Il primario di rianimazione dell’ospedale Papa Giovanni di Bergamo ha detto che bisogna ”isolare gli over 65 anni[…] uscire per una passeggiata si, andare al supermercato, no.”.
Probabilmente vive sul pianeta Papalla e non sa che, grazie alla famigerata Legge Fornero (ancora in pieno e “brillantissimo” vigore), in Italia, molti continuano a lavorare – spesso in condizioni di salute e di sicurezza assai precarie – fino a 70 anni ed oltre.
Gli anziani, qui da noi, mica vanno solo al supermercato o ai giardini.
“Si è allungata la speranza di vita”, dicevano quelli che fortissimamente vollero la (contro)riforma Fornero. Fu il governo guidato da Mario Monti, nel 2011, durante la così detta “crisi dello spread”, ad approvare quella norma sciagurata che sancì il passaggio definitivo al sistema contributivo; codificò il meccanismo che lega l’aumento della speranza di vita alla pensione di vecchiaia; eliminò la pensione di anzianità (quella con 40 anni di contributi a qualsiasi età).
Dunque, a 65 anni sei vecchio per il Covid-29, ma sei ancora giovane ed in forma smagliante per il sistema pensionistico vigente. E poi, dato il sistema di calcolo contributivo, se non vuoi morire di fame, continui a lavorare, anche in nero, tutta la vita.
E per non farci mancare nulla, ancora il governo Monti, approvò un piano pluriennale di tagli alla sanità pubblica che, in 8 anni, ha sottratto al nostro Servizio Sanitario Nazionale circa 37 miliardi di euro finiti in tagli lineari, ovvero, posti letto, ambulatori, personale e medicina territoriale.
Pari pari, quel che ora vorrebbero ridarci ( il MES) ma solo a condizione di applicare nuovi tagli al welfare. Un giropesca da perderci la testa.
D’altronde Christine Lagarde (ora a capo della BCE), nel 2012, da direttore generale del Fondo Monetario Internazionale, nel lanciare il suo “allarme longevità”, lo aveva detto chiaro e tondo: “se la vita media nel 2050 si allungherà di 3 anni in più di quanto previsto oggi, il già ampio costo dell’invecchiamento della popolazione aumenterà del 50%“.
Un dirigente medico del San Raffaele alcuni giorni fa, ha dichiarato : “..il coronavirus esige un suo tributo di decessi… falcidiando una fascia suscettibile e fragile e poi si acquieta con una coda di casi più lievi, via via che nella popolazione residuano soggetti meno suscettibili e più reattivi all’infezione, sostanzialmente l’immunità di gregge.”.
L’immunità di gregge? Si, quella che verrebbe raggiunta quando all’incirca il 70-90% della popolazione si infetta, causando, dunque, la morte certa di milioni di persone… anziane, per lo più. Secondo i dati dell’Istat, “Al 1° gennaio 2019 gli over 65enni sono 13,8 milioni (rappresentano il 22,8% della
popolazione totale)“.
La Svezia ci ha provato, ma il tentativo è fallito e il Paese scandinavo, ad agosto, contava già oltre 5.000 vittime mentre solo il 15% della popolazione risultava avere acquisiti gli anticorpi. Nello stesso periodo paesi comparabili come la Norvegia e la Finlandia, hanno registrato un decimo dei decessi causati dal Covid19 della Svezia.
E allora che si fa? L’esempio viene dalla vicinissima et civilissima Svizzera(confina a sud con la Lombardia) che già nega la rianimazione agli anziani malati di coronavirus applicando un super-protocollo per le cure in caso di sovraffollamento delle terapie intensive. Il presidente dei medici svizzeri ha ammesso che «si, è pesantissimo” ma, poi ha aggiunto fiero: “così le regole sono chiare (!)».
Vuoi mettere un essere umano ancora “produttivo” con uno vecchio, acciaccato, per di più, a carico dell’INPS? Vista da questo lato, la pandemia di Covid19, è una manna per lorsignori: con quanti “vecchi” in meno si arriva a quel 50% di “risparmi sulla spesa sociale” auspicato, anni or sono, da Cristine Lagarde?
Insomma, tanto il primario di Bergamo quanto il dirigente del San Raffaele di Milano ci dicono, in altre parole, quelle stesse indicibili cose che Confindustria non dice – ma sottointende – e che paralizzano il governo: non possiamo fermare l’economia (o i profitti?) soltanto per evitare che muoia di coronavirus qualche milione di vecchi poveri e per di più malati, dunque, già prossimi alla dipartita.
E poi, di mandare in pensione la gente ad un’età decente, non se ne parla proprio: parola di Unione Europea e della BCE.
Siamo, dunque ad un passo da una nuova eugenetica soft: mentre i nazisti i deboli, i malati ed i “vecchi” li gasavano, ora, invece, li si lascia morire di Covid-19. Oppure di lavoro ad oltranza, o di tutt’e due…
“Arbeit macht frei”, no?
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa