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Nè Tav nè repressione. Rispettate la volontà popolare!

Davanti alle gravissime conseguenze dell’operazione poliziesca di Lunedì scorso alla Maddalena di Chiomonte in Val Susa, e alla repressione che negli ultimi mesi si è inasprita massicciamente nei confronti del movimento popolare che si oppone al treno ad alta velocità in Val Susa.
Askapena, movimento internazionalista basco, vuole riconoscere e appoggiare il lavoro militante svolto dalle persone arrestate e, in maniera speciale, esprimere la sua solidarietà nei confronti del compagno Luca Abbà gravemente ferito durante l’operazione di recinsione dei lavori della TAV.
Il Treno ad Alta Velocità è l’esempio più chiaro del vero volto degli stati europei: Stati che deviano milioni di euro pubblici nelle mani dei grossi imprenditori dell’ingegneria civile, per finanziare un macroproggetto di nullo interese sociale e contestata viabilità economica che, in più, si dimostra fallimentare per riattivare l’economia. Tutto ciò quando vengono tagliati i fondi dei settori pubblici che, oltre a generare lavoro, offrono dei servizi alla società. Quindi dimostra la sottomissione dei poteri pubblici agli interessi dei poteri economici.
Tutto ciò si fa con l’opposizione frontale di ampi settori della società e, in maniera speciale, delle popolazioni che abitano nei territori coinvolti dai lavori. Quindi dimostra il carattere assolutamente antidemocratico delle misure e decisioni prese.
Applica un silenzio totale sull’impatto, sulla necessità e costo del lavoro. Dimostrando il coinvolgimento e la complicità dei grandi gruppi mediatici, controllati in gran parte anche dagli stessi imprenditori. Nega, in questo modo, il diritto che la popolazione ha di sapere quali saranno le conseguenze di un lavoro di queste caratteristiche.
Condanna popolazioni e territori rurali e di città minori a dovere subire le conseguenze dei grandi lavori di infrastruttura, senza che ne vedano alcuna conseguenza positiva. Solo cemento e distruzione del territorio e deviazione di fondi publici verso il privato.
Criminalizza il movimento contro la TAV, che negli ultimi anni è riuscito a coinvolgere ampi settori sociali che sono stati capaci di valutare le gravi conseguenze che un’opera del genere può avere nel loro territorio e nell’economia pubblica.
Al finale, reprime gli esponenti del movimento contro la TAV, fisicamente, con arresti, multe, denunce, gravissime violenze, applicazione di pene massime…

Euskal Herria e la Val Susa sono uniti da anni nella lotta contro questo assurdo e distruttore progetto, e hanno dovuto subire repressione e criminalizzazione da parte degli stati coinvolti in queste grandi opere.
Noi continueremo ad andare avanti, rivendicando la ragione dell’interesse publico, dell’interese ambientale, dell’interesse della popolazione, davanti agli interessi del capitale rappresentati dal treno ad Alta Velocità che distrugge il territorio, svuota i fondi pubblici e non risolve nessuno dei problemi di comunicazione che oggi ci sono in Europa.
È ora che l’Unione Europea e gli stati coinvolti fermino i lavori e sentano la voce di una gran parte della società che dice, sempre in maniera più forte: NO TAV!

Askapena. 28 febbraio 2012

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