In controtendenza e nonostante le difficoltà, Ross@ ha riunito i propri militanti/iscritti a Bologna domenica 5 ottobre ed ha proceduto a definire il suo progetto politico e le sue modalità di funzionamento. Più di un centinaio di compagne e compagni provenienti da Milano, Mantova, Genova, Padova, Verona, Bologna, Parma, Pisa, Roma, Napoli hanno discusso il documento politico e la proposta di statuto presentati dalle commissioni.
L’assemblea è stata aperta da una introduzione di Giorgio Cremaschi che ha sottolineato più volte la gravità della situazione nel nostro paese rappresentata dal combinato disposto tra direttive della Troika e governo Renzi. In particolare la partita sul Jobs Act e art.18 segnano uno spartiacque tra un prima – oggi irripetibile – e la situazione attuale. “Indietro non si torna” era stato lo slogan della prima assemblea nazionale di Ross@ e questa consapevolezza che niente sarà come prima dovrà ispirare l’azione politica di Ross@. Oggi occorre pensare e agire per la resistenza alla brutale offensiva ultraliberista che viene avanzando nel paese. Ross@ intende perseguire la rottura e l’unità. La rottura con l’Unione Europea e il suo sistema di governance, che in Italia viene espresso dal sistema di potere del Pd con il quale nessuna collaborazione appare possibile. L’unità invece con tutte le forze anticapitaliste che si oppongono apertamente e in modo indipendente a questo scenario. Rottura e unità come due gambe che devono muoversi sempre insieme.
Franco Russo a nome della commissione ha illustrato il documento politico che è stato proposto all’assemblea rivendicando l’elaborazione collettiva ed anche l’equilibrio tra aspirazioni, possibilità e necessità per un movimento politico anticapitalista come Ross@ si candida ad essere.
Carlo Formenti, pur condividendo il documento politico, ha avanzato tre linee di approfondimento: il rapporto tra organizzazione politica e composizione di classe rigettando il tentativo di dipingere i conflitti come corporativi; il rilancio della linea consiliarista e la rimessa in discussione di una linea puramente costituzionalista trovandoci ad agire in un’epoca ormai postdemocratica; infine l’approfondimento sul rapporto tra questione nazionale e questione di classe.
Michele Franco ha ribadito la validità dell’aver mantenuto come centrale il punto sulla rottura dell’Unione Europea, anche alla luce dell’esperienza della manifestazione di Napoli del 2 ottobre contro il vertice della Bce. Sottolinea che occorre privilegiare il rapporto con i settori sociali su questo terreno perché si rivela positivo.
Ernesto Screpanti, condivide il documento ma avanza alcuni temi per l’approfondimento. Il Washington Consensus era un meccanismo che agiva dentro le istituzioni finanziarie internazionali (Wto, Fmi etc.) e la sua fine non è sufficiente a indicare le nuove forme dell’imperialismo che appaiono oggi più complesse. Occorre inoltre indicare apertamente un nuovo modello di società postcapitalista. Non è sufficiente evocare le nazionalizzazioni ma occorre declinare democrazia e autogestione come parametri su cui costruire un modello alternativo.
Luigi Marinelli sottolinea che è stato corretto avere messo insieme la rottura dell’Unione Europea e quella con la Nato. A sinistra ci sono ancora troppi se e troppi ma. Dunque fuori dalla Ue e fuori dalla Nato. Ross@ punta la sua azione sul lavoro e i lavoratori come asse centrale ma deve guardare anche ai ceti medi in crisi. Le nazionalizzazioni vanno dettagliate indicando anche come devono riconvertirsi le funzioni e le produzioni al servizio degli interessi collettivi.
Fabio Frati condivide il documento ma ritiene che il punto sul ruolo e la rottura con l’euro vada esplicitato meglio. Non dobbiamo lasciare la battaglia del No all’euro in mano alla destra. Esprime invece perplessità sull’obiettivo del reddito sociale minimo sganciato dal lavoro.
Franco Turigliatto ha portato all’assemblea di Ross@ i saluti e la disponibilità alla collaborazione da parte di Sinistra Anticapitalista che ha scelto di non partecipare al passaggio politico e costitutivo di Ross@ come movimento politico che si sta realizzando con l’assemblea nazionale di Bologna. Condivide l’analisi sulla gravità della situazione ma ritiene che degli spazi si stiano aprendo come dimostra la manifestazione della Cgil rispetto alla quale occorre cercare di influire.
Nico Vox. Esprime disaccordo con l’intervento di Turigliatto. Condivide il documento politico ma ritiene che occorre anche indicare delle priorità nella ricerca collettiva da parte di Ross@. I compagni di Milano avevano segnalato l’esigenza – raccolta dalla commissione – di dare la dovuta centralità alla questione dell’ambiente e dei diritti delle donne. Ha ricordato che l’8 ottobre a Milano ci sarà una manifestazione per il controvertice rispetto al vertice europeo.
Francesco Piccioni ritiene che sulla rottura dell’Unione Europea è stata fatta sufficiente chiarezza. Scozia e Catalogna mostrano – senza mitizzare nulla – che si può essere di sinistra e contro un regime centralizzatore antidemocratico, senza rischi di passare per “nazionalisti di destra”. La Ue, un superstato in formazione a-democratico, è una camicia di forza troppo contraddittoria per non rischiare l’esplosione. E questo può avvenire “da destra”, con il prevalere delle illusioni di tornare indietro agli stati-nazione, o “da sinistra”, dando una prospettiva di sistema alle tante manifestazioni di malessere e conflitto sociale. Va posto a tema il problema della “rappresentanza” politica e sociale. Come si fa “rappresentanza” in questa situazione?. Escluse le sciocchezze sull'”autorappresentazione”, il problema è sul tappeto. Sia sul piano teorico che, soprattutto, su quello pratico.
Giorgio Lonardi esprime apprezzamento per il documento e per il suo spirito di apertura. Siamo sulle soglie di una società autoritaria di mercato, l’azione sindacale che produce conflitto oggi è ormai azione politica. Dobbiamo contrapporre al nemico una logica pratica di opposizione e alternativa, dalle piccole cose fino alle grandi battaglie. Difendere la Costituzione significa difendere tutta la società
Aldo Romaro. Il documento è ottimo ma dobbiamo spiegare che cos’è Ross@. Non è un partito ma un movimento organizzato. Quello che è stato il Pci in Italia è stata una eccezione e non una regola. Oggi l’organizzazione politica di massa non è ripetibile in quel modo, anche perché in quella fase storica c’era una dialettica tra il riformismo di classe e il riformismo della borghesia, una dialettica oggi spazzata via.
Nora Imbimbo. Negli ultimi anni sono successe cose che hanno cambiato il mondo. L’impianto ideologico del Jobs Act è lo stesso della Legge Biagi. Renzi è il prodotto di quello che è diventato il Pd ossia il partito sistema che viene denunciato. Le lotte delle donne hanno una loro specificità ma sono parte della lotta comune di uomini e donne.
Alido Contucci. D’accordo sul documento ma avrebbe approfondito di più il tema della guerra e la solidarietà con la Palestina che, con l’ultima manifestazione, ha dimostrato di essere molto sentita nel paese.
Maurizio Disoteo sottolinea come la questione climatico/ambientale non possa che diventare centrale nell’azione politica di Ross@. La crisi ambientale del pianeta va molto più veloce del previsto, come la crisi economica del resto. Il controllo delle risorse diventa fondamentale così come impedire l’espropriazione dei territori alle popolazioni. Dalle guerre del petrolio si passerà alle guerre per l’acqua. A Milano ci prepariamo a fare i conti con l’Expo che si è dato come slogan quello di come alimentare il pianeta.
Valter Lorenzi condivide il documento. La vera prateria che Ross@ deve indagare non è tanto quella di una sinistra sconfitta quanto quella del nostro blocco sociale di riferimento. Lo strumento politico, in questo caso Ross@, diventa importante così come lo è stato anni addietro quello di dotarsi di un sindacato indipendente da Cgil Cisl Uil, per queste ragioni non condivide l’invito di Turigliatto a mettersi alla coda delle manifestazioni della Cgil.
Sergio Cararo ritiene che il documento sia onesto verso i compagni e le compagne di Ross@ ma anche verso l’esterno, perché non vende fumo né cose che non Ross@ non è stata né è ancora in grado di realizzare. Occorre rimettere in campo la prospettiva del cambiamento e non solo un eterno tatticismo. Ross@ ha già i suoi impegni a partire dal dopo assemblea, ad esempio la campagna per il Controsemestre Popolare di cui è parte attiva. Nel documento c’è un buco su una questione che deve diventare elemento distintivo e di identità di Ross@: la solidarietà pubblica con tutti i militanti e gli attivisti che vengono arrestati o perseguiti perché lottano. La governance sta spazzando via la politica come fattore di mediazione e mette le emergenze sociali direttamente a confronto con il dogma della legalità che la magistratura applica senza più alcuna attenuante né contestualizzazione.
Giacomo Casarino è intervenuto nel merito di alcune questioni sollevate in altri interventi. Non si può parlare di “lavoro libero e associato” (Marx sulla società comunista), riferendolo ad autogestioni da porsi in atto nell’oggi, quasi che i rapporti sociali capitalistici fossero riducibili alla proprietà ed alla gestione. Si è evocato genericamente il consiliarismo, ma economia e politica sono rimaste separate: da una parte, nazionalizzazioni e beni comuni (intesi in senso difensivo rispetto alla prospettiva delle privatizzazioni), dall’altra l’esigenza di modelli diversi dalla liberaldemocrazia. Forse le due sfere, in un’ottica di transizione, si possono connettere. Se pensiamo ai beni comuni, la loro gestione diffusa (non chiusa all’interno della singola comunità) può dar vita ad un sistema di democrazia diretta. Ha difeso la valenza, in qualche modo “offensiva”, del reddito minimo garantito, e, infine, ha ribadito, contro chi ha sostenuto la necessità del ritorno alla sovranità nazionale, come quel recupero, ammesso che fosse possibile, non costituirebbe una leva valida per combattere il capitalismo odierno.
A conclusione del dibattito sul documento politico, Emidia Papi a nome della commissione ha presentato la proposta di statuto di Ross@. Lo statuto prevede la norma transitoria che lo rende fattivo a tempo determinato per poterlo adeguare a problemi che un numero ancora ridotto di iscritti (circa 200) non segnalano. La questione più spinosa, quella della incompatibilità della doppia tessera di Ross@ con quella di altra organizzazione, è stata ritenuta per ora, date le dimensioni e la necessità di crescere piuttosto che quella di chiudere, non dirimente. La formulazione adottata nello statuto è stata ritenuta soddisfacente.
L’assemblea ha approvato che l’attività di Ross@ tra una assemblea nazionale e l’altra viene attuata da un esecutivo nazionale che vede all’interno due rappresentanti per ogni regione e il gruppo di continuità nazionale che ha lavorato fino ad ora.
Nell’assemblea nazionale del 5 ottobre sono stati votati successivamente prima il documento politico (approvato all’unanimità) e poi lo statuto (a maggioranza con una astensione).
Infine è stato affrontato il tema delle forme della comunicazione di Ross@ che risultano ancora deficitarie. Il sito è fermo da mesi e funziona solo la pagina facebook. E’ stato deciso di mettere in piedi un gruppo di lavoro per risolvere concretamente e quanto prima il problema.
La prima riunione dell’esecutivo nazionale è prevista per metà novembre
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