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Memoria difensiva di un No Tav

MEMORIA DIFENSIVA

Se mi chiedete se appartengo al movimento NO TAV vi rispondo che sì, appartengo al movimento NO TAV.
Se mi chiedete la motivazione di questa mia appartenenza vi rispondo che il movimento NO TAV è alla guida di tutti i Movimenti popolari per la difesa del territorio, per la salvaguardia della vita delluomo e dellambiente in cui esso vive.
Se mi chiedete la motivazione per la quale una persona di Pistoia si impegni in una battaglia distante dalla sua città centinaia di chilometri vi rispondo che limpegno civile per sviluppare questo nostropiccolopianeta da unprogressoche non si pone limiti nella devastazione, non ha confini temporali e territoriali.

Il TAV non è necessario; non risponde ad esigenze di sviluppo sociale, non risponde ai bisogni delluomo, al rispetto dellambiente. Il TAV, e tutte le opere di quella portata,  rispondono al comando del profitto, della speculazione, dello sfruttamento dellambiente, peggiorano la qualità della vita delle popolazioni delle aree nelle quali si mettono in opera, portano interi territori alla devastazione, li espongono a rischi idrogeologici, per i quali il nostro paese piange spesso morte e distruzione. Un esempio fra tutti, il VAJONT.
Dalla
valle che resiste ho appreso che necessita opporsi a tutte le operepubbliche” –grandi o piccole che siano- che non si pongono nella direzione di una migliore qualità della vita delluomo.
Dalla Valle che Resiste ho appreso le capacità che ho posto nella battaglia civile ed etica contro il parcheggio interrato che vogliono costruire in San Bartolomeo. Opera non necessaria, rispondente unicamente  alla speculazione ( e quel che è peggio portata avanti da un ente morale).
Il
parcheggio peggiora la qualità della vita di tutta larea orientale del centro storico, di tutto il quartiere di S. Marco a causa dellaumento esponenziale del traffico veicolare ed espone la città di Pistoia ad un serio e grave rischio idrogeologico a causa dellintercettazione da parte dei lavori di una falda acquifera di superficie, che per di più è una falda sospesa.

Nel 1985, in un periodo emergenziale, in unepoca comandata de leggi speciali nella quale si è sospeso il diritto civile, un pluriomicida (responsabile per sua stessa ammissione di due omicidi), nella necessità di comprare la propria libertà, denunciava più di cento persone, e tra queste vi era il sottoscritto. Ceravamo conosciuti una decina danni prima, allorché ero vissuto a Torino. Egli del sottoscritto ebbe a dire: “…Ho sentito dire che faceva parte…”. Solo queste parole si possono leggere nei fascicoli del procedimento, non sostenute da alcun riscontro probatorio. Procedimento che vedeva coinvolti anche alcunipentitidi Firenze che alcunché ebbero a dire circa la mia del tutto presunta affiliazione.
La
mia condanna fu dettata unicamente dalla necessità del periodo. Ma questo è bastato perMARCHIARMI.
Nel 1989 fui coinvolto in un secondo procedimento con le stesse imputazioni, e se vogliamo gli indizio presunti tali- erano maggiori che nell’ ’85, ma erano diversi i tempi. Il periodo emergenziale era terminato, le leggi speciali venivano tolte, e fui assolto. FUI ASSOLTO!!

Come giustamente ha affermato Alberto Perino:Questi arresti sono solo una campagna mediatici. Vi servivano elementidi grido. Questo è stato il sottoscritto in questa operazione, o meglio ancora: pensate, con il mio arresto, di prendere due piccioni con una fava.
1-  
 Dare in pasto alla disinformazione dei media unEx terrorista, seppur il sottoscritto non sia mai stato accusato di nessun reato specifico; unex terroristamai accusato di nessun atto di terrorismo di violenza; unex terroristacondannato unicamente per le leggi emergenziali , condannato unicamente perUTILITA’”, assolto invece quando questaUTILITA’” è venuta meno.
2-  
 Colpire il movimento proletario con larresto di un militante sociale, di una persona che si è sempre impegnata in battaglie civili e per il progresso sociale, che ha sempre combattuto a testa alta e alla luce del sole sotto il ricatto dellaMARCHIATURAche gli è stata impressa. Questo è il messaggio che volete lanciare a coloro che oggi con il sottoscritto sono impegnati ad impedire il nefasto e distruttivo progetto del parcheggio interrato in San Bartolomeo a Pistoia.

Come in Val Susa è con la nostra FORZA delle IDEE che abbiamo (per adesso solo) bloccato questo progetto. IDEE che hanno trovato sostegno in tutta la popolazione pistoiese, testimoniato dalle oltre 1300 firme su di una petizione, oltremodo ignorate dalle istituzioni ma che hanno trovato il sostegno di tutte le associazioni culturali e ambientali, come dimosta il convegno sulla salvaguardia del complesso monumentale dellex monastero di San Bartolomeo, tenutosi il 20 Novembre 2011 e del quale presto usciranno gli atti.
Tutta la società civile di Pistoia ha espresso parere negativo su questo nefasto progetto. Da non dimenticare inoltre limportante posizione assunta dallordine dei geologi della Toscana, che ha posto seri dubbi al riguardo dellintercettazione della falda acquifera.
Democrazia avrebbe voluto che lamministrazione comunale respingesse tale progetto dichiarandone la non fattibilità, ma i nostri amministratori, in barba alla volontà popolare, in ossequio ai poteri forti (e alle loro speculazioni) ai quali sono asserviti, sanno che la battaglia sarà (direi: potrà essere) da loro vinta in virtù della prevaricazione che può appoggiarsi sulla forza delle armi. Gli è sufficiente trasformare questa nostra legittima rivendicazione in una questione  di ordine pubblico. Il loro confronto non sarà, come del resto già adesso, sulletica e sulla morale delle nostre legittime rivendicazioni, sulla dignità ed il rispetto dei nostri diritti, sulla democrazia come volontà popolare, sulla salvaguardia da un eventuale rischio idrogeologico a cui sottopongono la città. Il loro non sarà un confronto, bensì una prevaricazione.

Alla nostra FORZA delle IDEE risponderanno con la violenza ed il sopruso militare, unici mezzi con i quali potranno portare avanti questo progetto distruttivo.. La stessa identica cosa che sta accadendo in Val Susa. Sono venti anni che con la sola FORZA delle IDEE stanno bloccando linutilità del TAV. Sono sei mesi che si parla di un cantiere che non esiste. Esiste solamente unoccupazione militare di parte del territorio. Nessun operaio che ci lavori, esclusi quelli impegnati per costruire la recinzione e oggi quelli impiegati a costruire IL MURO.
Centinaia
di agenti, Carabinieri e alpini che difendono un territorio occupato. Decine, centinaia di migliaia di euro spesi mentre si tagliano i servizi in tutta la nazione (Sanità, scuola, trasporti, ecc).

Pistoia 30 Gennaio 2012 Antonio Ginetti

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