Agosto 2013: la devastazione della Val di Susa continua. Il governo Letta (PD-Pdl) fa finta di litigare, ma rimane unito nelle sue decisioni contro il paese e si accoda ad una nuova inutile guerra al seguito degli Stati Uniti. Notizia degli ultimi giorni: il Ministero dell’Università e della Ricerca metterà 500 milioni di euro per la costruzione dei nuovi caccia Eurofighter mentre ogni anno macano i soldi per le borse di studio. Ma i riflettori vengono puntati sul movimento NoTav per montare un nuovo caso mediatico di criminalizzazione dell’opposizione ad un’opera devastante, costosa ed inutile.
L’ultima settimana al campeggio NoTav di Venaus è stata caratterizzata da dibattiti ed assemblee organizzate all’interno dell’iniziativa “Val di Susa, l’università delle lotte”. Una settimana in cui studenti universitari/giovani precari si sono incontrati per discutere di temi che vanno dall’università, al reddito, da Gezi Park alla condizione dei giovani in questo paese. Non abbiamo dimenticato di mettere in piedi un’iniziativa di lotta contro l’inutile devastazione del cantiere di Chiomonte, come nella più classica tradizione NoTav. Poco prima dell’iniziativa le forze dell’ordine hanno fermato Davide “Forgi” e Paolo due ragazzi, nostri compagni, che hanno partecipato alla settimana di discussione. Subito è scattato il meccanismo repressivo e di criminalizzazione: detenzione di materiale esplosivo, molotov, bombe, razzi (ci mancano i missili Tomahawk).
Il Procuratore Caselli scende in campo e presenzia alla conferenza stampa, riproponende lo squallido paragone tra le legittime pratiche di resistenza del movimento No Tav al più infame dei crimini: la violenza sessuale. E già che c’è, non manca di mettere sull’attenti intellettuali e altre personalità pubbliche che osano insinuare il dubbio e mettere al centro la natura politica di questo conflitto.
I media gli vanno dietro, giocando sulla confusione: immagini d’archivio e momenti della conferenza stampa; bottiglie di plastica diventano molotov (!?!); si parla di un “assalto al cantiere” che non c’è stato… ma ormai nessuno si scandalizza più: quando si parla di no tav non serve andare per il sottile. Come al solito questura e stampa prezzolata si dimenticano dei veri problemi del paese per attaccare chi lotta per la propria terra trasformando ed esagerando la realtà.
Rivendichiamo il diritto alla resistenza contro un’opera inutile e devastante e la legittimità di lottare contro la devastazione portata dal cantiere-fortino. Se errori ci sono stati, ce ne assumeremo la responsabilità politica di fronte al movimento NoTav, non davanti a inquisitori, gazzettieri e a chi, comodamente seduto dietro a una tastiera, lancia anatemi e avanza insinuazioni.
Forgi e Paolo sono due studenti, compagni generosi presenti nelle lotte. Chi ha attraversato l’estate di lotta in Val Susa ha imparato a conoscerli e ad apprezzarli per la determinazione nella difesa di un futuro che vogliamo di tutt* e non di poch*.
Solidarietà a Forgi e Paolo!
Forgie Paolo liberi!
Liber*tutt* !
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E’ questo l’arsenale?
Con questa lista, che ancora ora capeggia su alcuni siti online, compreso un “trovata un’auto carica di molotov”, alcuni giornalisti hanno messo giù la lista della spesa per creare i mostri da sbattere in prima pagina.
- 6 pneumatici,
- 5 molotov,
- 5 bottiglie di benzina,
- 6 mortai rudimentali,
- cento bombe carta,
- 63 bengala
- 31 chiodi a quattro punte,
- 2 scatole di diavolina
- 5 fionde,
- 4 cesoie,
- una matassa di corde,
- 22 paia di guanti,
- 12 bottiglie di Malox e limone
- 62 tute nere.
Vi invitiamo a fare la verifica insieme ad altre foto che ci sono in rete. Rimangono sempre quelle 5 molotov che girano sui tavoli delle questure dal luglio del 2001….
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