Non abbiamo nulla da dire, naturalmente, ai lavoratori della fabbrica, che, non sapendo più a quale santo votarsi di fronte alla valanga di disastri che padroni e governo stan loro precipitando addosso, mandano una lettera al Ministro per chiedere di venire in assemblea. Certo questa lettera è un segno ulteriore della crisi della politica e anche della crisi del sindacato. Oramai tutte le istituzioni, sindacali, politiche, partitiche, di governo, sono viste allo stesso modo: come enti lontani a cui fare riferimento per petizioni, lamentele o indignazione.
I lavoratori dell’Alenia sono quindi lavoratori in carne ed ossa, colpiti in particolare dal disastro degli esodati provocato dal ministro Fornero e da Monti, e quindi è comprensibile che sperino, anche con un’assemblea col Ministro, di ottenere un piccolo miglioramento della propria condizione. Tutto il resto però fa solo tristezza ed è segno della crisi.
Fa tristezza la caricatura del dialogo tra le parti, che avviene in quest’assemblea. Il governo sta liquidando lo Statuto dei lavoratori, il sistema pensionistico, i servizi pubblici e poi lo va a spiegare in assemblea, presentandosi come dialogante. Ma ci facci il piacere!
E fa tristezza la caricatura di democrazia sindacale che avviene in quell’assemblea. Nel passato i delegati e i lavoratori avrebbero prima di tutto chiesto l’intervento dei segretari generali dei sindacati, per protestare con essi sull’inefficacia dell’azione sindacale, per rivendicare di contare di più. Oggi questo confronto di fabbrica diventa ininfluente, per evidente responsabilità non certo dei lavoratori, ma di un sindacato sempre più estraneo alla partecipazione e alla democrazia. E così alla fine l’assemblea all’Alenia viene presentata come una modernità, mentre è solo un atto di vecchio paternalismo di poteri che non vogliono mediare su nulla. E’ ovvio che dopo quell’assemblea il ministro Fornero, si sentirà ancora più legittimata a continuare nella strada intrapresa, dolorosa certo ma inevitabile. Sì, l’Assemblea in Alenia fa solo tristezza, ed è solo un segno delle crisi e delle difficoltà del sindacato e del mondo del lavoro. Crisi e difficoltà che toccano anche una realtà come la Fiom.
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Lucia
Vorrei tanto sapere da quale zucca sia venuta fuori l’assemblea con la Fornero. Sembra una pensata di qualche testa d’uovo del PD che facendo leva sulla demagogia operaia di volerle cantare due, fà restling d’immagine della fiom.A Torino c’è più di qualche problema in casa fiom ( Bertoni, Alenia)
Il governo riforma le pensioni, che se avesse fatto il puzzone ….,e questi organizzano talk-show.
Che lavoratori sono questi?
O sono lontani dai problemi concreti che le riforme Fornero portano, o meritano di essere trattati da schiavi. Piangine elemosinanti buone per un’apparizione in TV, incapaci di immaginarsi come classe e come classe difendere i propri interessi.
In che mondo vivono, pensano di convincere il boia che non è proprio giusto e giù con il rosario populista delle pensioni d’oro…Ancora?