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Resistenza e Reggimento di Palestina. Chi tiene in ostaggio il passato…

La polemica di questi giorni sulla rinuncia della Brigata ebraica a partecipare alle celebrazioni romane del 25 aprile è un classico esempio di uso pubblico della storia.

Come tutti ben sanno il vero problema, la posta in gioco, non riguarda il contributo dato alla resistenza contro i nazifascisti ma il giudizio su quanto accade oggi in Palestina, sulla natura e le cause di quel conflitto, sulla indicibilità dell'oppressione coloniale e il regime di apartheid che colpisce la comunità palestinese.

Il contributo dato negli ultimi mesi del conflitto bellico nel seno delle truppe alleate da brigate (come il Reggimento di Palestina, poi ridenominato Brigata ebraica) o dalla legione araba o dalle truppe marocchine (che un orribile ricordo hanno lasciato sulle popolazioni civili del frusinate) più che una partecipazione alla Resistenza riguardano, in realtà, le politiche neocoloniali approntate dai Britannici e dai Francesi gollisti per il dopo conflitto e le strategie dei popoli che cercavano di costruire percorsi d'indipendenza dall'impero di sua maestà.

Momenti di Resistenza furono invece la rivolta del ghetto di Varsavia, il contributo dei comunisti polacchi d'origine ebrea negli FtpMoi francesi, le centinaia di partigiani d'origine ebraica che aderirono ai gruppi partigiani, alle brigate Garibaldi.

Ma al di là di queste necessarie precisazioni storiografiche la forzatura maggiore che è stata realizzata nelle polemiche di questi giorni riguarda l'equazione che avrebbe reso storicamente filonazista la comunità palestinese perché il Mufti di Gerusalemme scelse l'alleanza con Hitler benedicendo la formazione di una brigata SS palestinese.

Anche sul versante ebraico ci furono esponenti che videro nel fascismo di Mussolini una sponda contro l'impero britannico. Persino Gandhi guardò con interesse alle forze dell'Asse per liberarsi del giogo inglese.
Assecondare una simile equazione legittimerebbe l'idea che anche la repubblica italiana nata dalla Resistenza sarebbe macchiata di filonazismo perché Pio XII fu corrivo con Hitler…

A me colpisce questa riduzione confessionale di un popolo (il che la dice lunga su chi proietta un'accusa del genere) che nel dopoguerra vide nascere decine di organizzazioni e rappresentanze laiche riunite nell'Olp che diedero vita alla lotta per l'indipendenza rompendo con il confessionalismo.

Anche qui, ancora una volta, il passato è ostaggio del presente!

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