Di fronte al solito, sempre più insopportabile spettacolo di palazzi sempre più devastati dalla frana della credibilità, i lavoratori della Fabio Perini di Lucca hanno messo un piccolo punto fermo. In assemblea hanno deciso che non voteranno più nessuno dei partiti che approveranno la controriforma del lavoro. Siamo d’accordo per due ragioni di fondo.
La prima è che la politica, se vuol ancora parlare alle persone normali, deve misurarsi su ciò che conta davvero. Cioè la crisi economica, le controriforme sociali del governo Monti, l’Europa, la Merkel, il fiscal compact e così via.
Invece dopo la disfatta della destra, vediamo che il centro sinistra ha ripreso a discutere con le sue più antiche supercazzole. Centro sinistra classico, con liste civiche, oppure aperto ai moderati… sembra la pubblicità dell’acqua minerale. Si continua così a ignorare che una parte della crisi italiana sta nella confusione e nella indifferenza dei programmi.
La seconda ragione sta proprio sul terreno dei contenuti.
Il governo Monti ha scelto la via delle cosiddette riforme strutturali, quelle richieste dalla BCE e dal fondo monetario internazionale. Per il governo l’austerità ed il rigore sono la premessa della ripresa economica. Così abbiamo avuto il più feroce e ingiusto sistema pensionistico d’ Europa, la patrimoniale sui poveri chiamata Imu ed ora la libertà di licenziamento insieme al taglio degli ammortizzatori sociali.
Domanda semplice: cosa farebbe un futuro governo Bersani, metterebbe in discussione le controriforme approvate anche dal Pd, oppure no? Tutti sappiamo che un futuro governo di centrosinistra impregnato su chi oggi sostiene Monti non potrebbe certo cancellare ciò che si è approvato. Quindi andrebbe avanti, con un po’ più di compassione, sulla strada che ci ha portato contemporaneamente ad aggravare la crisi economica e a devastare la giustizia sociale.
Le controriforme vanno cancellate per seguire un’altra strada. E per questo vanno battuti tutti i partiti che le hanno fatte passare, come è avvenuto in Grecia. E per questo dobbiamo apprezzare e condividere il rigore degli operai della Perini.
Non solo perché hanno ragione sull’articolo 18 e sulle pensioni, ma perchè propongono una politica fondata sui contenuti, ben più seria della ridicola riproposizione degli schieramenti che han governato l’Italia negli ultimi venti anni portandola alla rovina.
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