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Marcinelle e gli anni della memoria

In Italia c’erano ancora le macerie della seconda guerra. Assieme a loro c’erano braccia liberate dalla disoccupazione e dalle politiche del paese. Braccia disponibili per le ricostruzioni dell’Europa distrutta dai bombardamenti e lotte fratricide. Era il 1956 e non sono passati nemmeno sessant’anni da quel giorno. Era l’8 agosto di quell’anno e il peggiore incidente delle miniere belge era consumato in pochi momenti. Ci furono 262 morti di cui 136 erano connazionali.

Erano gli anni in cui si ‘svendeva’ la migrazione come si vendono i prodotti commerciali di consumo. Anche i manifesti lo dicevano con chiarezza promettendo prosperità a coloro che si sarebbero avventurati nelle miniere. E l’Italia poteva contare con riduzioni mirate sul prezzo di carbone in proporzione al numero di migranti. Alcide De Gasperi lo aveva affermato senza problemi di etica. Alla Camera dei deputati del 3 dicembre del 1949 si ricordava quanto aveva detto in un discorso operai. Che ‘bisogna che imparino le lingue straniere ed emigrino nel vasto mondo’.

Gli italiani l’hanno preso in parola. A migliaia hanno varcato confini e frontiere. Molti erano considerati clandestini e contribuirono alla fortuna economica dei paesi che li ospitarono. La storia accade e torna indietro. Eravamo noi a camminare a piedi le Alpi e a imbarcarci a Genova o Napoli stivati sui ponti. E all’arrivo c’erano le visite mediche e le detenzioni. Negli Stati Uniti gli italiani erano una dubbia razza intemedia e certamente non bianca. Poco raccomandabili e con un gradoi di civiltà inferiore. Cattolici per conseguenza e dunque di un’altra categoria.

Le morti bianche e quelle nelle miniere. Marcinelle l’abbiamo dimenticato da anni. Ci volevano i duecento annegati di qualche giorno fa nel Mediterraneo per ricordare. Il mare è esattamente come una miniera. Basta poco perdere la vita. Come sul lavoro che le morti sono bianche. Dall’inizio dell’anno nell’Italia patria si sono registrati 384 decessi sul campo di lavoro. Con quelli in itinere si superano i 760 morti con un aumento del 4 per cento rispetto all’anno scorso. Morti bianche perché invisibili ai più e parte dei danni collaterali del sistema. Quello che ha creato i cottimi di Marcinelle.

Le dimenticanze sono pericolose. Il libro biblico del Deuteronomio raccomanda al popolo d’Israele di ricordare l’accaduto. Il popolo che era schiavo doveva imparare a trattare gli stranieri con umanità. Non dimenticare che un giorno era ciò che ora vede nell’altro.E allora l’umano si nutre di memoria che inventa il futuro per non ripetere l’accaduto. Marcinelle era l’8 agosto del 1956 in Belgio. La peggiore delle tragedie nel mare di fuoco delle miniere. Gli stessi naufraghi di sempre che muoiono varie volte. 140 mila migranti italiani nel Belgio di quegli anni.

Bastavano solo 18 ore di treno per arrivare. 136 non sono mai tornati. Contro il grisù i minatori portavano in tasca i topolini e portavano a centinaia di metri i canarini. Canarini e topi sarebbero morti prima di loro. A causa del gas. Fungevano da segnali mortali. I minatori sono morti alla profondità di 975 metri. L’altro Mediterraneo delle morti bianche.

* niamey., 8 agosto 2015

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