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No a bretella e corridoio nell’area pontina

Cosa sono l’autostrada A12-Roma (Tor de’ Cenci)-Latina e la bretella Cisterna-Valmontone?
Il progetto di un’autostrada a pedaggio nel basso Lazio cominciò a girare nel lontano 1990 per poi essere ripreso dalla giunta Storace, seguita da quella Marrazzo e Polverini. Nel corso del tempo il progetto ha subito varie modifiche per arrivare a quello definitivo approvato dal CIPE il 2 agosto 2013.
Esso consiste in un’autostrada a 3 corsie (larghezza totale oltre 40 metri):
− una sovrapposizione per il 60% su parte della Via Pontina da Tor de’ Cenci (Roma) a Borgo Piave (LT);
− un tratto, tutto in viadotto, da Tor de’ Cenci all’A12 (autostrada Roma-Civitavecchia);
− una bretella da Cisterna-Valmontone (collegamento con l’A1).
Questa grande opera sarebbe in parte sopraelevata, attraverserebbe le aree rurali dell’agro romano e pontino. Della Via Pontina resterebbe solo il tratto che diventerebbe urbano da Pomezia ad Aprilia. Costo stimato dell’autostrada 3,2 miliardi di euro, dei quali il 40% di soldi pubblici. Secondo i promotori dell’opera, essa dovrebbe snellire il traffico, promuoverebbe lo sviluppo del territorio attraversato, creerebbe migliaia di posti di lavoro.

La bretella A12-Tor de’ Cenci sarebbe a due corsie per senso di marcia tutta in sopraelevata, con piloni alti fino a 25 metri e un ponte sul Tevere di 1,5 km. Partendo dall’innesto con la A12 andrebbe in complanare alla Roma-Fiumicino e poi attraverserebbe il Tevere. A questo punto si insinuerebbe tra i quartieri di Vitinia e Torrino-Mezzocammino. Un primo svincolo lo si avrebbe con innesto sulla Cristoforo Colombo (il disegno è molto complesso vista
l’elevata densità abitativa della zona), poi continuerebbe sempre in viadotto attraversando il parco Decima-Malafede e si congiungerebbe con l’autostrada Roma-Latina all’altezza di Tor de’ Cenci, con un altro svincolo.

10 motivi buoni motivi per dire NO al progetto dell’autostrada Roma-Latina e alle bretelle A12 – Tor de’ Cenci e Cisterna-Valmontone

1) devastazione il territorio: questa colata di asfalto e cemento, attraverserà aree destinate ad agricoltura biologica, il parco Decima-Malafede, provocherà la demolizione di case e la chiusura di aziende, sfiorerà abitazioni con viadotti e un ponte lungo ben 1,5 km e alto fino a 25 metri sul fiume Tevere intaccherà anche la sua area golenale. Devasterà importanti siti archeologici e distruggerà il bosco di Castel di Decima, tutelato dalla Comunità Europea in quanto Sito d’Interesse Comunitario (SIC), metterà a rischio le falde acquifere del sottosuolo con i suo piloni infilati nel terreno fino a 30 metri.
Sconvolgerà il paesaggio, produrrà un inquinamento acustico e atmosferico infernale e deprezzerà le case.
2) costerà miliardi d’euro: il costo stimato è superiore ai 3 miliardi d’euro. Si parla da mesi di risparmiare un miliardo tra IMU e IVA, quando in realtà se ne sprecano molti di più in opere inutili.
3) Non ridurrà il problema del traffico: le code interminabili che ogni giorno si creano in ingresso a Roma nei pressi di Spinaceto – Tor de’ Cenci rimarranno, anzi aumenteranno perché da sempre asfalto chiama traffico. Inoltre la vera causa delle code risiede nelle rampe inadeguate di accesso al GRA e all’incrocio degli Oceani, in corrispondenza del quale tutto il traffico diretto a Roma deve inserirsi, tramite un semaforo, nella circolazione urbana a 50 km/h. Su questo, l’allargamento della sede stradale della Pontina non produrrà alcun effetto.
4) Sarà a pagamento: parte dell’ attuale pontina sarà sostituita al 60% dalla nuova autostrada a pedaggio, sottraendo ai cittadini e ai pendolari il diritto alla mobilità su strada pubblica e alleggerendo i loro portafogli, per di più in piena crisi economica. Non è prevista alcuna alternativa, se non le attuali altre strade già intasate come la Via Laurentina, allungando di parecchi Km. Una stima su pedaggio? Da oltre 350€/anno per la tratta Pomezia-Roma, ad oltre 1500€/anno per quella Latina-Roma!
5) Arricchirà solo i grandi costruttori: per loro natura queste grandi opere sono appannaggio solo delle grandi imprese come Impregilo/Salini (sempre i soliti nomi, spesso già coinvolti in opere speculative e eco-mostri), che al massimo elargiranno briciole alle imprese più piccole tramite sub appalti a ribasso.
6) È un opera antistorica: il trasporto su gomma e le autostrade che negli anni ’50 e ’60 hanno svolto un ruolo decisivo per lo sviluppo del paese oggi rappresentano un modo di movimentazione di merci e persone arretrato, inquinante, costoso e troppo dipendente dal petrolio. Il futuro consiste nella riduzione dei flussi di automobili e tir e contemporaneamente all’aumento del trasporto pubblico, su ferrovia e via mare.
7) È solo l’inizio di una serie di altre grandi opere inutili e dannose: le bretelle e l’autostrada sono propedeutiche alla realizzazione del gra-bis, un altro serpentone di asfalto che devasterà socialmente e fisicamente il territorio sud-est romano.
8) È un’imposizione dall’alto: il partito trasversale delle grandi opere, centro centrosinistra e centrodestra insieme, si tiene ben alla larga dall’informare e dal far partecipare i cittadini alle decisioni e alla gestione dei territori.
9) È inquinante: l’aumento del volume di traffico su gomma comporta per sua natura l’aumento di produzione di inquinanti tossici e cancerogeni (CO 2, NOx, benzene, polveri sottili etc.) e inquinamento acustico. Oltre alla chiusura e all’esproprio delle aziende agricole con la perdita di centinaia di posti di lavoro, le aree ad agricoltura biologica attraversate e lambite dall’autostrada perderanno tale qualifica.
10) Porterà più disagi che vantaggi: anni e anni di cantierizzazione, che rallenteranno ulteriormente il traffico e spesso i lavori saranno rallentati ad arte per prolungare i tempi di realizzo e i corrispettivi guadagni.

Quale alternativa?

Il Comitato no corridoio propone una via alternativa al problema del traffico della via Pontina:
1) messa in sicurezza di tutta la Via Pontina: la triste fama di questa arteria viene confermata ogni anno da decine di morti, persone che per lo più si stavano recando sul posto di lavoro. Con la realizzazione di una degna illuminazione, di una corsia d’emergenza per entrambi i sensi di marcia, di piazzole di sosta, la riduzione di almeno due raggi curvatura pericolosi, la costruzione di rotatorie e di spartitraffico a norma di legge;
2) costruzione di una metropolitana leggera di superficie Roma-Pomezia-Ardea. Un progetto di massima è stato elaborato da nostri tecnici volontari;
3) raddoppio del binario triste e solitario della linea Roma-Nettuno, potenziamento della linea Roma-Latina ripristinando le 20 corse tagliate al momento della entrata in servizio della TAV. Tutto ciò per migliorare il servizio per gli attuali pendolari e favorire l’uso del treno abbandonando l’auto privata;
4) potenziamento del trasporto delle merci via mare andando a potenziare i porti delle città marittime del basso Lazio;
5) costruzione di nuovo metodo di gestione del territorio dove a decidere cosa e come vada cambiato siano le assemblee degli abitanti, non il Governo e la Regione gestite da politici burattini e compiacenti degli speculatori.
Queste opere, se realizzate, oltre a creare occupazione porteranno a un reale e duraturo sviluppo del territorio, migliorando in generale la qualità della vita di chi ci abita e ci lavora. Inoltre resteranno tutelate le aree protette e la vocazione agricola dell’agro romano e pontino.

Cosa puoi fare tu per impedire la realizzazione di quest’opera inutile e dannosa?
Il Comitato da più di venti anni combatte con tenacia la realizzazione dell’autostrada. Sono stati fatti ricorsi, chiesti tavoli di contrattazione, organizzate molte manifestazioni, iniziative di lotta e di contro-informazione, raccolta di migliaia di firme.
Ognuno di noi è indispensabile per continuare tutto ciò:
1) segui e partecipa alle iniziative del Comitato: in tanti e uniti si è più forti

2) diffondi tra le tue conoscenze questo volantino: chi vuole quest’opera vuole pure che la sua realizzazione avvenga tra il silenzio e l’ignoranza dei cittadini

3) esprimi il tuo dissenso: spedisci e-mail e lettere di protesta al sindaco (sindaco@comune.roma.it – giovanni.caudo@comune.roma.it) alla regione
(segreteria.presidente@regione.lazio.it – frefrigeri@regione.lazio.it) e al governo (segreteria.lupi@mit.gov.it)
4) esponi sul balcone una bandiera o un lenzuolo con scritto NO autostrada/NO bretella

5) esorta i rassegnati: in molti sono convinti dell’inutilità dell’opera, ma si danno già per vinti e non partecipano alla battaglia. La Val di Susa ci sta insegnando che la popolazione se unita e decisa può bloccare i criminali progetti degli speculatori e che vincere si può se si vuole e se si ha il giusto metodo!
6) sostieni economicamente il Comitato: volantini, bandiere, ricorsi legali hanno un costo.
Il comitato è autonomo ed economicamente indipendentemente, cioè è sovvenzionato solo dai cittadini, proprio per garantirsi una maggiore libertà d’azione e di pensiero.
7) Se conosci o fai parte di altri organizzazioni di quartiere o ambientaliste, falle entrare in contatto con il comitato per allargare il fronte della lotta alla difesa del territorio.
VENERDI 15 NOVEMBRE 2013 ORE 14,00
MANIFESTAZIONE/PRESIDIO sotto al Ministero delle Infrastrutture
Piazza di Porta Pia,1 Roma

Schermata del 2013-11-08 192923

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