Menu

Non dimentichiamoci di Leonard Peltier

Qualcuno ogni tanto mi chiede: ma da dove ti è venuto tutto questo interesse per Peltier?

Vi racconto in breve:
– novembre 2012 la cara amica Nicoletta da Milano scrive delle condizioni gravissime di Jaime, un prigioniero Tupac Amaru, da 20 anni nelle carceri peruviane, è malato, deve essere curato, rischia di morire in carcere. Mi domando cosa posso fare, a parte firmare on line, far girare e poco più.
Decido di recuperare un testo che racconti la sua storia, denunci la situazione e proporre ad amici e amiche di Barcellona di andare a darlo sotto il consolato peruviano di qui. Detto fatto. Viene un amico, siamo in due a volantinare, lo facciamo per due volte. 
Dopo pochi giorni, Jaime muore.
 
– maggio 2013, sempre da Nicoletta, la quale segue da sempre le vicende di prigionieri politici in giro per il mondo, arriva la storia di Alberto Patishtan, maestro indigeno messicano, da 13 anni in carcere, accusato di aver fatto una strage di militari, una chiara montatura per incarcerarlo in seguito alla sua visibilità nelle lotte contro le ingiustizie nei pueblos dove vive. Ripeto l’operazione: anche altri si stanno muovendo qui a Barcellona per lui e per le lotte messicane. Andiamo un paio di volte sotto il consolato messicano…. Questa volta va diversamente, le pressioni sono già tante: Patishtan dopo poco viene liberato: una grande gioia!
 
– settembre 2013: ritiro fuori dal cassetto un libro che lessi dieci anni fa: “La mia danza del sole” di Leonard Peltier: libro straordinario, non più ristampato. E’ la sua autobiografia, pagine intense (se qualcuno lo vuole, l’ho fotocopiato e glielo spedisco). Cerco su internet (ogni tanto l’avevo già fatto in passato): 
è sempre dentro! E sono già 37 anni. Comincio a chiedere a tutti qui a Barcellona se sanno di qualcuno che in passato si sia mosso per lui. Mi passano un contatto. Si tratta di G., in passato ha partecipato a comitati per Peltier e per Mumia, una volta, 10 anni fa, è stato anche nelle riserve indiane. Cominciamo a ragionare su cosa possiamo fare, mettiamo insieme un blog. Decidiamo inoltre di darci una scadenza per iniziare: il 6 febbraio 2014, cade di giovedì: è l’anniversario dell’entrata in carcere di Peltier, compie 38 anni di carcere. Lanciamo l’idea di iniziare e continuare OGNI GIOVEDì per un’ora esatta, dalle 12.30 alle 13.30. L’idea mi viene dalla azione che facemmo per difendere un ospedale qui a Barcellona: la forza della resistenza fu la regolarità e la continuità, la persistenza: rimanemmo 5 mesi tutte le sere per un’ora a battere le pentole, qui faremo ogni giovedì, regolari. L’ospedale non chiuse.
 
– febbraio 2014: si comincia, e per rinforzare il “lancio”, sabato 8 siamo in piazza San Jaume, la piazza della sede del comune di Barcellona: il 6 febbraio siamo una dozzina, qualcuno di più il sabato. Ma quell’8 febbraio si avvicina a noi un indianone: è il cugino di Peltier, per caso per due settimane qui a Barcellona! Incredibile, grande emozione e lo invitiamo il giovedì successivo. Continuiamo ogni giovedì il presidio, parecchia polizia all’inizio, ci vengono fatte molte foto, platealmente o meno.
 
– marzo 2014: collegatici in rete con altri gruppi a favore di Peltier (soprattutto Germania, Olanda, Belgio, Irlanda), veniamo a sapere che Obama viene in Europa: a fine marzo sarà dal papa a Roma. Decido di andare cercando sostegno tra chi conosco a Roma. Come “campagna per la liberazione di Peltier” ci inseriamo nella manifestazione del pomeriggio, ma lanciamo in mattinata un appuntamento in piazza san Pietro, in coincidenza con l’incontro papa-Obama. Dalle 9 alle 13: alle 9 e un minuto vengo portato via dalla polizia: non ho aperto bocca, ma sono bastati i cartelli che ho addosso: riesco quanto meno a lanciare il messaggio ai giornalisti presenti. Vengo tenuto in questura tutta la mattinata con denuncia per manifestazione non autorizzata. Ero da solo fino a quel momento. Nel pomeriggio alla manifestazione antimilitarista davanti all’ambasciata Usa ricevo molta solidarietà. Alla mattina mi hanno sequestrato i cartelli e un bellissimo striscione, ma ne ho con me un secondo….
 
– fino a luglio 2014 continuiamo ogni settimana davanti al consolato Usa, andiamo da un minimo di 5 a un massimo di 10 persone (un po’ in là con gli anni….), ma ci siamo sempre. In questi mesi raccogliamo firme e ogni tanto siamo presenti in altre manifestazioni con il nostro striscione che chiede la liberazione di Peltier, di Mumia e di tutti i prigionieri politici. Intanto facciamo il possibile perché i midia si occupino del caso, ma otteniamo briciole. Qui in Spagna a parte 2-3 riviste alternative, nulla. In Italia risponde sempre Radio Onda d’Urto, a volte Radio Popolare, esce un paginone sul Manifesto, e qualcosa esce su Corriere e Repubblica quando mi fermano a Roma.
Sempre più spesso uniamo il nome di Mumia a quello di Peltier, e a volte anche i MOVE, un gruppo di Philadelphia, una comunità alternativa, incarcerati o uccisi negli anni’70, 7 di loro sono ancora in galera. 
 
– Settembre 2014 (in avanti): decidiamo di modificare le azioni: il consolato Usa è in una zona di scarsissimo passaggio, residenziale, decidiamo di mantenere la presenza il primo giovedì di ogni mese, e negli altri giovedì organizzare incontri-proiezioni in vari centri sociali della città e presidi in altre piazze di maggior passaggio. Così sarà per tutto l’anno 2014-2015: ogni primo giovedì del mese davanti al consolato e collezioniamo una dozzina di incontri pubblici (con proiezione) sulla storia di Peltier, e altrettanti presidi in diverse piazze di Barcellona. Raccogliamo più di 2.000 firme ma al consolato neppure rispondono alle nostre richieste di incontro-consegna. Solo la guardia che c’è sulla strada ci dice che “possiamo darle a lui…”!! Ci rifiutiamo.
Settembre 2014 Luigi Manconi con altri 20 senatori presenta un’interrogazione parlamentare sulla vicenda di Peltier, nessun seguito.
 
– Dicembre 2014: a Barcellona si svolge una “spettacolare” operazione di polizia, con centinaia di poliziotti implicati, elicotteri e quant’altro. Cercano “nuclei terroristi”, tra gli altri luoghi viene perquisito uno storico centro sociale di Barcellona: la kasa de la muntanya. La mattina stessa esce un articolo sull’Avanguardia (potente quotidiano di destra) che indica “Peltier come l’eroe de la kasa de la muntanya” e indica il gruppo degli occupanti come coloro che hanno da poco organizzato una manifestazione per Peltier…. In realtà quella manifestazione l’abbiamo organizzata noi! Ma perché scrivere falsità?? Nei mesi seguenti approfittiamo per conoscere questo gruppo e organizziamo una cena per Peltier, da loro
 
Nel frattempo facciamo anche presidi sotto una ditta farmaceutica catalana che vende un prodotto che potrebbe essere stato utilizzato negli Usa per le iniezioni letali, sotto la radio “nazionale, pubblica” di Catalunya,  (dove non ci danno assolutamente retta, malgrado le tante sollecitazioni). In Italia durante quest’anno ci dà molto sostegno Doriana Goracci, giornalista-blogger, scrivono su Peltier nei loro blog Paolo Hutter, Ascanio Celestini, Gad Lerner, scrive alcune righe anche Erri De Luca.
26 Giugno 2015 40 anni esatti dal cosiddetto incidente a Oglala” quando morirono i due agenti dell’FBI, in questa data a Milano, durante un consegno No Expo vengono lette due poesie di Peltier.
 
– Settembre 2015 esce un paginone sul “Periodico” su “gli amici di Leonard Peltier”, era ora.  http://www.elperiodico.com/es/noticias/barcelona/amigos-leonard-peltier-4475576
 
– Durante quest’ultimo anno scrivo più e più volte (con l’aiuto anche di una cara amica genovese) al papa. Messaggi on line, tanti, quasi mai pubblicati, e lettere di carta. In occasione della visita a Obama del papa nel settembre 2015 in tanti martelliamo di lettere, mail, telegrammi il papa: che dica qualcosa a Obama. Anche don Farinella (di Genova), su mio invito, pubblica una lettera sul suo blog. Questa volta vengono pubblicati su un sito legato al papa, almeno 50 messaggi che chiedono un gesto per Peltier. Sembra che davvero il terreno sia stato ben preparato, ma dalla visita del papa, almeno pubblicamente, non emerge nulla. Chissà….
 
– Ottobre 2015: Evo Morales in occasione della riunione sul clima, chiede espressamente la liberazione di Leonard Peltier.
 
– 24 Novembre 2015 a Washington manifesteranno per la liberazione di Peltier.
– Entro Natale contiamo di avere delle magliette che abbiamo disegnato.
 
FUTURO: 6 febbraio 2016 SI COMPIRANNO 40 ANNI ESATTI DALLA SUA ENTRATA IN CARCERE, DOBBIAMO FARE TUTTO IL POSSIBILE PERCHè LA SUA VICENDA IN QUEI GIORNI RIMBALZI PER TUTTO IL MONDO, un abrazo e grazie di cuore a tutti-e coloro che in questi due anni ci hanno dato una mano a che la voce si diffonda o semplicemente mi abbiano incoraggiato ad andare avanti. Negli Usa sanno del nostro attivismo e lo apprezzano, spero lo sappia anche lui e che questo gli dia forza per resistere. Io lo penso spesso: più di 14.500 giorni e notti in carcere. Penso ai suoi movimenti, ai suoi gesti, la sua “routine”… Peltier ha 71 anni: che possa terminare la sua vita in libertà.

In allegato:

– il nostro blog: https://cslpbarcelona.wordpress.com/
– uno dei tanti articoli della bravissima Doriana Goraccci: http://www.reset-italia.net/2015/02/03/leonard-peltier-obama/
– fermo a Roma: http://video.repubblica.it/cronaca/attivista-arrestato-in-vaticano–obama-liberi-peltier-in-carcere-da-40-anni/160737/159226
– interrogazione parlamentare: http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=Resaula&leg=17&id=801645
– Farinella  http://blog-micromega.blogautore.espresso.repubblica.it/2015/09/14/don-paolo-farinella-leonard-peltier-il-nelson-mandela-degli-indiani-d%E2%80%99america-ancora-in-carcere-dopo-40-anni/
 
Vi sono almeno un paio di petizioni: 

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *