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Prove controllate di cacciata del faraone B.

 

Berlusconi nella speranza che la marea dell’«indignazione» – sentimento esplosivo, ma generalmente di non lunga durata – cominci a rifluire.

L’impotente e frammentata opposizione parlamentare nella speranza che altri le tolgano le castagne dal fuoco, consegnandole una chance che da sola non ha saputo costruire.

Il mondo delle imprese, infine, nella speranza di un «ricambio senza cambiamento», che si limiti a rimuovere l’impresentabilità di un leader senza dignità che loro stesse hanno portato al trionfo; prima di scoprire dopo venti anni che era inabile al ruolo.

 

Che Berlusconi debba scomparire presto dalla scena politica è sentire comune. Anche dei movimenti che in questi hanno rappresentato l’unica opposizione reale, senza se, senza ma, e senza aspettare che un giudice risolvesse il problema. Soprattutto senza che una sola voce, dentro il parlamento, si levasse per sostenerne le sacrosante ragioni; tanto meno per rappresentarle.

L’opposizione di palazzo è senza alcun progetto proprio e spera in una piazza «educata», che le apra il varco verso una redistribuzione dei poteri e delle poltrone. Ma assume come programma il diktat delle aziende, della finanza e degli organismo sovranazionali che vogliono solo rilanciare il neoliberismo, riprodurre la crisi facendone pagare a noi il prezzo.

Quindi diciamo anche noi «Berlusconi vattene!» o, come a Bari, «Mo sbarack!».

Ma diciamo anche quel che vogliamo: aumentare i salari e l’occupazione – a cominciare da quella giovanile e femminile – eliminare la precarietà, difendere il potere d’acquisto dei pensionati, potenziare la scuola e la ricerca pubblica, ripristinare i diritti individuali dei lavoratori sia sul posto di lavoro che nella scelta del sindacato in cui si riconoscono.

Ogni persona di questo paese sa che i «diritti che si pensavano acquisiti» sono oggi scatole vuote oppure oggetto di distruzione sistematica. Vale per i nostri diritti come lavoratori, come donne, studenti, precari, pensionati, senza casa o migranti. E’ un degrado di civiltà generale che ha una causa e molti volti: quello di Berlusconi è soltanto uno, il più ripugnante e volgare.

Non ci facciamo prendere in giro! Non ci facciamo usare perché, ancora una volta, «tutto cambi perché nulla cambi»! Que se vayan todos!

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