro la politica di destra e le posizioni retrograde dei padroni e richiedere un cambiamento di politica che rispetti e valorizzi i lavoratori e assicuri lo sviluppo economico e sociale del paese.
(Traduzione a cura della Commissione Internazionale della Rete dei Comunisti)
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