In questi mesi è andata crescendo l’attenzione verso il processo di definizione e di costruzione del polo imperialista europeo. L’avvicinarsi della scadenza elettorale – prevista per la primavera del 2019- sta riaccendendo la discussione sui caratteri, le forme e l’azione dell’Unione Europea.
Da tempo la Rete dei Comunisti ha prodotto, nel corso della sua attività militante, un ampia documentazione ed una articolata elaborazione teorico/politica che è rintraccibile nei vari numeri della rivista Contropiano/cartaceo, nei numerosi opuscoli realizzati ed in tantissimi articoli sui nostri siti. Per facilitare, però, un approccio a questo tema, particolarmente ai giovani compagni ed a quanti non hanno la caparbietà di ricostruire l’intero dibattito la redazione del sito della RdC ha chiesto al compagno Italo Nobile di scrivere dei brevi articoli/schede – di ricostruzione storico/politica afferente alla questione dell’Unione Europea – utili ai compagni ed agli attivisti tutti.
Dopo il primo articolo, “Gli antesignani utopici dell’Unione Europea” (http://www.retedeicomunisti.org/index.php/interventi/2140-gli-antesignani-utopici-dell-unione-europea) pubblichiamo questo secondo contributo a cui seguiranno, nel corso dei prossimi giorni, altri articoli/schede.
Gli Stati Uniti d’Europa secondo Lenin
“La prossima parola d’ordine politica dei socialdemocratici europei deve essere la formazione degli Stati Uniti repubblicani d’Europa; ma a differenza della borghesia, la quale è sempre pronta a promettere tutto ciò che si vuole pur di trascinare il proletariato nella corrente generale dello sciovinismo, i socialdemocratici spiegheranno quanto sia assurda e bugiarda questa parola d’ordine senza l’abbattimento rivoluzionario delle monarchie tedesca, austriaca e russa”.
Così recita un passo di “La guerra e la socialdemocrazia russa” scritto a fine Settembre 1914 e pubblicato ad inizio Novembre dello stesso anno. Viene attribuito a Lenin, ma è firmato Il Comitato centrale del Partito Operaio socialdemocratico della Russia. Non a caso Lenin ad Agosto del 1915 rammenta in “Sulla parola d’ordine degli Stati Uniti d’Europa” che la Conferenza delle sezioni del partito all’estero (svoltasi a Berna tra Febbraio e Marzo del 1915) aveva deliberato di soprassedere alla questione della parola d’ordine “Stati Uniti d’Europa” finchè non se ne fosse discusso l’aspetto economico. E Lenin ricorda che il manifesto del Comitato Centrale aveva formulato questa parola d’ordine come parola d’ordine politica e aveva sottolineato che essa sarebbe stata bugiarda senza l’abbattimento rivoluzionario delle monarchie tedesca, austriaca e russa. Lenin precisa che opporsi, entro i limiti degli apprezzamenti politici di questa parola d’ordine, mettendosi dal punto di vista che essa offusca o indebolisce, sarebbe del tutto errato. E continua, parlando delle rivoluzioni politiche di tipo democratico intendendole come propedeutiche alla rivoluzione socialista.
In questa fase Lenin ha come obiettivo quello di denunciare il tradimento dei partiti socialisti europei che hanno ceduto al nazionalismo e votato i crediti di guerra. Quando egli parla del fatto che non bisogna mettersi dalla prospettiva che la parola d’ordine degli Stati Uniti d’Europa offusca, egli intende che non bisogna mettersi dal punto di vista nazionalistico. Tuttavia è molto plausibile pensare che a Lenin questa parola d’ordine non piacesse affatto e che il suo uso sia stato il frutto di un compromesso nella stesura del manifesto. Infatti egli riprende del manifesto proprio i punti che si può ipotizzare abbia imposto e cioè l’aggettivo “politico” per limitare la portata della parola d’ordine e introdurre l’analisi di tale parola d’ordine dal punto di vista economico. Lenin inoltre sottolinea come nel Manifesto sia scritto che questa parola d’ordine è assurda e bugiarda senza l’abbattimento delle monarchie tedesca, austriaca e russa. La parola d’ordine così diventa uno sfondo lontano e astratto condizionato come’è dai veri obiettivi che Lenin considera fondamentali e cioè l’abbattimento rivoluzionario delle monarchie tedesca, austriaca e russa (e forse non a caso successivamente il tentativo riuscito di Lenin e quelli falliti di Rosa Luxembourg e di Bela Kun si collegano a questi obiettivi politici).
Infatti Lenin dice che se la parola d’ordine degli Stati Uniti Repubblicani d’Europa, collegata all’abbattimento rivoluzionario delle monarchie europee più reazionarie, è assolutamente inattaccabile come parola d’ordine politica (notiamo quante volte ripete queste cose?) rimane pur sempre da risolvere (purtroppo…) l’importantissima questione del suo contenuto e significato economico. Lenin insiste dicendo che “Dal punto di vista delle condizioni economiche dell’imperialismo … gli Stati Uniti d’Europa in regime capitalistico sarebbero impossibili o reazionari”. Poi spiega in che senso il capitale è divenuto internazionale o monopolistico e continua “In regime capitalistico gli Stati Uniti d’Europa equivalgono ad un accordo per la spartizione delle colonie”. E ancora “Certo, tra i capitalisti e tra le potenze sono possibili degli accordi temporanei e in tal senso sono anche possibili gli Stati Uniti d’Europa come accordo tra i capitalisti europei … ma a qual fine? Soltanto al fine di schiacciare tutti insieme il socialismo in Europa e per conservare tutti insieme le colonie accaparrate contro il Giappone e l’America …”. Poi continua “Sulla base economica attuale, ossia in regime capitalistico, gli Stati Uniti d’Europa significherebbero l’organizzazione della reazione per frenare lo sviluppo più rapido dell’America”
Lenin poi accenna alla possibilità degli Stati Uniti del mondo e dice “La parola d’ordine degli Stati Uniti del mondo, come parola d’ordine indipendente, non sarebbe forse giusta, innanzitutto perché essa coincide con il socialismo ed in secondo luogo perché potrebbe ingenerare l’opinione errata dell’impossibilità della vittoria del socialismo in un solo paese …” e continua “L’ineguaglianza dello sviluppo economico e politico è una legge assoluta del capitalismo. Ne risulta che è possibile il trionfo del socialismo all’inizio in alcuni paesi o anche in un solo paese capitalistico, preso separatamente”.
Per Lenin sembra che la lotta contro il nazionalismo dei paesi imperialisti non implichi l’impossibilità di una rivoluzione in uno dei paesi imperialisti. La conclusione dopo questa progressiva scansione degli argomenti è lineare “Ecco in forza di quali considerazioni … la redazione dell’organo centrale è giunta alla conclusione che la parola d’ordine degli Stati Uniti d’Europa è sbagliata”.
Se non dovessimo rispettare il metodo dell’analisi concreta della situazione concreta, guardando alla guerra di Libia e di Siria, guardando alla sconfitta del movimento operaio di questi anni in nome dell’Europa, guardando al conflitto interimperialistico risorgente tra Usa ed Europa, diremmo che Lenin stia parlando anche a noi. Non vi pare?
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