Un’assurdità che supera ogni immaginazione. Washington ha sostenuto i ribelli di Free Syria che si sono allineati con un’altra fazione terroristica, il gruppo chiamato Al-Nusra, per rovesciare il presidente Bashar al-Assad, poi i ribelli siriani e altri gruppi in Iraq hanno formato un’altra organizzazione terroristica che si autodefiniscono lo Stato Islamico di Iraq e Siria (ISIS). Le conseguenze della politica di Washington di aiuto ai ribelli siriani sono servite allo scopo. L’ISIS si è diffusa sia in Iraq che in Siria guadagnando sempre più terreno. L’ISIS ha dichiarato che alla fine della scorsa settimana aveva giustiziato 250 soldati siriani allorché si erano impossessati di una base aerea nella provincia di Raqqa.
Washington considera i progressi dell’ISIS una minaccia alla sicurezza nazionale. Come riferito dall’Associated Press, aerei di sorveglianza Usa sono già stati impiegati per individuare specifici obbiettivi. L’articolo intitolato ‘US surveillance planes fly over Syria, officials say’ affermava che “Due funzionari Usa hanno detto lunedì che Obama ha approvato i voli, mentre un altro funzionario martedì mattina ha detto che erano iniziati. I funzionari non erano autorizzati a discutere la questione personalmente, e parlavano solo in condizioni di anonimato”. Il generale dell’esercito Martin Dempsey non ha commentato riguardo ai voli di ricognizione attualmente in corso ma ha dichiarato che “Decisamente, il quadro che abbiamo dell’ISIS nella versante iracheno è un quadro più preciso”, ha detto Dempsey, usando uno degli acronimi del gruppo per lo Stato Islamico. “L’esistenza e le attività dell’ISIS sul versante siriano, noi … conosciamo alcuni aspetti al riguardo dal momento che l’abbiamo costruita come una strada da percorrere”. La motivazione di Obama è che l’ISIS è una minaccia diretta ai cittadini americani dopo l’esecuzione pubblica del giornalista James Foley. I repubblicani sono intenzionati a dare all’amministrazione Obama l’autorizzazione ad intraprendere un’azione militare contro l’ISIS in territorio siriano. Storicamente, sia i repubblicani che i democratici sono sempre stati d’accordo su temi di politica estera, specialmente quando all’ordine del giorno c’è la guerra:
Il senatore del Tennessee, membro di rango della Commissione affari esteri, ha detto martedì che l’amministrazione “non ci ha ancora informato su quali sono i suoi piani”. Ha detto che sperava che la Casa Bianca si presentasse al Congresso con la richiesta di un’autorizzazione ad agire.
“Io penso che sia una nostra responsabilità, come funzionari eletti, di far sapere al popolo americano quale sia la nostra posizione rispetto a questioni di sicurezza nazionale”, ha detto Corker alla MSNBC. “Per il bene del popolo americano, il Congresso deve intervenire. Il Congresso deve partecipare”.
C’è da strane sicuri, il Congresso voterebbe a favore di un’azione militare contro la Siria. Hanno degli intenti con molteplici sfaccettature. In primo luogo, sostenere i produttori di armi come Boeing, General Dynamics, Lockheed Martin e Raytheon in tempo di guerra. Una guida in rete sui contributi elettorali che influenzano i politici denominata opensecrets.org afferma che ci sono 227 repubblicani e 188 democratici nella Camera dei rappresentanti e 49 democratici e 40 repubblicani che hanno ricevuto finanziamenti dall’industria della difesa. In secondo luogo, l’AIPAC (American Israeli Public Affairs Committee) ha interesse a rimuovere il presidente siriano Bashar al-Assad per le sue relazioni diplomatiche con diversi nemici di Israele incluso l’Iran. Washington ha anche un vivo interesse ad avere una presenza militare in Medio Oriente per controllare le risorse naturali compreso il petrolio e il gas. Washington e i suoi partner aziendali desiderano che le sue forze armate restino in Medio Oriente a lungo. Sostenendo Israele (un cane da guardia Usa nella regione) e avendo loro basi militari in aree chiave molto vicine agli impianti di produzione petroliferi, garantirebbero l’importazione di risorse naturali nei mercati statunitensi ed europei. La Cina, poi, avrebbe scarsa capacità di ottenere le risorse naturali di cui abbisogna per la sua economia. Ora è coinvolto l’ISIS, il nemico preferito di Washington. L’amministrazione Obama ovviamente userà la crisi come un mezzo per preparare forze Usa per un futuro “blitzkrieg” contro le forze di Assad. Secondo il Daily Beast, un sito informativo online mainstream, ha dichiarato quanto segue:
Un ex alto diplomatico Usa che ha consultato l’amministrazione sulla minaccia ISIS ha detto al Daily Beast che si aspetta che ad Obama venga presentata un’opzione simile alla politica preferita dal vice presidente Joe Biden per l’Afghanistan dal 2010 nota come antiterrorismo più. Questo tipo di approccio sarebbe una campagna aerea e di droni contro obbiettivi ISIS in Siria. Gli Stati Uniti hanno condotto attacchi aerei di droni in Yemen, Pakistan, Iraq, Somalia e Afghanista. Ma in tutti questi casi i governi ospiti li hanno richiesti. Questa settimana, il ministro degli esteri della Siria ha ammonito gli Stati Uniti a non entrare nello spazio aereo siriano.
Secondo l’Associated Press, Obama teme che dando l’autorizzazione per gli attacchi aerei contro l’ISIS indebolirebbe la posizione Usa di rovesciare il governo di Assad, in quanto sulla scena internazionale consoliderebbe il fatto che Usa e Siria hanno collaborato per eliminare un nemico comune “Funzionari dell’amministrazione hanno dichiarato che Obama è preoccupato che il tentativo di eliminare lo Stato Islamico dalla Siria possa, in prospettiva ed al di là delle intenzioni, aiutare l’assediato presidente siriano Bashar Assad”.
Ma questo sarebbe anche un atto di aggressione in territorio siriano. L’amministrazione Obama ha dichiarato pubblicamente che non chiederebbe il permesso al governo siriano per entrare nel suo spazio aereo. Perché? È possibile che Washington intenda aumentare la tensione con il governo di Assad? “Un alto funzionario siriano ha detto lunedì che attacchi aerei Usa senza il consenso della Siria sarebbero considerati una aggressione” ha riferito il servizio dell’AP. Ha anche constatato che “Lo Stato Islamico è tra i gruppi che cercano l’estromissione di Assad, così come le forze ribelli aiutate dagli Usa”. Quindi l’ISIS e il governo Usa hanno un nemico comune?
Diciamolo chiaramente una buona volta. Inizialmente l’amministrazione Obama ha ripetutamente invocato la rimozione del governo Assad. L’amministrazione Obama ha continuato a sostenere i ribelli siriani per rimuovere Assad, ma ha fallito perché il governo siriano ha sconfitto l’Esercito Siriano Libero [Free Syrian Army (FSA)]. Un’altra questione è perché il governo siriano dovrebbe consentire agli Usa di combattere l’ISIS sul suo territorio? Siria è più che capace di battere l’ISIS di quanto ha fatto con i ribelli siriani. L’amministrazione Obama non chiederà il permesso al governo Assad di lanciare attacchi aerei in Siria. Ora vediamo quali sono i nemici di tutte le parti interessate. In primo luogo, per il governo Usa il nemico è il governo Assad che è stato recentemente rieletto a maggioranza dal popolo. L’ISIS è un nemico degli Usa e gli Usa sono un nemico dell’ISIS, specie dopo che la brutale decapitazione di James Foley l’ha reso piuttosto chiaro. Il nemico della Siria è il governo Usa che ha destabilizzato molte aree della Siria che hanno provocato la porte di almeno 160.000 persone. Gli Usa hanno aiutato l’FSA che ha determinato la creazione di Al-Nusra e dell’ISIS, considerati tutti nemici della Siria. Ora tutte le organizzazioni terroristiche che operano in Iraq e in Siria sono ritenute nemiche l’una dell’altra. Il libanese Daily Star lo scorso maggio ha riferito che:
Il fronte Al-Nusra e l’ISIS nei mesi scorsi si sono combattuti intensamente, sanguinose battaglie l’uno contro l’altro, specialmente nella Siria orientale sul confine con l’Iraq. “Noi seguiremo gli ordini di… Ayman al-Zawahiri… per fermare ogni attacco da parte nostra contro l’ISIS, così come continueremo a rispondere ogni volta che attaccano dei mussulmani e quanto vi è di sacro per loro”, ha affermato Al-Nusra in una dichiarazione.
“Il nemico del mio nemico è mio amico” è difficile da comprendere. La Siria è il nemico del governo Usa e delle sue organizzazioni terroristiche che ha sostenuto nel corso degli anni. In questo caso, chi è il nemico e chi è l’amico? Gli Usa non hanno un vero amico in questa lotta perché già ha quello che vuole, l’instabilità. Tutte le parti sono sacrificabili come vediamo chiaramente con gli attacchi aerei Usa diretti contro l’ISIS in Iraq. Washington ha amici in Medio Oriente, e questo sono Israele e le dittature degli stati del Golfo. La Siria è di nuovo al centro dell’attenzione. Washington è determinata a cacciare il governo Assad e creare uno stato frammentato come ha fatto in Libia. Sostenendo militarmente Israele e i suoi alleati degli stati del Golfo compresa Turchia e Giordania, gli interessi degli Usa sono assicurati. In un certo senso, è l’ordine a partire dal caos.
*Timothy Alexander Guzman è un ricercatore indipendente e uno scrittore focalizzato in ambito politico, economico, storico e dei mezzi d’informazione. È stato pubblicato su Global Research, The Progressive Mind, European Union Examiner, News Beacon Ireland, WhatReallyHappened.com, EIN News e altri siti informativi alternativi. Si è laureato allo Hunter College di New York City.
traduzione da : http://www.iskrae.eu
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