Quando la notizia del massacro dell’ospedale Al Alhy di Gaza ha iniziato a circolare e le immagini raccapriccianti dei corpi mutilati di bambini e civili sono apparse sui canali televisivi e sulle piattaforme dei social media, la posizione israeliana ha iniziato a cambiare.
Inizialmente l’attacco è stato apertamente rivendicato da Hananya Naftali, portavoce social del premier israeliano Banjamin Netanyahu, con un messaggio pubblicato sul suo canale Telegram: “L’aeronautica israeliana ha colpito una base terroristica di Hamas all’interno di un ospedale a Gaza. Molti terroristi sono morti. È straziante che Hamas lanci razzi da ospedali, moschee, scuole e utilizzi i civili come scudi umani”.
Successivamente l’esercito israeliano ha cambiato la sua versione. “L’esercito israeliano ha dichiarato che l’uccisione di centinaia di persone in un ospedale della Striscia di Gaza (…) è stata causata da un missile fallito lanciato dalla Jihad islamica palestinese, un gruppo militante di Gaza“, cominciano a riferire le agenzie internazionali.
Ma questo non può essere il caso, per diverse ragioni:
Primo, nessuno della resistenza palestinese a Gaza possiede bombe con questo tipo di capacità distruttiva.
In secondo luogo, l’esercito israeliano aveva già chiarito, nella sua dichiarazione iniziale, di essere il responsabile dell’uccisione di massa.
In terzo luogo, Israele aveva già bombardato quello stesso ospedale, solo pochi giorni prima, precisamente sabato 14 ottobre. Il bombardamento ha provocato danni alle infrastrutture.
Quarto, Israele ha bombardato anche altri ospedali, tra cui l’ospedale di Al-Dura e l’ospedale indonesiano.
In quinto luogo, poco prima del massacro, gli aerei israeliani hanno anche effettuato un attacco contro una scuola gestita dall’UNRWA, che ospitava dei civili, nel campo profughi di Al-Maghazi, nella Striscia di Gaza centrale, uccidendo e ferendo decine di persone.
Infine, e forse ancora più importante, è il fatto che l’esercito israeliano ha continuato a bombardare gli ospedali, anche dopo la notizia del grande massacro. Uno di questi ospedali era l’European Hospital di Gaza.
“Il corrispondente di Al Jazeera ha riferito che le forze di occupazione israeliane hanno bombardato le vicinanze dell’Ospedale Europeo di Gaza a Khan Yunis, a sud della Striscia di Gaza“, ha riportato Al Jazeera Live Blog.
L’ospedale Al-Ahli, che un tempo si chiamava Al-Mamadani, ha sede nel quartiere di Al-Zaytoon, a sud di Gaza City. È uno dei principali centri medici di tutta Gaza, in quanto fornisce assistenza medica a migliaia di palestinesi, soprattutto alle famiglie povere e operaie.
Nei primi giorni della guerra israeliana su Gaza, Israele ha avvertito vari ospedali, tra cui Al-Ahli, che dovevano essere evacuati e che gli ospedali sarebbero stati bombardati.
La direzione di vari ospedali della Striscia, tuttavia, si è rifiutata di evacuare, a causa delle condizioni critiche di migliaia di civili palestinesi che sono stati bersagliati dalle bombe israeliane dall’inizio della guerra, il 7 ottobre.
Sabato, Israele avrebbe bombardato il Centro diagnostico per il trattamento del cancro dell’ospedale.
I palestinesi hanno quindi iniziato a lanciare l’allarme sulla serietà delle minacce di Israele di colpire gli ospedali palestinesi.
La questione è diventata più urgente quando migliaia di civili palestinesi si sono rifugiati all’Al-Ahli e in altri ospedali.
Questi sfollati palestinesi sono stati costretti a fuggire dalle loro case, in seguito all’ordine militare israeliano di evacuare l’intero nord della regione di Gaza – stimato in oltre 1 milione di palestinesi -. La maggior parte, se non tutte, le persone uccise ad Al-Ahli erano palestinesi sfollati, pazienti o loro familiari.
Le proteste sono immediatamente esplose in tutto il Medio Oriente dopo la notizia. Ma il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e altri leader occidentali stanno affluendo in Israele per mostrare “solidarietà” al governo di estrema destra di Benjamin Netanyahu.
Mentre i media stavano apprendendo del devastante attacco a una scuola gestita dalle Nazioni Unite nell’area di Al-Maghazi, nel centro di Gaza, che ha provocato decine di morti e feriti, la notizia dell’ospedale di Al-Ahli ha distolto l’attenzione da altri massacri che si stavano verificando in altri rifugi delle Nazioni Unite, della difesa civile e in altri ospedali della Striscia.
I filmati hanno mostrato i primi momenti in cui le bombe israeliane hanno colpito il centro dell’ospedale. Il corrispondente di Aljazeera, Wael Dahdouh, ha dichiarato che il tipo di bombe utilizzate in questo attacco è diverso da quelli precedenti.
“Le bombe precedenti erano destinate a penetrare in profondità nel terreno“, ha detto il corrispondente.
“Questa volta hanno usato missili mirati che sono in grado di creare il maggior danno possibile in superficie“.
Un portavoce degli ospedali palestinesi ha dichiarato ad Aljazeera che per salvare vite umane sono costretti ad amputare quante più persone possibile nelle strade, nei parchi e nei parcheggi.
Non è chiaro quante persone siano state uccise, al momento ne vengono dichiarate decedute 476, poiché si stima che centinaia siano state colpite anche fuori dall’ospedale, come dimostrano le pozze di sangue in tutta l’area.
Operatori sanitari e giornalisti hanno descritto scene terrificanti di parti di corpi sparsi in tutta l’area, affermando che centinaia di cadaveri devono ancora essere recuperati.
Un medico ha detto ad Al Jazeera che le sedie a rotelle dei palestinesi malati sono state trovate con corpi maciullati e decapitati di anziani, bambini e altri feriti.
“È una follia”, ha detto il portavoce dell’ospedale ad Aljazeera. “Non avrei mai immaginato di vivere un’esperienza del genere nella mia vita”.
da Palestine Chronicle
*****
Una delle poche eccezioni nello squallido panorama dell’informazione italiota…
“L’ospedale Al-Alhi di Gaza già colpito giorni fa da un razzo israeliano. E l’esercito aveva ordinato l’evacuazione tre volte”
C’è un precedente che riguarda l’ospedale Al-Alhi di Gaza, colpito martedì sera da un missile che ha provocato “centinaia di vittime”. La struttura era già stata centrata alcuni giorni fa da un razzo israeliano e l’esercito di Tel Aviv aveva intimato per tre volte l’ordine di evacuazione.
Passato sotto silenzio per ore, il primo attacco subito è stato sottolineato dalla Chiesa Anglicana, che finanzia l’ospedale ed è indipendente dalle fazioni politico-militari presenti nella Striscia. E in Rete si ritrovano diverse tracce delle reazioni della stessa Chiesa al primo strike sulla struttura, avvenuto sabato scorso, che aveva provocato 4 feriti tra gli operatori sanitari.
All’indomani della strage di martedì sera, le cui responsabilità non sono ancora state chiarite, il vescovo anglicano di Gerusalemme, Hosam Naoum, ha detto che l’ospedale Al-Ahli aveva ricevuto almeno tre ordini di evacuazione da parte dei militari israeliani prima dell’esplosione.
Ordini a cui il personale sanitario si è rifiutato di ubbidire. Secondo Naoum, l’Idf ha dato gli avvertimenti per telefono a partire da domenica, dopo che i bombardamenti israeliani avevano già colpito due piani dell’ospedale lo scorso 14 ottobre.
Dopo lo strike dello scorso sabato, anche l’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, aveva avvisato: “L’Ahli Hospital è stato colpito dal fuoco dei razzi israeliani ieri sera e quattro membri del personale sono rimasti feriti nell’esplosione. Anche altri ospedali sono stati colpiti”.
Il reverendo aveva quindi chiesto che “l’ordine di evacuazione degli ospedali nel nord di Gaza venga revocato e che le strutture sanitarie, gli operatori sanitari, i pazienti e i civili vengano protetti”.
Il vescovo Naoum ha rifiutato di esprimersi su chi sia responsabile dell’esplosione di martedì sera e ha esortato l’opinione pubblica a concentrarsi sulla distruzione e sulle morti che si stanno verificando a Gaza: “Come persone di chiesa, non siamo esperti militari – ha detto – Vogliamo solo far vedere alla gente cosa sta succedendo sul campo e speriamo che arrivi alla conclusione che ne abbiamo abbastanza di questa guerra”.
Naoum ha aggiunto che l’esplosione all’ospedale ha anche squarciato una chiesa al centro di un cortile dove i palestinesi si erano rifugiati. Ha detto che le vittime sono “centinaia”, in base a quanto riferito dal personale locale.
Parlando con la BBC, Richard Sewell, uno dei maggiori esponenti della Chiesa anglicana a Gerusalemme, ha ricordato il primo danneggiamento del 14 ottobre e spiegato che dopo quell’attacco molti dei 6mila abitanti di Gaza, quasi esclusivamente famiglie, che si erano rifugiati all’interno si sono allontanati ma all’incirca mille persone avevano deciso di rimanere comunque nella struttura.
* da Il Fatto Quotidiano
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa
Luana
Il governo israeliano ha studiato attentamente le operazioni naziste. Hanno imparato bene la lezione.lUccidere civili inermi è la prerogativa dei sionisti neonazisti. Una vergogna planetaria e il silenzio urla