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Europa. Speranza rossa, autoritarismo blu e nazionalismo bruno

In questa vigilia di 1° maggio, le borse europee rallentano, l’attività è in declino. A L’Aia e a Praga, i governi cadono. La crisi si approfondisce.

Il portavoce della Commissione europea avverte: “I leader europei non devono lasciarsi sedurre dalla retorica populista, anche se la crisi economica e sociale crea un terreno fertile per la nascita di discorsi più radicali”. (1)

Di cosa sta parlando? In Francia, con Marine Le Pen, l’estrema destra ottiene il 18% dei voti con discorsi razzisti, pregni anche di nazionalismo e antieuropeismo. Mentre la sinistra guidata da Jean-Luc Mélenchon punta all’11% con un programma di resistenza alla politica di austerità dell’Unione europea e dei mercati finanziari responsabili della crisi. Nei Paesi Bassi, l’estrema destra di Geert Wilders ha fatto cadere il governo perché “non intende pagare per Bruxelles” e il PS, partito a sinistra della socialdemocrazia e antieuropeista, avanzata come secondo maggiore partito nei sondaggi. In Grecia, i partiti tradizionali sono in calo, mentre i comunisti stanno progredendo.

Ovunque, strati sempre crescenti della popolazione si allontanano dai partiti tradizionali al potere. È la sfiducia verso un’Unione europea della concorrenza e della disuguaglianza che non fornisce soluzioni alla crisi; che fa pagare ai più piccoli con sempre maggior autoritarismo. Come con il Patto fiscale.

Ma alcuni segmenti della elite finanziaria potrebbero essere tentati, prima o poi da una seconda opzione: il nazionalismo come “uscita dalla crisi”.

Lo si vede con l’ascesa del nazionalismo nei paesi e nelle regioni ricche: nei Paesi Bassi, in Finlandia, Austria, Germania e nelle Fiandre. Ma anche in Francia con la crescita del FN [Fronte Nazionele, partito di Marine Le Pen, ndt], che propone un protezionismo sotto la dominazione della borghesia francese. (2)

La crisi più grave del capitalismo dal 1930, spiega questi sviluppi. Questa è una lezione di storia: la crisi porta a grandi sconvolgimenti e a una polarizzazione politica. Anche se i socialdemocratici domani tornassero al potere in Francia e nei Paesi Bassi, non potrebbero affrontare queste sfide. I socialdemocratici propongono pacchetti di stimoli alla maniera di Obama, da affiancare al “rigore necessario”. Con questa tabella di marcia, si piegheranno appena i “mercati” alzeranno la voce.

La storia ci dice anche che l’emergere di una resistenza organizzata di una sinistra coerente è possibile in tempi di crisi. Che assume oggi forme diverse in paesi diversi.

Se c’è preoccupazione, vi sono anche motivi di speranza. Per vedere ingrandire le forze in grado di imporre una tutt’altra Europa, di solidarietà e cooperazione. La battaglia sarà dura, lunga la strada da fare, ma la speranza rossa esiste. Buona festa dei Lavoratori!

 

1. Dichiarazione alla Commissione europea, Bruxelles, 23 Apr 2012

2. Cfr. parti II e IV del libro Comment osent-ils?, Peter Mertens, edizioni Aden.

 

* da Partito del Lavoro del Belgio – www.ptb.be/nieuws/artikel/espoir-rouge-autoritarisme-bleu-et-nationalisme-brun.html. Traduzione dal francese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

 

 

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