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Rifiuti Lazio. Le palle di Clini

Dall’articolo di Repubblica di ieri, scopriamo che 1) ha intenzione di risolvere il problema dei rifiuti di Roma usando il pugno di ferro contro le amministrazioni inadempienti anche attraverso i nuovi poteri del supercommissario Sottile. Molto bene, in effetti le nostre amministrazioni sono inadempienti da più di 30 anni. 2) Con il decreto, il ministro vuole che i rifiuti vengano trattati per bloccare la procedura d’infrazione europea e le relative sanzioni. Molto bene, anche perché saremmo noi cittadini a pagarle. 3) Vuole far partire la differenziata, che le amministrazioni hanno sempre fatto fallire. Benissimo.

L’unico problema è se tutto ciò può partire nei 15/30 giorni indicati da Clini o se sono le solite favole. E cosa c’è dietro la strategia del ministro.

Clini è un fautore dell’incenerimento. Per questo vuole la differenziata. Secondo lui, noi cittadini dovremmo differenziare i rifiuti per poi bruciare plastica e carta, invece di riciclarle. Bruciarle significa avvelenare l’aria, significa tumori. La stessa Europa considera questa metodologia pericolosa e sorpassata. Se Clini ha intenzione di incenerirci, di far partire la costruzione del megainceneritore di Albano o di far ripartire il gassificatore di Malagrotta, troverà le barricate.

Ma se gli inceneritori incontrano troppa resistenza, la politica ha già trovato un Piano B. B come Biogas. Forse il ministro sa che sono in via di autorizzazione 165 centrali elettriche a combustione di biogas/biomassa nella sola provincia di Roma. Questi impianti possono utilizzare derrate agricole (mais, grano etc) e compromettere così la nostra agricoltura, togliendole la terra e avvelenandola, oppure possono utilizzare i rifiuti organici di Roma, ancora una volta mettendo a rischio la salute dei cittadini per le loro emissioni.

E poi, vogliamo continuare a inquinare Malagrotta e la Valle Galeria? Vogliamo contaminare nuove aree? Per realizzare la differenziata e l’impiantistica, quanti fondi il ministro ha a disposizione? Perché non parla dell’obiettivo minimo del 65% di differenziata, che doveva essere raggiunto per legge entro il Dicembre 2012? E cosa significa “differenziata”, per caso il fallimentare sistema duale adottato da Alemanno?

Basta con i veleni e le ambiguità. La soluzione al problema dei rifiuti è semplice, e non servono discariche, inceneritori, impianti a biomasse, e neanche emergenze e supercommissari. Riduzione all’origine, raccolta differenziata porta a porta, riuso, riciclo; per la frazione organica, centri di compostaggio aerobico per produrre compost di qualità.

Se il ministro ha le palle, le usi per fare la cosa giusta. Altrimenti sono le solite palle.

E le nostre, ormai, sono piene.

Forum Rifiuti Zero Lazio

forum.rifiuti.lazio@gmail.com

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