In Sardegna, come altrove, si muove di maltempo, di eventi naturali eccezionali. Ma anche di incuria, tagli, speculazione. Secondo metereologi e responsabili politici in un giorno è caduta tanta acqua quanta ne cade abitualmente in sei mesi. Ma è anche vero che da anni ormai i territori sono diventati terra di rapina per gli speculatori – che oliano opportunamente l’ingranaggio della politica e degli enti tecnici preposti ai controlli – quando non terra di nessuno, abbandonata al degrado e all’incuria.
Non solo mancano la prevenzione e la manutenzione dei suoli e dei fiumi – mentre si spendono decine di miliardi di euro per gli F35 o la Tav – ma negli ultimi anni tagli draconiani hanno sguarnito anche il fronte della prevenzione e dei soccorsi. In queste ore, dopo la tragedia, è il tempo del dolore per i morti e per le distruzioni che la tempesta si è lasciata indietro. Ma è anche il tempo della rabbia e della denuncia. Di seguito alcuni interventi.
Ciclone Cleopatra: acqua, sangue, rischi idrogeologici in Sardegna
E’ un momento di grande dolore. Non si sa ancora quanti morti – ormai almeno 18 – e quanti danni materiali abbia provocato il Ciclone Cleopatra in Sardegna. Di sicuro troppi.
E’ vero, fra raffiche di vento a 100 km. orari è venuta giù tanta pioggia concentrata quanto ne cade in un semestre (4-500 mm. In Gallura e nel centro dell’Isola), ma è vero anche che vittime e danni vi sono stati soprattutto in quartieri edificati (magari abusivamente e poi condonati) in zone a rischio idrogeologico (come nella piana olbiese, a Putzolu, a Santa Mariedda, a Baratta, sulla costa di Pittulongu).
Com’era già accaduto, fra le tante volte, nella tragica alluvione di Capoterra (autunno 2008), dove le previsioni urbanistiche rimangono ovviamente inalterate.
L’aumento delle volumetrie in base al c.d. piano per l’edilizia (legge regionale n. 4/2009 e s.m.i.) e lo stravolgimento del piano paesaggistico regionale non fanno che aumentare il rischio idrogeologico e, in definitiva, i pericoli per le persone.
Il Presidente della Regione Ugo Cappellacci ha poco d’abbandonarsi al fatalismo di stampo biblico (“La Sardegna è stata vittima di una piena millenaria”), quando dalla sua amministrazione vengono revocati fondi per ben 1,5 milioni di euro destinati proprio per gli interventi per la difesa del suolo e contro il dissesto idrogeologico.
La linea politico-amministrativa semplicemente sensata dovrebbe essere proprio opposta: un vero e proprio new deal, un grande piano di risanamento idrogeologico e della rete idrica, sostenuto con quei fondi comunitari che non si sanno spendere o troppo spesso si spendono male. Farebbe bene all’ambiente e darebbe lavoro a imprese, progettisti, maestranze di ogni qualifica. Darebbe anche maggiore sicurezza alle persone, con meno calamità innaturali annunciate, se non dispiace.
p. Gruppo d’Intervento Giuridico onlus
Stefano Deliperi
Calamità innaturali. Fiu: “la Sardigna governata in una condizione di voluta emergenza!”
(IlMinuto) – Cagliari, 19 novembre – Cleopatra miete vittime, Cleopatra distrugge un’intera isola, messa in ginocchio sì dal vento e dalla pioggia, ma soprattutto dal vento e dalla pioggia aiutati da una linea politico-amministrativa dissennata, che da sempre non ha avuto riguardo per il territorio. Le morti di uomini e animali che si registrano nelle ultime ore vengono imputate a una natura matrigna, ma non sono le uniche gravi perdite dell’isola. “La Sardigna è governata in una condizione di voluta emergenza!”- commentano in una nota stampa gli indipendentisti del Fronte Unito. Ingenti i danni materiali che colpiscono i Sardi. Anche nel cagliaritano, dove Cleopatra è stata più clemente, “il maltempo” ha danneggiato la linea elettrica che alimenta il potabilizzatore di Simbirizzi. L’impianto serve i comuni di Cagliari, Quartu S. Elena, Selargius, Quartucciu, Maracalagonis, Settimo San Pietro, Villasimius e Burcei.In attesa che l’Enel riattivi l’alimentazione elettrica la produzione è sottodimensionata rispetto alle esigenze dei centri interessati. Se i lavori di ripristino dovessero protrarsi non sono da escludersi disservizi nell’approvvigionamento dell’utenza e l’esaurimento delle scorte nei serbatoi. Ma di chi è la colpa del disastro che ha colpito l’isola da nord a sud? Secondo il Fiu è “di chi ha firmato concessioni edilizie sui letti dei fiumi e di chi ancora oggi conduce campagne elettorali promettendo di cementificare tutto in completa ignoranza di ciò che accade quando si spezzano gli equilibri naturali”. Davanti all’ennesima devastazione “il Fronte Indipendentista Unidu chiede che venga proclamato un giorno di lutto nazionale sardo e che il giorno successivo l‘intero Consiglio Regionale si dimetta per manifesta incapacità di proteggere gli interessi e la stessa vita del Popolo Sardo”.
Mario Tozzi, geologo: “La mortalità per alluvione in Sardegna è più alta che nel resto d’Italia”
Dal Sole 24 Ore
“Il ciclone che ha colpito la Sardegna è un evento assolutamente eccezionale”, ha detto il capo della Protezione civile Gabrielli. Ma Mario Tozzi – geologo, conduttore tv e Ricercatore dell’Istituto di Geologia ambientale e Geoingegneria del Cnr – non è del tutto d’accordo. E spiega a “Effetto Notte”:
“La mortalità per alluvione in Sardegna è più alta della mortalità per alluvione sul territorio nazionale. E quindi non possiamo nasconderci questi dati qui. Se ci sono più morti in Sardegna che nelle altre parti d’Italia”, sottolinea Tozzi, “questo significa che questi fenomeni non sono tanto infrequenti. Gli scienziati ci dicono molto chiaramente che il clima sta cambiando. E gli eventi metereologici a carattere violento sono infatti aumentati negli ultimi anni di frequenza e di intensità. E avvengono anche fuori dalle zone canoniche”.
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