La violenza dell’imperialismo spagnolo, lo sappiamo, ha molte facce. Passa dai Gal (squadroni della morte) alla violenza repressiva della piazza, alle carcerazioni con isolamento dei compagni baschi, alle leggi che condannano ad anni di carcere per semplici atti di resistenza e di protesta, alla tortura, agli stupri avvenuti nelle carceri fino all’assassinio di stato..
Ma la sentenza di inizio maggio contro Otegi, Diez e altri compagni della sinistra basca è più che mai espressione della volontà guerrafondaia e terrorista dello stato spagnolo ed è un segnale lanciato contro il possibile processo di pace e autoderminazione di Euskal Herria.
Da anni l’intero movimento basco si sta muovendo nella direzione di un salto di qualità verso una soluzione politica reale al problema dell’autodeterminazione fondata sulla libertà e sulla giustizia sociale. La discussione ha toccato tutte le realtà della sinistra basca: dalle realtà politiche a quelle sindacali fino a coinvolgere tutte le forme di resistenza (giovanile, notav,…). I risultati principali sono stati il maggiore radicamento in vari settori del popolo basco e le recenti vittorie elettorali.
Lo stesso corteo di inizio d’anno con la partecipazione di centinaia di migliaia di persone alla manifestazione per i prigionieri politici è stato espressione di quanto sia cresciuta una coscienza politica diffusa in Euskal Herria.
Di tutto ciò lo stato spagnolo ha paura e la sentenza di settimana scorsa lo dimostra. Anche le motivazioni della sentenza sono totalmente ideologiche.
L’idea che “todos es Eta” mira a negare tutto quello che c’è stato in questi anni e ci sarà nei prossimi. E’ la paura di ciò che portare l’esempio del popolo basco che non si arrende. E’ la paura che di fronte alla crisi anche all’interno del popolo spagnolo possa crescere una forte coscienza politica per il cambiamento. E’ la paura di far i conti con la storia.
Ed è cercare di nascondere al mondo che in realtà il vero terrorismo è quello dell’imperialismo spagnolo.
Questo avviene in un contesto nel quale, il tentativo del capitalismo di far pagare al proletariato la propria crisi strutturale, sta peggiorando le condizioni di vita e di lavoro per milioni di lavoratori e lavoratrici in tutta l’ Europa e la risposta sempre più violenta degli apparati repressivi si sta facendo sempre più pesante provando a calpestare il diritto al dissenso e l’espressione organizzata dei nascenti movimenti d’opposizione.
I compagni e le compagne del Centro Sociale Vittoria di Milano vogliono esprimere la loro più grandissima solidarietà ai compagni e alle compagne condannati, alle loro strutture politiche e sindacali di appartenenza, all’intero popolo basco in cammino per la propria emancipazione dall’imperialismo spagnolo.
Ai compagni e alle compagne in lotta per la libertà e l’autodeterminazione contro l’imperialismo spagnolo diciamo di non sentirsi mai soli perché li sentiamo vicini nel percorrere lo stesso cammino, nel praticare la stessa lotta contro lo stesso nemico di classe uguale in Italia come in Spagna come in tutto il mondo.
Solidarietà militante per i compagni e alle compagne condannati
Euskal Herria non cammina da sola !
Jotake irabazi arte!
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