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Ah, perché voi credevate che la Grecia…

Raccolgo lo stimolo di ecodellarete e vi propongo i dati sul rapporto fra occupati pubblici e popolazione attiva totale. Non sono dati esoterici: non c’è nulla di più disponibile al pubblico e noto agli economisti (quindi chi non li conosce non è un economista). La popolazione attiva viene dal sito dell’OCSE, sezione Labour – Labour force statistics – Annual labour force statistics. I dati sugli occupati pubblici non vengono dal sito dell’OCSE, che ritiene di non dover fornire questo trascurabile dettaglio. Del resto, si sa, lo Stato è una cosa brutta, una cosa di cui vergognarsi, per cui capisco che al Bois de Boulogne (sede dell’OCSE a Parigi), confinando col XVI (il quartiere dei ricchi), siano restii dal menzionare questa turpe parola. Però c’è il sito dell’ILO, dove cercando nelle Statistics by topic(in alto a sinistra) vi viene fornito accesso anche allo spettacolo esecrando di questa torma di cavallette, di parassiti, di nemici del genere umano che sono (che siamo) i dipendenti pubblici.

I grafici riportano i dati medi sul campione 2000-2009, il periodo di gestazione della crisi, e si commentano da sé.

Il primo grafico rappresenta l’incidenza sulla popolazione attiva dei dipendenti pubblici in senso stretto (general government employment):

mentre il secondo considera quello che una volta si chiamava (e forse ancora si chiama) il settore pubblico allargato (public sector), cioè comprende anche i dipendenti delle imprese di proprietà pubblica (il dato manca per Austria e Portogallo):

grafico 2

Ah, perché voi credevate che in Grecia il problema fosse la spesa pubblica assistenziale fatta per mantenere una torma di dipendenti pubblici fannulloni, che in più quando escono dall’ufficio trovano il sole e a casa hanno tutti (tutti?) la piscina? (mentre noi tedeschi produttivi troviamo solo nebbia e ghiaccio).

Ah, voi credevate… Be’, certo, ve l’avrà detto l’uccellino, il solito uccellino liberista, magari ve l’avrà detto il presidente della società Adam Smith. Chi è? Non lo so. Anzi, credo che non lo sappia nessuno.

Ma le cose stanno in un modo un po’ diverso. Se consideriamo il settore pubblico in senso stretto (amministrazioni centrali, amministrazioni locali e enti previdenziali) la Grecia ha di gran lunga l’incidenza più bassa. E se invece consideriamo il settore pubblico allargato, il quadro cambia, ma la situazione greca, sulla media del decennio, rimane sempre migliore di quella di Belgio, Finlandia, Francia e Olanda. Che sono tutti fra i primi della classe.

E qual è la differenza più grande fra i due grafici? Bravi, esatto, la posizione della Grecia. Vedete? Quando consideriamo anche le imprese pubbliche, il dato cresce molto in Grecia e poco altrove. Diciamo che in termini di occupazione le imprese di proprietà pubblica contano per un 12% della popolazione attiva in Grecia, contro una media del 4% negli altri paesi. Ma… se ci sono tante imprese pubbliche… daje a privatizza’, no? Chiaro il concetto? Dice: ma perché stanno spaccando le ossa alla Grecia? Ma è chiaro! Perché gli stati periferici sono come i granchi: per arrivare alla polpa devi rompere il guscio.

E guardate un po’ dov’è più alto il rapporto? Sorpresa sorpresina… Ma è chiaro: il modello scandinavo prevede uno stato sociale forte, diciamo pure pletorico, quindi qualcuno ci dovrà lavorare. Guardando il grafico credo capiate perché questi nostri fratelli nell’euro stanno diventando così critici verso la moneta unica, e perché dall’alto del suo 24% di dipendenti pubblici questo popolo che tanto ha dato alla cultura europea, questo esportatore netto di zanzare, telefonini e forza lavoro specializzata (vedi sotto), voleva imporre alla Grecia il pignoramento del Partenone (suscitando lo sdegno del prof. Santarelli).

E credo infine capiate perché la protagonista femminile delle Memorie del sottosuolo è finlandese (sono lontano dai miei libri, non posso verificare, ma mi pare fosse proprio così). Una brava ragazza, ricorderete, che stava solo facendo il suo lavoro. Quello di finlandese.

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