pubblichiamo tre brevi documenti di valutazione della giornata di tre realtà studentesche attive nella mobilitazione.
17 novembre, studenti in piazza
Da ieri in questo devastato paese c’è un nuovo governo: con nuovi ministri, vecchi programmi e una fiducia che se è larga in Parlamento è invece molto ristretta fuori. A dimostrarlo siamo stati tutti e tutte noi, studenti e studentesse che a migliaia abbiamo riempito le piazze di tutta Italia.
Nel giorno in cui a un manifestante del 15 ottobre è stata assegnata una pena esemplare, come monito per chi alza la testa, nelle aule del Parlamento il commissario nominato dall’Europa e da Napolitano per applicare le ultime disposizioni ultraliberiste mostrava il suo manifesto politico, fatto di promesse e retoriche a cui è difficile credere se confrontate con le lettere di BCE ed UE che hanno preceduto questo commissariamento. Ma mentre nelle solite tristi stanze blindate dei palazzi succedeva tutto questo, fuori dal Senato le uova e la frutta marcia erano i simboli della sfiducia sociale con cui abbiamo accolto questo governo. Non aspetteremo di vedere cosa farà Monti da premier o Profumo all’istruzione (ricordate il G8 University Summit del 2009?): nessun governo della crisi avrà mai la nostra fiducia! Ci stanno espropriando di tutto: diritti, istruzione, lavoro, salario e democrazia…siamo noi il 99% e siamo in CREDITO!
AteneinRivolta-Coordinamento dei Collettivi
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Non ci sono zone rosse, non abbiamo governi amici!
Oggi 17 novembre migliaia di studenti medi, studenti universitari e lavoratori più o meno precari hanno sfilato per le strade di Napoli contro i tagli e le manovre varate dal governo appena caduto e contro il governo della BCE rappresentato da Mario Monti e dai suoi “tecnici”.
Gli studenti in piazza non hanno solo protestato contro le riforme che stanno distruggendo il sistema formativo e cancellando il diritto allo studio, ma anche contro le politiche economiche di questi anni che hanno avuto come unico risultato quello di togliere diritti, impoverire ampie fasce della popolazione, tagliare migliaia di posti di lavoro. Politiche che il Governo Monti è lì per applicare ancora più duramente. Per questo in piazza abbiamo portato striscioni e messaggi di solidarietà ai lavoratori delle aziende che stanno chiudendo, scritte con i dati e le cifre di questa crisi, per questo un lancio di uova è stato fatto verso l’Adecco, un’agenzia interinale simbolo del nuovo caporalato legalizzato.
Forte è stato anche il no al corteo dei fascisti di Casa Pound che si dovrebbe tenere a Napoli il 26 novembre, ribadendo che le scuole, le facoltà e tutta la città è antifascista e ripudia il razzismo, il fascismo e il sessismo. Anche nelle sue forme istituzionali: è inaccettabile che ieri diversi esponenti dei disoccupati si siano visti le sedi perquisite, e comminate denunce per “associazione a delinquere”, quando tutta la loro colpa è pretendere un diritto: il lavoro!
Dopo aver proseguito per il percorso autorizzato il corteo intero ha violato la zona rossa più e più volte imposto nella zone di Santa Lucia e della Regione, continuando ad occupare per ore le strade di Napoli.
Tutto questo per affermare che questa crisi non la vogliamo pagare, né come studenti né come lavoratori, e che è giunto il momento che la paghi chi ha da sempre speculato sulla nostra pelle.
Uniamo le lotte!
Non abbiamo governi amici, che li facciano loro i sacrifici!
Eat the rich – Magnammec’ o’ padron’!
Collettivo Autorganizzato Universitario – Napoli
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Save schools not banks
Il 17 novembre in oltre quindicimila siamo scesi in piazza a Roma, siamo stati
tantissimi studenti delle scuole che hanno animato le vie di questa città, partendo in cortei spontanei dai nostri istituti (in particolare oltre duemila studenti partiti dalle scuole di prati e del centro, hanno svolto un corteo lungo il muro torto arrivando poi alla Sapienza) e raggiungendo poi il concentramento unitario di scuole e facoltà ad Aldo Moro dal quale si è mosso un corteo selvaggio che ha trovato nella partecipazione numerosissima di studenti e studentesse delle scuole uno dei principali elementi di forza e caratterizzazione.
Abbiamo dimostrato che non siamo disposti a restare a guardare in silenzio mentre vengono prese decisioni sulle nostre vite, che sia Alemanno, Berlusconi o Monti a farlo.
E nel fare questo abbiamo dimostrato di essere un grande movimento di massa, che quotidianamente costruisce percorsi autonomi di partecipazione, aggregazione e conflitto nelle scuole e che ieri ha espresso ancora una volta la sua forza. Un movimento crescente che rappresenta la presa di parola di una generazione nata precaria e cresciuta ribelle che nessuno può pensare di ignorare o sottovalutare.
Abbiamo attraversato le vie e le piazze di Roma, senza autorizzazione, forti della convinzione che questa città ci appartene, che non dobbiamo chiedere il permesso a nessuno per manifestare le nostre idee. Ci fa sorridere che Alemanno si ostini a tentare di regolamentare la nostra rabbia, abbiamo più volte dimostrato che non ci stiamo alle sue imposizioni e ai suoi divieti, e non possiamo che ribadirgli che saremo determinati quanto imprevedibili.
Abbiamo deciso che nella giornata di insediamento del nuovo governo tecnico dovevamo essere sotto il Senato, mentre si votava la fiducia, proprio per comunicare a Monti che dovrà fare i conti con noi. Siamo il 99% e in massa rifiutiamo le politiche di neoliberismo che la Bce vuole imporre all’Italia.
E proprio mentre noi lanciavamo uova e ortaggi sotto il Senato, gli studenti di Milano, Torino e Palermo venivano caricati della forze dell’ordine. Vogliamo quindi esprimere tutta la nostra solidarietà ai nostri compagni delle altre città fermati e feriti e vogliamo anche dire al nuovo governo che se è effettivamente interessato a dialogare con gli studenti, come dichiara, può iniziare impedendo che la polizia attacchi cortei studenteschi nella giornata mondiale del diritto allo studio.
Abbiamo letto su diversi quotidiani e sentito in alcune trasmissioni televisive racconti di episodi mai accaduti nel corteo di ieri. Dai cortei infatti non è stato allontanato nessuno studente a volto coperto o con un casco. Abbiamo ripetuto più volte e ribadiamo ancora che non esistono i buoni o i cattivi del movimento, che il nostro movimento è unico, trasversale e di massa. Siamo scesi in piazza ieri con le modalità discusse assieme, con i nostri scudi Book Block proprio perchè non siamo disposti a non tutelarci da indiscriminati attacchi delle forze dell’ordine come quelli che abbiamo visto avvenire in altre città.
E mentre ci riprendevamo le strade di questa città, un ragazzo veniva condannato a tre anni e quattro mesi di reclusione per i fatti del 15 ottobre. Anche a lui va tutta la nostra solidarietà proprio perchè troviamo assurdo che a pagare per quella giornata debbano essere degli studenti che si sono difesi da cariche indiscriminate in piazza San Giovanni, con una forzatura dello stesso diritto penale nelle imputazioni e nell’entità della pena.
Non siamo più disposti a sopportare che il nostro futuro, le nostre scuole, la cultura, i saperi, debbano pagare il prezzo di una crisi che non hanno provocato, ancheper questo lungo il percorso del corteo abbiamo segnalato diverse banche fra cui Cariparma e Unipol con la V per vendetta e con lanci di uova, proprio per ribadire chi sono i responsabili di questa crisi, e chi è che deve sanare questo debito che a noi non appartiene.
Siamo tanti e siamo determinati, e continueremo a dire tutto questo riappropriandoci delle nostre scuole e dei nostri tempi, occupando i nostri istituti come ha fatto oggi il liceo Malpighi di Bravetta!
Nei prossimi giorni ci rivedremo più volte in piazza, proprio perchè abbiamo l’esigenza di dire che questa è la nostra battaglia, e la stiamo vincendo.
Studenti medi in mobilitazione (Torino)
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