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Roma: il movimento contro le devastazioni ambientali rilancia. Il 22 in piazza

Tre diverse denominazioni per una sola grande devastazione: Il Corridoio Tirrenico Meridionale (2004 Storace), il corridoio integrato intermodale (2006 Marrazzo) e ora l’autostrada a pedaggio A12-Roma (Tor De Cenci)-Latina e la bretella Cisterna-Valmontone (Polverini). Tutte le amministrazioni regionali che si sono susseguite, compresa quella di Zingaretti con le solite ambiguità, si ostinano a voler costruire un’opera inutile e costosa. 
Il movimento no corridoio/no bretella è sempre riuscito a bloccare questi tentativi trasversali. Diciamo subito che all’intermodalità sbandierata nel titolo dell’opera, fondamentale per la riduzione dei flussi e quindi per ottenere benefici qualitativi e quantitativi sulla mobilità, non è seguito alcuno stanziamento economico e quindi alcun progetto, anzi nel progetto approvato dal CIPE il 2 Agosto 2013 non viene totalmente più citata. Negli ultimi anni il movimento NO corridoio/NO bretella ha attivato in maniera autonoma e indipendente, le seguenti iniziative:

1) appello sottoscritto da importanti personalità dell’ambientalismo, dell’urbanistica, del sindacalismo e della politica; 2) delibere contrarie all’autostrada dei Comuni di Pomezia, Ardea, Cori (LT) e Municipio IX Comune di Roma Capitale; 3) decine di assemblee e manifestazioni delle comunità locali che hanno espresso la loro ferma contrarietà e richiesto il ritiro del progetto dell’autostrada; 4) oltre 13.000 firme raccolte in calce alla petizione popolare; 5) l’opposizione di tutte le più importanti Associazioni Ambientaliste (WWF, Italia Nostra, Forum Ambientalista, Legambiente, VAS); 6) contrarietà dell’Istituto Nazionale d’Urbanistica (INU). 

Nonostante tutto ciò, il Governo e la Regione Lazio, obbedendo a Impregilo e all’ACER, fecero approvare, nella seduta CIPE del 18/11/2010, il progetto del Corridoio Integrato Intermodale Roma-Latina, della bretella Cisterna-Valmontone e il progetto preliminare della tratta A12-Tor de Cenci, ma inciamparono nell’immediato sequestro della Guardia di Finanza di tutta la documentazione in seguito ad una indagine della Corte dei Conti su ipotesi di “distrazione di denaro pubblico”. Difatti a tale decisione contribuì il macigno dei due arbitrati di oltre 800 mln che vennero presentati da due soci privati di minoranza dell’ARCEA contro la Regione Lazio: rispettivamente dal Consorzio Duemilacinquanta (Caltagirone, Erasmo Cinque ed altri) e da Autostrade per l’Italia che hanno chiesto un risarcimento danni dopo che la Regione Lazio aveva costituito la Soc. Autostrade del Lazio esautorando l’ARCEA quale aggiudicatrice della Roma-Latina. Dobbiamo sottolineare che l’Arcea con una quota di capitale pubblico pari al 51% è rimasta in vita sovrapponendosi ad Autostrade del Lazio (AdL) fino a Dicembre 2011, con costi doppi per la Regione Lazio che ha pagato due Consigli di Amministrazione e ad es. AdL, per quattro anni ha sborsato oltre 800mila euro solo per pagare le indennità ai cosi detti amministratori, pur in assenza dell’esplicitazione fattiva del loro mandato. Nel frattempo è stata depositata la sentenza del TAR sugli arbitrati, nella quale veniva riconoscimento il danno economico verso gli azionisti privati di Arcea (42 milioni di euro al Consorzio duemilacinquanta e 25 milioni di euro ad Autostrade per l’Italia). Ricordiamo che in 9 anni sono stati fatti tre progetti, costati alla pubblica amministrazione oltre 40 mln di euro, con numerose varianti meramente clientelari (leggi spostamenti del tracciato a seconda degli amici degli amministratori da tutelare), frutto di un vero e proprio nimbismo istituzionale, ma strumentalmente questa accusa è rivolta al nostro movimento che invece è totalmente contrario a questa inutile grande opera. La campagna propagandistica Di Governi e Giunte della Regione Lazio parlano di Nuova o Super Pontina, quando è una pesante autostrada a pagamento di tipo “A” che si ferma a Borgo Piave di Latina e ancora, che saranno impiegati 8/10mila lavoratori l’anno, quando sul cantiere saranno meno di 100 le maestranze occupate e altrettanti sull’indotto. Visto che dovranno sventrare i tratti della Pontina dove per il 60% si sovrappone l’autostrada, la cantierizzazione determinerà per alcuni anni, gravi e ulteriori problemi di viabilità. Per quanto riguarda la bretella Cisterna-Valmontone il tracciato è completamente nuovo e per oltre 30 Km percorrerà, distruggendo/espropriando aziende agricole, l’unica vocazione ancora produttiva, rigogliosa e biologica di vini, olive, kiwi e albicocche. Ai pendolari si vende l’illusione che l’autostrada risolverà l’accesso a Roma. L’unica cosa certa sono i milioni di euro che verranno intascati dai soliti speculatori privati, ma di benefici per i pendolari nemmeno l’ombra, anzi con l’approvazione al CIPE il 2 Agosto 2013 del progetto “definitivo” dell’innesto sull’A12, oltre 15.000 mezzi tra TIR e auto private provenienti dal nord e sud Italia, ogni giorno faranno “compagnia” alle auto private dei pendolari pontini bloccate nelle file interminabili, con la beffa che si pagherà il pedaggio e quotidianamente si continueranno a formare serpentoni di lamiere lungo quello che il nostro movimento ha definito il “mostro di cemento e asfalto”. In sostanza nemmeno i TIR, con la scusa di scavalcare il GRA, ne avranno un beneficio. Per i 16 km della tratta A12-Tor de Cenci è stato preventivato il costo di 500 mln di euro da aggiungersi ai 2,7 mld della RM-LT. Questo tratto totalmente in viadotti, galleria e un ponte sul Tevere di 1,5 km con il punto di massima altezza pari a 25 mt dal suolo, procurerà un forte impatto ambientale e un devastante impatto sociale considerato che passerà tra i quartieri romani di Tor de Cenci, Tre Pini, Vitinia e Torrino-Mezzocammino, quest’ultimo non presente nella Verifica d’Impatto Ambientale (VIA) del 2004 utilizzata, visto che il cantiere iniziò solo nel 2006. Le cartine aerofotogrammetiche di questo quartiere non sono aggiornate o contengono un falso materiale. Le ulteriori devastazioni arrecate, le troviamo nelle centinaia di ettari di terreni espropriati, nell’abbattimento di decine di case, nello sventramento del Parco di Decima-Malafede, nel forte impatto sull’area golenare del Tevere e sulla Riserva del litorale Romano, sull’interferenza con due SIC e altrettante aree archeologiche, nell’impatto sul lago di Giulianello, nella chiusura di aziende agricole e produttive con la perdita di centinaia di posti di lavoro, nel danno alle aziende agricole biologiche che pur non trovandosi sull’asse autostradale, ma entro una distanza di 200mt, per colpa dell’inquinamento daossidi di azoto (NOx), zolfo, benzene e dalle polveri sottili, chiuderanno senza avere alcuna indennità di esproprio. Tutto ciò è l’opposto dello sbandierato sviluppo del territorio. Chiunque abbia un minimo di onestà intellettuale, sa bene che le uniche piccole opere benefiche rispondenti agli interessi delle comunità locali, risiedono nella riduzione dei flussi, ma questo si può fare solo pianificando un’alternativa intermodale ecocompatibile. Quindi, deve essere progettata e costruita la metropolitana leggera Roma-Pomezia-Ardea, miglioramento delle reti ferroviarie pontine, come il raddoppio di quei binari triste e solitari della Nettuno-Roma e della Roma-Velletri, della Roma-Latina, costruire i parcheggi di scambio alle stazioni, adeguare in sicurezza tutta la Via Pontina fino a Terracina per salvare vite umane (560 morti e centinaia di feriti e invalidi negli ultimi 20 anni), potenziare il trasporto merci ferroviario e marittimo. Così facendo si risponderà efficacemente ai problemi dei pendolari, si tutelerà la Riserva del Litorale Romano, il Parco di Decima-Malafede, il lago di Giulianello e la vocazione agricola dell’agro romano e pontino. Sottolineiamo che all’inizio dell’anno 2013 la Corte dei Conti, L’Ufficio di Vigilanza dei LL.PP e la Commissione Europea, hanno aperto indagini e inchieste per distrazione di denaro pubblico. Inoltre, la Corte dei Conti ha rigettato la delibera CIPE del 3/8/12, tra le altre motivazioni la “mancanza di una delibera quadro in merito ai requisiti di solidità patrimoniale dei concessionari”. L’autostrada è stata inserita nel “decreto fare” e il Governo nella riunione del CIPE del 2 Agosto 2013 l’ha rideliberata consentendo la cantierizzazione a lotti. Stiamo in attesa della pubblicazione in GU e se ciò avverrà, siamo pronti a presentare ricorso al TAR e alla Corte di Giustizia Europea. Il Movimento dei Comitati Nocorridoio/Nobretella ha promosso una lettera indirizzata alla Giunta della Regione Lazio, sottoscritta da tante associazioni, comitati, partiti e istituzionali tra cui il Presidente del IX Municipio di Roma Capitale, per chiedere il ritiro del progetto autostradale e per stornare le risorse economiche a favore della messa in sicurezza di tutta la Via Pontina. Stessa cosa hanno fatto i Sindaci dei comuni di Cori e Aprilia (LT), di Pomezia e Ardea, avverso il Ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti. Dobbiamo ricordare che tutte le Istituzioni, dalla Regione al Governo, passando per i diversi comuni interessati, compreso Roma Capitale, non hanno mai informato i cittadini e tanto meno hanno aperto un percorso democratico partecipativo.

Il movimento NOcorridoio/NObretella, nel mantenere alta la mobilitazione e la vigilanza ecoresistente, ha indetto per il 22 Novembre 2013 dalle ore 14, una manifestazione/presidio sotto al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti in Piazza di Porta Pia (Roma), chiedendo un incontro ufficiale con il Ministro e i Dipartimenti interessati.

* Portavoce Comitato NO Corridoio Roma-Latina per la Metropolitana Leggera

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