A circa un mese e mezzo dai primi casi di respingimento di un gruppo di migranti bloccati nel tentativo di passare la frontiera tra Italia e Francia, la situazione a Ventimiglia rimane pressoché identica. Lontani dal clamore mediatico dei primi giorni, i migranti restano tuttora intrappolati a pochi passi dalla frontiera con la Francia, abbandonati in una sorta di limbo, senza poter avanzare né retrocedere nel proprio viaggio. Dei tanti che si erano radunati inizialmente sugli scogli in segno di protesta all’inizio di giugno ormai non resta quasi più nessuno, molti sono andati via e hanno oltrepassato il confine trovando altri canali.
Nonostante ciò un flusso quasi ininterrotto di persone continua ad arrivare e a fermarsi almeno per qualche giorno in questi pochi metri quadrati a due passi dalla frontiera, dove ha preso forma fin da subito il presidio permanente No Borders, istituito dai migranti stessi e da un gruppo di solidali provenienti da varie parti di Italia. Il presidio è ormai un luogo di transito e quasi ogni sera arrivano a piedi piccoli gruppi di persone, provenienti molto spesso dal campo di accoglienza organizzato dalla Croce Rossa alla stazione di Ventimiglia. Il campo della Croce Rossa è stata, infatti, l’unica risposta trovata alla cosiddetta emergenza: un luogo di “accoglienza” dove, dopo essere stati registrati, i migranti trovano un letto e un pasto caldo, ma in condizioni di libertà semi vigilata e di isolamento dal resto del paese.
Le richieste di asilo vengono messe in atto solo se sollecitate, altrimenti la polizia non insiste nel prendere le impronte digitali, lasciando ai migranti la presunta possibilità di muoversi verso altri paesi europei. Un’opportunità negata poi nella pratica dalle stesse forze dell’ordine, francesi, ma anche italiane, che celermente si sono adoperate per riportare in Italia tutti i migranti trovati oltreconfine e presumibilmente provenienti dall’Italia, seguendo le assurde normative europee in materia di immigrazione. Da una parte l’Italia, proprio in questi giorni teatro di preoccupanti aggressioni xenofobe, sceglie in questo modo di non risolvere il problema lavandosene le mani, dall’altra la Francia – ed in particolare i comuni della Costa Azzurra, vera e propria roccaforte del Front National -, attua misure di respingimento violente e spesso al limite della legalità.
Nel frattempo vari tentativi di intimidazione nei confronti del presidio si sono susseguiti: dalle ordinanze del sindaco di Ventimiglia che proibiscono di somministrare cibo “per mero spirito di solidarietà”, alle disinfestazioni degli scogli dove alcuni migranti hanno le loro tende, fino al brutale tentativo di sgombero di qualche settimana fa.
Il presidio ha però risposto alle provocazioni rilanciando con un programma di tre giorni di workshop, dibattiti e approfondimenti, previsti per le giornate del 24, 25 e 26 luglio. Una tre giorni in cui si parlerà di politiche europee in materia di immigrazione, autodifesa legale e prospettive di lotta alla xenofobia dilagante in Europa.
Qui di seguito il programma della tre giorni: https://www.facebook.com/events/1585506811710137/
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