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Bologna. Contro la violenza di genere l’organizzazione è scelta, ragione, forza

Il 27 Maggio 2021 Oriandenson Venturi è stato condannato ad otto anni di carcere per lo stupro di una di noi, avvenuto due anni fa nel quartiere della Bolognina.

La condanna al massimo della pena è stata emessa nonostante l’avvocato che ha scelto di difendere questo stupratore abbia cercato di far passare elementi di disagio personale come attenuanti, cercando di costruire un’inaccettabile e rancida narrazione che vittimizza un violentatore seriale e recidivo.

Una narrazione complementare a quella altrettanto schifosa che strumentalizza i corpi delle donne per chiedere più polizia e telecamere nei quartieri e per giustificare gli strumenti repressivi.

Sappiamo che nessuna condanna potrà mai cancellare la violenza subita. Non siamo giustizialisti, siamo consapevoli che le carceri sono piene dei dannati della terra e degli sfruttati e che sono uno strumento di emarginazione sociale che calpesta la dignità e la libertà degli ultimi.

E così come siamo al fianco dei detenuti che lottano contro le condizioni disumane delle carceri, e siamo consapevoli che la giustizia ha la funzione di cristallizzare i rapporti di forza tra le classi e tra i generi, così come combattiamo quotidianamente lo sfruttamento degli esseri umani nei posti di lavoro, difendiamo il diritto alla casa nei quartieri popolari e il diritto allo studio, allo stesso modo rifiutiamo la violenza di genere e dei rapporti sociali e riconosciamo come nostro nemico chi fa la scelta di opprimere un altro essere umano, di fare, come uomo, violenza ad una donna.

E questo è il messaggio che abbiamo voluto condividere con i detenuti fuori dal carcere della Dozza ieri sera, un momento di forte scambio di solidarietà collettiva : dalla parte dei detenuti e degli sfruttati, contro la violenza di chi stupra e chi opprime.

Di fronte a tutto questo, di fronte a una crisi di valori, all’imbarbarimento sociale e culturale dilagante noi opponiamo, ancora con più forza, la lotta e l’organizzazione come strumento concreto di riscatto e emancipazione da un mondo che calpesta tutto e tutti. La nostra compagna non è mai stata sola, chi tocca una tocca tutti.

LA NOSTRA SICUREZZA E’ L’ORGANIZZAZIONE.

LA NOSTRA ARMA E’ LA COSCIENZA COLLETTIVA.

LA NOSTRA DIFESA E’ L’AZIONE ORGANIZZATA.

CONTRO LA VIOLENZA DI GENERE L’ORGANIZZAZIONE È SCELTA, RAGIONE E FORZA.

 

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