* 27 febbraio 2013, www.manifestiamo.eu
Cari deputati e senatori del M5S,
essere il primo partito in Italia senza essere espressione di quella classe dirigente che ha affossato la democrazia chiudendo gli occhi di fronte ai sistemi criminali è quasi un miracolo. Ed è uno scenario inedito, senza nessun precedente nella storia repubblicana. Circa 150 tra deputati e senatori del M5S stanno per varcare i portoni di palazzo Madama e di Montecitorio. Prenderete posto nelle commissioni, in quei gruppi ristretti che hanno il privilegio dell’accesso alle informazioni. Forse qualcuno di voi entrerà nel comitato parlamentare di vigilanza sui servizi d’informazione. Molto probabilmente, se il parlamento riuscirà ad iniziare i lavori, sederete nelle commissioni parlamentari d’inchiesta, che hanno poteri immensi. Davanti a voi troverete le chiavi d’accesso a quella mole di segreti di stato e di devianze del sistema che costituiscono l’asse portante della Repubblica italiana, dal dopoguerra ad oggi.
Cari deputati e senatori del M5S, vi chiediamo di riprendere in mano in questi giorni i libri della storia contemporanea del nostro paese, di rileggere quanto è avvenuto a Piazza Fontana, a Brescia, sui treni dei migranti comel’Italicus. Rivedete le immagini dei reportage mai andati in onda di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, ripercorrete l’ultimo viaggio di un capitano coraggioso della Guardia costiera, Natale De Grazia, che si era messo in testa di scoprire chi aveva avvelenato il nostro mare e le nostre vite. Scorrete con attenzione alcune delle grandi inchieste rimaste incompiute, come “Sistemi criminali”, firmata da Antonio Ingroia e Roberto Scarpinato, dove si disegna la trama più pericolosa per il nostro paese, che vede incrociarsi il potere nero, quello massonico-imprenditoriale e quello di cosa nostra. Ricordate, per un momento, i volti di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, o delle altre vittime delle stragi di stato e mafiose che hanno caratterizzato il 1989-1994.
Molte chiavi per capire quello che è accaduto saranno davanti a voi. Avete idea di quanti documenti ancora coperti dal segreto sono stipati negli archivi delle commissioni parlamentari d’inchiesta della Camera e del Senato? Fino ad oggi abbiamo avuto una classe politica diligente nel rispettare i segreti imposti per mantenere lo status quo. Ricordiamo, ad esempio, il governo Prodi, che si impegnò con Luciana e Giorgio Alpi, genitori di Ilaria, ad arrivare ai mandanti dell’esecuzione del 20 marzo 1994. Fu inviato un ambasciatore in Somalia e tornò con il nome di un somalo capro espiatorio, probabilmente un innocente, accusato da un testimone che ha ammesso di aver mentito. Ad un giornalista della Bbc raccontò di essere stato “pagato da autorità italiane”. Ricordiamo la macchina infernale montata dalla commissione d’inchiesta di Carlo Taormina, che concluse i lavori sull’omicidio di Ilaria e Miran sostenendo che in fin dei conti si trattava di una specie di vacanza finita male.
Giuseppe De Lutiis, storico dei servizi segreti, ha dimostrato che in Italia ci sono stati almeno otto organizzazioni parallele all’interno dell’intelligence. Un fatto unico nel mondo occidentale e democratico. Abbiamo avuto Gladio, laRosa dei venti, le organizzazioni golpiste, la contiguità con il fascismo paramilitare di Ordine nuovo, i silenzi e i depistaggi sulla strage di Bologna. Tutto questo fa parte di quel nodo mai risolto che ha mantenuto per 60 anni al potere una politica infame, grazie anche al patto scellerato del silenzio firmato da una parte della sinistra di governo. Questa è una delle sfide principali che avete davanti. La nostra storia non potrà cambiare senza giustizia e senza verità. Gli scheletri devono riposare nei cimiteri e non negli armadi della repubblica.
Buon lavoro.
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