Un appello per l’iniziativa politica al suo fianco
La solidarietà ai processi di emancipazione in America Latina devono ridiventare un asse centrale dell’iniziativa politica delle forze comuniste, progressiste e sinceramente democratiche del nostro Paese.
Tale sostegno deve rigettare, in primis, i tentativi di Washington di fare nuovamente del Continente latinoamericano il proprio “cortile di casa”.
Da tempo l’America Latina è infatti un laboratorio politico dove troviamo da un lato, gli Stati Uniti che tentano di riaffermare la propria declinante egemonia, e l’Unione Europea che cerca di esercitare un ruolo neo-coloniale, dall’altro lato i processi di transizione socialista più longevi resistono ai tentativi sempre meno velati di destabilizzazione. In questa situazione le popolazioni, in forme differenti, cercano di sganciarsi da un modello di sviluppo neo-liberista e dalla dipendenza occidentale.
È in atto infatti da tempo un processo progressivo, anche se non lineare, di sganciamento da Washington. Tale dinamica vede le oligarchie locali e le loro consorterie politiche – a cui storicamente gli USA si appoggiavano – sempre più delegittimate da parte di ampi strati della popolazione.
Contemporaneamente si sta manifestando il consolidarsi – se pur tra mille difficoltà – di quelle esperienze, come il Venezuela bolivariano, che insieme a Cuba ed al Nicaragua, sono state fino ad ora le maggiori spine nel fianco dei progetti nord-americani nell’area.
È chiaro che l’attacco a Cuba socialista verificatosi a luglio, e pianificato da tempo, fa parte della consueta e consolidata strategia messa in atto dagli Stati Uniti per tentare di destabilizzare il governo dell’isola.
L’attuale amministrazione statunitense ha gettato in fretta la maschera proseguendo nel cammino intrapreso da Trump mettendo definitivamente in soffitta le parziali aperture registrate nel secondo mandato della presidenza Obama, inasprendo il criminale blocco economico, commerciale e finanziario contro l’Isola così come contro il Venezuela
Un’offensiva che vede sempre più nell’occhio del ciclone anche il Nicaragua dove il prossimo 7 novembre si svolgeranno le elezioni presidenziali. Il Paese è stato sottoposto alle pressioni di USA e UE. Quest’ultima ha recentemente prorogato le sanzioni a 14 personalità nicaraguensi fino al 15 ottobre del 2022, dopo averle estese questa Estate, mentre gli USA tra luglio ed agosto hanno imposto tre diverse ondate di sanzioni riguardanti 150 persone.
A Cuba, Nicaragua e Venezuela si sono uniti diversi Paesi che in differente grado e misura portano avanti politiche progressiste come l’Argentina del dopo Macri, la Bolivia del MAS e più recentemente il Perù.
Ottimi segnali sono giunti anche dal Cile che ha votato per cambiare la Costituzione di Pinochet ed eletto una nuova Costituente, ha avuto importanti elezioni amministrative e si appresta alle elezioni presidenziali (in cui cambierà Camera, Senato, governi di regioni e comuni) il 19 novembre, con un eventuale ballottaggio fissato per il 19 dicembre.
In Brasile, appare più che probabile l’uscita di scena di Bolsonaro nelle elezioni che si terranno in ottobre del prossimo anno. Ciò nonostante Appaiono sempre più evidenti i tentativi golpisti della filiera militare a lui legata, mentre il rifiuto delle sue disastrose politiche da parte della maggioranza della sua popolazione è sempre più evidente. Infine lo stesso Messico sta marcando la distanza politica con la presidenza Statunitense.
Oltre ai successi elettorali contro le politiche neo-liberiste non si possono ignorare i movimenti di massa che stanno attraversando il continente dalla Colombia al Guatemala – e che incontrano una repressione feroce. Mobilitazioni che preparano il terreno per un possibile cambiamento radicale nei differenti Paesi, che danno la cifra dello scontro di classe in atto in tutto il continente.
Gli USA stanno riconfigurando complessivamente la loro presenza a livello mondiale, ed a tale proposito – si veda la “fuga” dall’Afghanistan e al ritiro dall’Iraq e dalla Siria.
E’ chiaro che il loro maggiore anello debole rimane l’America Latina: per ciò è prioritario per loro destabilizzare Cuba, Nicaragua ed il Venezuela, “congelare” le altre spinte progressiste, annichilire i movimenti che contestano le élites che sono la loro cinghia di trasmissione nell’area, e, dove possono, mettono “gli scarponi a terra” come hanno fatto recentemente ad Haiti.
Di fronte a questo scenario, ed al fatto che una belva ferita come l’imperialismo yankee resta tutt’ora feroce, siamo chiamati ad intensificare il confronto, moltiplicare la vigilanza, promuovere una informazione corretta.
Questo sforzo deve tradursi in un’iniziativa politica a tutti i livelli che prepari il terreno per una campagna politica che sostenga il variegato processo di emancipazione latino-americano, a cominciare dai suoi punti di forza, rigettando le ingerenze dell’imperialismo statunitense ed del neo-colonialismo europeo, all’interno del quale il nostro governo svolge un ruolo tutt’altro che secondario e anzi piuttosto deleterio.
Pensiamo che in questa direzione vadano moltiplicati gli sforzi per aggregare un fronte il più ampio possibile che prenda posizione e si faccia promotore di una agenda politica che trasformi la solidarietà ed i processi di emancipazione dell’America Latina in uno degli assi principali del proprio agire perché è da questo continente che parte una speranza per tutta l’umanità.
Ci facciamo quindi promotori/trici di questo appello.
Primi firmatari (in ordine alfabetico ed in corso d’aggiornamento):
Alessandro Perri – dottorando in Comunicazione e Sociologia del Lavoro all’Università La Sapienza
Alessandra Benvenuti – RSU USB Piaggio
Alfonso De Amicis
Alfredo Giraldi – attore, burattinaio e pedagogista teatrale
Andrea Falasconi – fotografo
Andres Felipe Luna Castro – S.O.S. Colombia
Andrea Puccio – giornalista e blogger
Angelo Baracca – professore universitario in congedo e saggista
Antonio De Laurentis – restauratore
Antonella Mauro – assistente amministrativo Ministero della Difesa
Antonella Romano – attrice
Antonello Cossia – regista teatrale
Antonio Andreotti – attivista di questioni internazionali a Firenze
Bruno Carotenuto – Fotografo
Camilla Diurno
Carla La Daga
Carlo Cerchiello – attore e regista teatrale
Caterina Manente
Chiara dal Canto, Ponsacco (PI)
Cinzia Della Porta, Dip. Internazionale USB
Claudio Testani – pensionato
Daniele Rossi – Potere al Popolo! Pisa
Dario San Giorgio – impiegato funzionario aereoporto di Ciampino
Decio Dipierro – assistente tecnico
Elena De Candia – regista e sceneggiatrice cinematografica
Elena Lott – Brigate Abdel Salam Milano
Ernesto Screpanti – docente di Economia Politica presso l’Università di Siena
Eva Mantelli
Evelyn Prieto – Chilen@s en la Toscana
Fabrizia Casalini – membro del Coordinamento Nazionale di Potere al Popolo
Fernando De Luca
Filippo Bianchetti – medico BDS
Flavia Lepre – insegnante
Flavio Novara – direttore responsabile periodico “Alkemianews.it”
Francesca Cirillo – Web Designer
Francesco Sciortino – Collettivo Studentesco Cravos Siena/Firenze
Giacomo Simoncelli – Potere al Popolo! Siena.
Giacomo Marchetti
Gianfranco Fornoni
Gigi Esposito – tecnico teatrale
Giorgio Gattei – già professore UNIBO
Guadalupe Aguilar – Mediatrice culturale e attivista internazionale (Bolivia)
Igor Vazzaz
Inblibiotecario e fil – casa di produzione
Indira Pineda – lavoratrice presso il Consolato Venezuelano di Napoli
Isa Danieli – attrice e regista teatrale
Laura Useche, S.O.S. Colombia
Luisa Guarro – attrice e regista teatrale
Kirka de Jorio – artista
Lauro Azzolini – pensionato e militante
Luciano Vasapollo – prof. Università La Sapienza, membro Segreteria Internazionale della Rete di Intellettuali, artisti e movimenti sociali in difesa dell’Umanità (REDH)
Marcella Granito – attrice
Marcella Vitiello – attrice
Marco “Oddo” Odorici
Maria Cinzia Mirabella – attrice e registra teatrale
Maria Pia Natalino – funzionaria Commissione Europea
Maria Sandoval – Chilen@s en la Toscana
Maria Renella
Marina Fayad – scenografa
Mario Franco – professore universitario e storico del cinema
Matteo Di Fiore – Potere al Popolo Grosseto
Mauro Casadio
Maurizio Esposito – pittore
Massimiliano Gazzola – Collettivo “Spread it” Piacenza
Massimo Amore
Mila Pernice – impiegata
Nero Samos Santella – tecnico teatrale
Nicola de Cornelis – insegnante
Nico Mucci – attore e regista
Nicola Abatangelo – pensionato
Osvaldo Faundez Inteveen – Chilen@s en la Toscana
Pasquale Abatangelo
Raffaele Carotenuto – scrittore e giornalista
Ramona Tripodi – attrice e regista teatrale
Rita Martufi – Direttrice Centro Studi Cestes e coordinatrice capitolo italiano della REDH
Roberto Cardone – attore e regista teatrale
Roberto Sassi – saggista
Salvatore Izzo – Direttore “FarodiRoma” e Presidente dell’Associazione Padre Virginio Rotondi per un giornalismo di Pace ETS
Sandro Padula – Operaio
Sandro Vero – psicotearapeuta
Santa Iovino – insegnante
Sergio Cararo – Direttore “Contropiano”
Sergio Longobardi – attore e regista teatrale
Sergio Scalzone
Simone Bruscolotti – docente storia e filosofia
Sergio Scorza
Simone Selmi – RSU USB Piaggio
Stefano “Steno” Cimato – cantante dei Nabat
Susanna Angeleri
Tommaso Aramini – regista
Tuula Haapianen – insegnante
Ugo Giannangeli – avvocato penalista BDS
Valerio Evangelisti – scrittoore
Valter Lorenzi – Circolo agorà Pisa
Vincenzo Morvillo – Giornalista e Critico
Per aderire scrivere a: americalatinasperanza@gmail.com
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alfredo fabbri
SI, La solidarietà ai processi di emancipazione in America Latina devono ridiventare un asse centrale dell’iniziativa politica delle forze comuniste, progressiste e sinceramente democratiche del nostro Paese.- E bello sentir parlare di Solidarietà ed agire di conseguenza. Da Gioia e Speranza Concreta- Avanti cosi. La rinascita reale –valore Etico-Sociale–dei partiti Comu nisti nel mondo non è un UTOPIA, ma un Obiettivo concreto, raggiungibile. Quindi vicinanza ai processi di Emancipazione in America Latina.– Lottiamo socialmente per una Terra Lontanissima dalla barbarie, dalle guerre e produzione di armi…
B R A V I
Arena Anna
Solidarietà con l’America Latina
Carlo
Il solo fatto che si chiami ancora latina l’america del sud, l’Abya Yala, dove i ‘latini’ o europei abbiamo massacrato varie decine di milioni di persone per conquistare, saccheggiare e imporre la ‘nostra’ cultura, etica, religione e tutte le merde della nostra ‘civiltà’, ma dove resistono ed ora stanno rinascendo con forza molte delle più di 500 nazionalità sopravvissute, con le loro magnifiche lingue, culture, rapporti ecosistemici, comunitari, saggezze e sapienze, rivela fino a che punto il discorso della “speranza” esposto così sia errato, fuori luogo, mistificante.
La speranza, per tutta l’umanità abbruttita dal capitalismo, si ci viene oltre che dalla magnifica Rojava anche e proprio dall’Abya Yala, ma non nelle chiavi qui segnalate. C’è ben molto di più nella sostanza dei movimenti sociali che si stan diffondendo nel continente.
Redazione Contropiano
A parte i mezzi insulti, non è che hai detto nulla. “Molto di più” è una frase per riempirsi la bocca, non un discorso serio…
Contestare i nomi (“America Latina” invece che Abya Yala, non proprio conosciutissimo da queste parti) è un modo di buttarla in caciara. E basta.
Gianni Monti coordinatore della CASA DEI DIRITTI DEI POPOLI
Condivido pienamente i contenuti di questo e aderisco convintamente. Mettetemi tra i firmatari.
Enrico Vigna
Concordo pienamente con l’appello al fianco dei popoli latinoamericani.
Enrico Vigna, Centro Iniziative Verità e Giustizia.