Stanchi di essere trattati come bestie da soma senza alcun diritto e dignità, i lavoratori delle cooperative in appalto al polo logistico Esselunga di Pioltello, organizzati nel sindacato di base SI Cobas, sono scesi in sciopero nell’ottobre dello scorso anno e per questo sono stati brutalmente licenziati.
Dal primo di novembre del 2011 hanno dato vita ad un coraggioso presidio permanente che è diventato luogo di incontro per molti lavoratori della fabbriche dell’hinterland milanese e hanno incominciato la resistenza e la lotta contro l’arroganza e la prevaricazione del “sistema Esselunga” che, dietro un’apparenza rassicurante di collaborazione idilliaca all’interno dei magazzini e dei punti vendita, nasconde in realtà un clima terroristico di caporalato e rapporti autoritari, buste paghe non corrette e una continua pesante intimidazione contro i lavoratori che non si dimostrano collaborativi all’arbitrarietà delle scelte aziendali.
La determinazione dei lavoratori in lotta non è stata ancora piegata da licenziamenti, tentativi d’isolamento, silenzio dei media pagati da padron Caprotti, attacchi di crumiri organizzati da cooperative accusate nel passato di “contiguità” con ambienti camorristici, cariche delle forze dell’ordine ai picchetti, denunce e una continuità di provocazioni da parte dell’azienda con manifesti e striscioni strappati, bandiere rubate (sotto gli occhi di polizia e carabinieri che si sono guardati bene di intervenire) e, qualche giorno fa, una raccolta firme tra i lavoratori per chiedere al Prefetto (pena il licenziamento) lo sgombero coatto del presidio con l’appoggio esplicito del sindaco di Pioltello.
I lavoratori stanno imparando che l’unica vera legalità è quella della lotta, dell’unità e della solidarietà e nella capacità di costruire reti di solidarietà.
Ma la vicenda Esselunga non riguarda solo i 25 operai licenziati per rappresaglia anti-sindacale., in essa è contenuta tutta la violenza economica, politica e finanche militare, espressa da un sistema di sfruttamento che da una parte, con la scusa della crisi, chiude le fabbriche ed espelle migliaia di lavoratori, dall’altra spreme come limoni e riduce in condizioni di semi-schiavitù quella forza lavoro, per lo più immigrata, impiegata nei settori, come la logistica, che ancora “tirano”. I lavoratori del magazzino di Pioltello hanno bisogno di avere la solidarietà attiva degli altri lavoratori soprattutto quella di chi lavora nei negozi Esselunga che subiscono condizioni di sfruttamento senza un’adeguata difesa sindacale (Grazie a CGIL,CISL e UIL).
Le condizioni di supersfruttamento senza nessuna tutela sindacale è la condizione a cui tende il capitalismo di fronte all’attuale crisi (che non può che accentuarsi).
Questo è il senso concreto della precarietà che investe milioni e milioni di lavoratori e disoccupati in tutto il mondo e che riduce alla fame e alla morte intere popolazioni del mondo dominate dai paesi imperialisti, su cui tante parole inutili sono state scritte e tante lacrime di coccodrillo sono state versate.
Questo è il programma, finalmente chiaro, del governo Monti e di tutto il panorama politico-parlamentare italiano, tranne la Lega Nord e certa parte della destra che in un ritorno al passato o addirittura con l’apologia al ventennio fascista invocano il protezionismo nazionale, gabbie salariali e praticano il corporativismo.
Noi riteniamo che un’alternativa radicale sia necessaria e che ne esista la potenzialità concreta proprio all’interno delle lotte che si stanno sviluppando contro i piani di sfruttamento e imparando a difendersi dalla repressione che li accompagna.
Martedì 14 febbraio ci saranno le prime udienze del processo contro l’odiosa arbitrarietà dei licenziamenti politici: partecipiamo in massa!
Non ci siamo mai illusi sul ruolo della magistratura specie se posta di fronte ad un colosso come Esselunga. Abbiamo piuttosto pensato, fin dall’inizio che una vittoria sul terreno legale possa servire a rafforzare la battaglia fondamentale che si svolge davanti ai cancelli e, più in generale, sul terreno del conflitto sociale contro l’intero sistema delle cooperative.
Per questo invitiamo tutti e tutte a sentirsi parte di questa lotta e praticare la solidarietà partecipando al presidio che si terrà MARTEDI 14 FEBBRAIO dalle ore 9.30 in via Pace n. 10.
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