Menu

Caserta contro la guerra, un’appassionata assemblea politica

Un’appassionata ed interessante assemblea si è tenuta nella sede della RdC di Caserta in preparazione delle manifestazioni contro la Guerra che si terranno a Roma e a Milano il 16 Gennaio.

Ad organizzarla i compagni della Rete dei comunisti di Caserta che hanno invitato con calore compagni e militanti a partecipare a questa manifestazione il cui titolo è “Se 25 anni di guerra vi sembrano pochi” in occasione del venticinquesimo anniversario dell’inizio della Prima Guerra del Golfo.

Nell’assemblea infatti si è chiaramente evidenziato come già in questo titolo ci sia parte dell’interpretazione che il comitato promotore della manifestazione dà di questo quarto di secolo, considerato il quadro di una sorta di guerra dei Trent’anni che le potenze imperialiste hanno scatenato verso intere popolazioni.

Nel dibattito a cui hanno partecipato con impegno e con interessanti contributi anche altre realtà politiche del casertano come i giovani del Partito Comunista d’Italia, il Centro sociale Spartaco di Santa Maria Capua Vetere e il Centro sociale Millepiani, si è condivisa la visione che vede la chiave di spiegazione di quello che sta succedendo nella profonda relazione tra guerra e stato sistemico di crisi del modo di produzione capitalistico (Franco Casuccio).

Questa manifestazione è infatti il risultato di un processo di elaborazione e di lavoro politico incubato con il Convegno Eurostop organizzato a Napoli nel Maggio 2015 dalla RdC e proseguito – in altre forme e con un taglio diverso – con la prima assemblea della Piattaforma Sociale Eurostop a Roma nel Novembre dell’anno appena passato.

Questa elaborazione ha riaffermato che il primo compito dei comunisti (particolarmente in questa fase storica) è la lotta contro l’imperialismo della realtà geopolitica in cui si è concretamente inseriti. Dunque, a differenza di coloro che vedono solo l’imperialismo americano e che pensano che una utopica Europa sociale possa essere il contraltare a tale imperialismo, in questa assemblea si è parlato di imperialismo europeo e si è evidenziato il legame tra la lotta contro la Nato e quella sociale contro l’Unione Europea e la sua politica economica e sociale.

Si è poi evidenziato come sia importante demistificare la retorica di guerra (che ormai invade ogni aspetto dell’informazione e appiattisce sulla categoria del “terrorismo” ogni forma di dissenso sociale) e superare i limiti di elaborazione politica che ancora possono ostacolare la nostra azione (Centro sociale Spartaco ed alcuni giovani del PCd’I).

A questo proposito si è approfondito il punto di come i problemi su cui si dividono le varie formazioni politiche pacifiste ed antimperialiste si possono affrontare ricominciando ad articolare l’analisi materialista che spesso viene congelata ed inibita dalle contingenze politiche spesso di basso profilo e con ricadute marcatamente politiciste.

A partire da tale analisi, si è visto come sia astratta l’alternativa tra lo schierarsi per una delle potenze imperialiste in gioco (quello che nel gergo viene chiamato “campismo”) ed il considerare tutti i soggetti in conflitto tra loro imperialisti alla stessa stregua.

Approfittare delle contraddizioni dell’imperialismo esige innanzitutto il rifiuto di tali alternative astratte e il determinare caso per caso (ad es. sulla questione siriana) su quali contenuti di lotta porre la propria attenzione, in base anche al criterio di chi sia il soggetto aggressore e chi l’aggredito e al principio per cui non si può considerare in questa fase storica l’imperialismo come una sorta di modernizzatore che apre la strada all’azione dei comunisti secondo il principio astratto dei “due tempi”. (Giovanni Di Fronzo)

Bisogna invece imporre la logica che ogni trasformazione dell’assetto internazionale sia concretamente (e non solo attraverso la delega politica) gestita dalla classe operaia e dai popoli e sia ispirata alla questione fondamentale del cosa, quanto e come produrre anche alla luce dell’ingarbugliamento della competizione globale internazionale (Italo Nobile).

Si è inoltre convenuto sul fatto che d’ora in poi il nostro metodo, ispirato al principio della circolazione continua tra la riflessione e il lavoro politico sul campo, deve essere quello di individuare in tutte le vertenze sociali che si determinano concretamente sul territorio il legame con i diversificati dispositivi della politica economica europea e dunque con la più generale lotta promossa della Piattaforma Sociale Eurostop. Questo proprio per attrezzarsi meglio nei confronti dell’accelerazione della crisi che sta ormai coinvolgendo paesi lontani tra loro come ad es. (rifacendoci ai casi di cronaca più recenti) Germania, Cina, Turchia e Indonesia. Si tratta di fare, con più precisione, il punto sulla crisi i cui effetti si devono ancora compiutamente manifestare (Michele Franco).

A tal proposito infine si è osservato come sia importante che l’analisi ci conduca ad una maggiore chiarezza nei confronti di altre componenti della Sinistra (Mimmo Pascarella) e come la lezione leninista sull’imperialismo ci porti lontano sia dall’eurocentrismo presente nell’analisi della Seconda Internazionale e dell’ambigua e svuotata categoria del progressismo che ne è l’erede, sia dal pacifismo astratto che spesso ha dominato, anche nei movimenti sociali, la scena mediatica (Franco Casuccio).

La discussione è terminata sia con l’invito alla partecipazione alla manifestazione di Sabato ma anche con l’annuncio del prossimo programma di lavoro teorico/politico della RdC attorno alle principali questioni afferenti il corso della crisi, il ruolo e la funzione della soggettività comunista organizzata e i temi, contingenti, dell’agenda politica.

da www.retedeicomunisti.org

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *