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I cinguettii di Letta sul disastro

Se ad un malato  si somministra una aspirina appena segnala malessere e febbre, il medicamento può anche funzionare. Ma se si aspetta senza dargli nulla sostenendo che basta una dieta rigorosa; e la febbre cresce e la malattia si complica e si cronicizza ad alti livelli, allora una aspirina non serve  più a niente e all’organismo indebolito può fare persino male.

Le flessibilità di bilancio per investimenti pubblici su cui cinguetta felice su Twitter  Enrico Letta,  è  solo un poco di aspirina somministrata troppo tardi ad un malato grave.

Se si diraderanno il fumo delle chiacchiere e della propaganda vedremo che nella migliore delle ipotesi la UE, che da settembre scriverà i nostri bilanci pubblici in ossequio a fiscal compact e patti annessi, ci può solo  concedere di  venir meno temporaneamente al vincolo del pareggio di bilancio. Naturalmente a condizione che sia già definito il percorso, cioè i nuovi tagli di spesa pubblica, per il rientro.

A questo prezzo draconiano, che per capirci paga il finanziamento di qualche grande opera con l’impegno a nuove chiusure di ospedali, si possono forse rastrellare una decina di miliardi di euro complessivi in diversi anni per investimenti in grandi opere. Così almeno secondo quanto tempo fa annunciavano gli stessi ambienti di governo.

Ora questa cifra scaglionata nel tempo deve misurarsi con una perdita di prodotto e reddito pari ad almeno 150 miliardi di euro qui ed ora. Deve intervenire su un mercato del lavoro con un tasso di disoccupazione del 12,2%, superiore alla media UE. E soprattutto deve finanziarsi con un debito pubblico salito a oltre 2000 miliardi proprio a causa delle politiche di austerità, debito che ci costa dai 60 agli 80 miliardi solo come  interessi all’anno.

Se questi investimenti fossero stati lanciati 5 anni fa e  fossero stati accompagnati da politiche economiche espansive e di giustizia sociale, forse avrebbero dato un risultato. forse perché se gurdiamo alla Valsusa e a Messina vediamo solo danni.

In ogni caso però si è aspettato, si è lasciato il malato di polmonite  nell’acqua gelida e gli si è a lungo rifiutata ogni medicina spiegando che doveva prima fortificarsi…

Mentre Letta cinguetta, la Natuzzi divani,  una delle multinazionali tascabili che avrebbe dovuto fare lo sviluppo nuovo del paese, licenzia 1700 persone, il 60% della forza, e delocalizza. L’UNESCO ci condanna perché  Pompei, patrimonio dell’umanità, va in malora per assenza di fondi. E il sindaco di Firenze pensa bene di finanziare il comune affittando Il Pontevecchio alle cene private dei manager Ferrari. Del resto alla Grecia non hanno chiesto come garanzia il Partenone, mentre già si vendono le isole?

La favola che ci racconteranno è che questi investimenti promessi in Europa non valgono tanto in sé, ma per il clima di fiducia finanziaria che ispireranno, da cui dovrebbe derivare nuovo afflusso di capitali privati verso il nostro paese.

Frottole. Mentre Letta cinguettava la Borsa subiva una nuova perdita perché i mercati, guarda un pò, non solo non credono alla ripresa, ma prevedono un aggravarsi della crisi, a partire dai paesi più deboli e da più tempo massacrati dall’austerità, Grecia e Portogallo in testa.

Se continuano le politiche di austerità la situazione economico sociale del paese, per dirlo con un ministro del governo Letta, toccherà il punto di non ritorno.

Quindi non  si venga adire che questa è l’unica ricetta possibile. Questa è la sola chiaramente sbagliata.

Quando una  malattia si aggrava la prima cosa da fare è sottrarre il malato all’ambiente nocivo e alle cure sbagliate. E invece questa è  la sola cosa che  non fanno i governanti italiani ed europei, che continuano imperterriti ad amministrare le politiche di austerità, nonostante facciano  male in Europa e stiano contagiando negativamente tutto il mondo.

A questo punto i governanti responsabili di questo disastro andrebbero cacciati, come toccherebbe ad un medico manifestamente e colpevolmente incompetente. E andrebbero chiesti loro i danni.

 

 

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