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La questione del no al ricatto Fiat è costituente per una vera sinistra

Nessuna alleanza con Fassino, amico di Marchionne.

Per fortuna il fronte di rifiuto alle proposte di “nuovo regime” della Fiat si sta allargando in primo luogo tra i lavoratori in carne ed ossa, ma anche nella cosiddetta opinione pubblica il drastico ricatto “diritti in cambio di lavoro” sta registrando opposizioni e perplessità.

Anche il quadro politico in qualche modo tiene conto di questa situazione; se di fronte alla sfacciataggine con cui il candidato del PD a Torino, Piero Fassino, aderisce convinto al dicktat di Marchionne (appoggiato dai maggiorenti D’Alema e Bersani), l’IDV, Vendola e sinistra radicale tuonano contro la posizione di Marchionne e criticano fortemente il PD (che in merito dice praticamente le stesse cose del governo Berlusconi). Potremmo dire che questa chiarezza è positiva, ma appunto aggiungiamo, se il PD appoggia la svolta della Fiat come ci si fa ad alleare
con tale partito? A Torino Vendola e la sinistra come fanno ora a dire che Fassino ha torto marcio e , a primavera,accettarlo come candidato a sindaco della città? Insomma, ancora una volta si dirà una cosa e poi se ne farà un’ altra, oppure è venuta l’ora della coerenza per ricostruire davvero una sinistra degna di questo nome? Sull’opposizione al ricatto Fiat si può davvero costruire una fase costituente dei comunisti e della sinistra, ma ci sarà coerenza? Noi di Comunisti Sinistra Popolare lo auspichiamo e quindi rilanciamo la proposta di liste e coalizioni unitarie, a partire da Torino, contro Berlusconi ma alternative al PD.

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