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Moldavia: rilasciato il leader antigovernativo Renato Usatyj

Rilasciato ieri sera a Kišinëv il leader del Partito Nostro, Renato Usatyj, arrestato venerdì sera all’aeroporto della capitale moldava con l’accusa di violazione delle norme sulla privacy, per intercettazioni telefoniche illegali. Il tribunale ha deciso di non convalidare i 30 giorni arresto preventivo richieste dalla Procura, in attesa della formalizzazione dell’accusa. Di fronte alle migliaia di sostenitori che lo attendevano all’uscita del tribunale, Usatyj ha promesso vita dura al potere e nuovi scandali contro le macchinazioni affaristiche dei leader dei partiti di governo. Il capo del Partito Nostro che, in alleanza con il Partito Socialista sta guidando da due mesi le proteste contro la corruzione ai vertici del potere, ha dichiarato di non capire i motivi del suo fermo e che a esser giudicati dovrebbero essere invece gli oligarchi e i magnati in veste di politici da lui smascherati. “Perché non vengono adottate misure contro Vlad Filat per il fatto di aver finanziato illegalmente dall’estero il proprio partito? Ho riportato su internet la notizia che gli americani si sono intascati i soldi rubati ai risparmiatori moldavi”, ha detto Usatyj, verosimilmente riferendosi al miliardo di $ (1/8 del bilancio statale: il 15% del PIL) di cui le opposizioni denunciano da mesi la scomparsa. Usatyj, lui stesso uomo d’affari e sindaco di Bălți dal giugno scorso, quando ha sconfitto il suo diretto concorrente, rappresentante del PC moldavo, aveva diffuso nei giorni scorsi la registrazione di diverse intercettazioni telefoniche tra l’ex primo ministro e magnate Vlad Filat e il businessman Ilan Šor, nel corso delle quali i due mettevano a punto alcuni schemi di affari e corruzione. Il fatto, se da una parte ha messo in allarme le autorità, dall’altro ha ancor più accentuato il livello di sfiducia (87%) delle masse nei confronti del governo. “Sono le ultime convulsioni del regime” ha detto Usaty; “mi hanno rilasciato, perché hanno capito che ogni giorno in più di arresto avrebbe significato un punto in più di sfiducia”. Secondo Vesti.ru, gli attivisti dei partiti di centro-sinistra – il PC ufficiale pare non prender parte alle dimostrazioni antigovernative, mentre non si hanno notizie certe del Blocco rosso, dopo l’arresto del suo leader, l’ex deputato comunista Grigorij Petrenko – avrebbero dato l’ultimatum al governo: o le dimissioni del gabinetto entro il 29 ottobre o nuove e più risolute azioni di massa.

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