Grande è il disordine sotto il cielo, ma la situazione non è per niente eccellente. La differenza con gli eroici tempi di Mao sta nel fatto che non c’è un’organizzazione comunista degna di questo nome e adeguata ad affrontare le sfide che pone l’attuale assetto capitalistico mondiale.
La polverizzazione delle organizzazioni storiche del movimento operaio produce individui isolati, annichiliti e facilmente suggestionabili, referenti ideali di queste tendenze terzaposizioniste (né destra, né sinistra) o rossobrune che stanno trovando nei social-network una pervasiva cassa di risonanza.
La corrispondenza pubblicata sulla pagina Fb di Giulietto Chiesa che riporto in calce è molto significativa. Un scrivente anonimo che si presenta come ex militante di una non meglio precisata tendenza trotzkista attiva in Rifondazione racconta a Giulietto Chiesa, da anni ormai rappresentante del putinismo presso la stampa italiana, il suo controverso e problematico percorso politico intellettuale (più intellettuale che politico), che lo ha condotto dalla scoperta del pensiero religioso fino alla fascinazione per il pensiero del filonazista Evola per approdare poi alle posizioni di Dugin, teorico nazionalbolscevico russo e sostenitore di Putin. Considerato che, è notizia di pochi giorni, un redattore della rivista online “L’Intellettuale dissidente” ha avviato una collaborazione con Il Manifesto, mi è parso utile quanto urgente scrivere un po’ di considerazioni basandomi sulla lettera di questo folgorato sulla via di Damasco.
Lo scambio di lettere: http://megachip.globalist.it/Detail_News_Display?ID=124989&typeb=0&risposta-ad-andrea-che-non-e-piu-antifascista-ma-non-e-un-fascista
Per quanto riguarda la risposta partenalistica, accomodante e compiacente di Giulietto Chiesa non ho nulla da dire. Chiesa, come detto prima, è un giornalista navigato che sta cercando da tempo di mettere in piedi in Italia un fronte filo-russo aperto a tutti.
1) Considerazioni di tipo politico-generale. Tutti gli interventi interventi dei rossobruni, da quelli strutturati a quelli più interlocutori come nel caso di questa lettera, si distinguono per una notevole assenza: quella del conflitto Capitale/Lavoro, ovvero del nucleo centrale fondante del marxismo. Per rossobruni e terzaposizionisti non esistono più le classi, non ci sono più dominanti e dominati, ma solo blocchi geopolitici in conflitto tra loro al cui interno vige un organicismo pressochè perfetto.
Nulla di più diverso dalla realtà concreta del capitalismo globale, caratterizzato da una divaricazione cresente tra una minoranza che detiene il controllo della quasi totalità delle risorse economiche e energetiche e una maggioranza che ne è esclusa e vede ridotti sempre più i suoi margini di intervento e rivendicazione. Se questa mancanza è comprensibilissima nei casi di ex militanti di estrema destra che ammiccano a sinistra, è di contro problematica per i novelli rossobruni che vantano un passato in partiti o movimenti comunisti, come nel caso dell’estensore della lettera in questione. L’autore della lettera sostiene di aver militato in un gruppo trotzkista del Prc, non si può dire con certezza se sia vero o no. Di certo, si può affermare senza indugi, Rifondazione comunista in tutta la sua storia non si è mai distinta in merito alla formazione dei militanti.
2) Considerazioni di tipo filosofico. È facilmente riscontrabile l’attitudine dei rossobruni a buttarsi a capofitto in riflessioni spiritual-religiose e sproloqui interiori e intimistici. La lettera in questione è molto significativa, infatti l’autore menziona con grande trasporto emotivo Buddha, Gesù di Nazaret, la psicanalisi junghiana. Altri testi rossobruni pullulano invece di fascinazioni per l’Islam radicale, il paganesimo greco-romano, l’induismo, o addirittura lo zoroastrismo. L’eclettismo spirtuale confuso e superficiale è la cifra che si riscontra quasi sempre, denota una ricerca più o meno disperata di una sintesi dogmatica e unilaterale.
Assistiamo così a un’altra rimozione, importante quasi come la rimozione del conflitto Capitale/Lavoro: la rielaborazione originale del materialismo filosofico (da Democrito a Feuerbach) e della dialettica (da Eraclito a Hegel) che ha contraddistinto il pensiero di Marx e di Engels, e successivamente di Lenin e di tutto il marxismo novecentesco sia occidentale che orientale.
L’autore della lettera rievoca in maniera traumatica le accuse di fascismo dei suoi ex compagni riguardo alla sua visione di un “socialismo non materialistico” (né dialettico, aggiungerei io). Accuse forti, anche se in parte compresibili. Non direi che il socialismo spiritualistico e antidialettico sia fascismo tout court, direi semplicemente che senza queste due componenti si ha come prodotto un socialismo non scientifico e tendenzialmente reazionario, ma basta rileggersi il Manifesto del partito comunista per arrivare a queste conclusioni.
Qualcuno certamente avrà da affermare che Costanzo Preve, teorico del superamento della dicotomia destra/sinistra e punto di riferimento imprescindibile per i rossobruni, ha condotto una eccezionale revisione critica del marxismo che lo ha elevato al ruolo del più originale interprete contemporaneo di Marx. Gli ultimi libri di Preve ho avuto modo di leggerli, e di marxismo ce n’è veramente ben poco. Il comunismo inteso come “idealismo dell’emancipazione umana”, in cui il proletariato viene sostituito dalla figura del lavoratore cooperativo associato (che va dall’amministratore delegato fino all’agente di sicurezza) e la contraddizione capitale lavoro viene derubricata, rimanda più che altro a una sintesi tra hegelismo di destra e proudhonismo.
3) Considerazioni di tipo politico-strategico (il frontismo, le alleanze, l’antifascismo). L’autore della lettera impugna e rilancia l’argomento più gettonato dai rossobruni: se il nemico è il nuovo ordine mondiale a guida statunitense, per quale ragione rimanere ancorati alla desueta discriminante antifascista che inibisce la creazione di fronti politici più estesi? Più semplicemente, se i nemici principali sono a Wall Street, nella BCE, nel FMI, perché la sinistra antagonista perde tempo a scontrarsi con CasaPound con cui invece dovrebbe convergere?
Dietro queste affermazioni si nasconde in maniera neanche troppo occulta la forte caratterizzazione subalterna di tutti i movimenti fascisti. In poche parole, i fascisti non sono nulla senza un padrone che li foraggi. I rossobruni lo hanno individuato in Putin e da anni stanno facendo di tutto per offrigli i loro servigi, anche se per ora le loro offerte sono state disattese. Altri fascisti invece hanno trovato una collocazione nella corte degli oligarchi ucraini e non disdegnano affatto i lauti finanziamenti che arrivano dalla fondazione di Soros. Schieramenti opposti, ma accomunati dalla stessa logica di subalternità.
La sinistra antagonista e i comunisti, di contro, non possono essere per natura subalterni, ma organici alla classe operaia, quindi ogni tipo di alleanza di carattere geopolitico/imperialista va rigettata in maniera esplicita. La discriminante antifascista è ancora indiscutibile in quanto aspetto della più generale discriminante classista.
Passando a un livello più spicciolo, i continui appelli per la cessazione delle ostilità nei confronti di organizzazioni come CasaPound portati avanti dai rossobruni, devono essere respinti con decisione, ma non per motivi astratti e ideologici (l’identitarismo negativo antifascista/antirazzista/antisessista che caratterizza spesso in maniera esclusiva la sinistra movimentista), ma basati sull’analisi della natura concreta di questi movimenti. Adottando le stesse categorie di analisi materialistica, Casapound è in primo luogo l’espressione degli interessi concreti di quella imprenditoria romana semilegale interessata alla gestione di servizi, al controllo del territorio, all’industria dell’intrattenimento (sportivo in primo luogo), nonchè a varie forme di speculazione. Per quale ragione la sinistra antagonista e i comunisti dovrebbero cessare di opporsi a questo segmento di borghesia particolarmente aggressivo? In conclusione.
Non ho la smania del complotto a tutti i costi ma è impossibile negare che che ci siano stati nel corso del tempo continui tentativi di infiltrazione, da parte di fascisti più o meno travestiti. Ma qui siamo su un piano diverso; le questioni sollevate dall’autore della lettera vanno affrontate evitando isterismi. Per fare ciò non è necessario sedersi attorno a un tavolo o accogliere a braccia aperte, come nel caso de Il Manifesto e di Giulietto Chiesa. È sufficiente un sano e meticoloso lavoro di analisi e di informazione. Tutti i comunisti sono chiamati a portarlo avanti.
Lo scambio di lettere: http://megachip.globalist.it/Detail_News_Display?ID=124989&typeb=0&risposta-ad-andrea-che-non-e-piu-antifascista-ma-non-e-un-fascista
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Colonnello Valerio
A proposito di derive inquietanti segnalo questo articolo:
http://frontierenews.it/2017/01/di-come-la-sinistra-italiana-ha-abbracciato-rossobruni-e-xenofobi/
L’articolo è da aggiornare perché Boghetta ha abbandonato il PRC (e nel frattempo si è messo a rammaricarsi pubblicamente che la Libia non faccia più da filtro a quella che lui chiama “invasione” di migranti “senza diritto” anche da regioni dove lui nega che si siano “siccità, guerre, miserie” ignorando, o fingendo di ignorare, i conflitti in corso in Gambia, Mali, Mauritania, Senegal, Nigeria), ma il problema, fuori e dentro Rifondazione, è di proporzioni ben maggiori di quanto l’articolo rilevi.
Ad esempio Simone Gimona, il segretario della federazione bolognese e membro del Comitato Politico Nazionale di Rifondazione citato nell’articolo per gli attacchi alla fantomatica “lobby gay”, fornisce alla pagina terzaposizionista previana Fronte del Popolo post che almeno loro interpretano in chiave xenofoba nonostante egli sembri perfettamente cosciente che si tratta di un gruppo terzaposizionista:
https://www.facebook.com/frontelpopolo/photos/a.255565634811119.1073741828.255505811483768/391679411199740/?type=3&comment_id=391700004531014&reply_comment_id=391738957860452&comment_tracking=%7B%22tn%22%3A%22R4%22%7D (alcuni commenti ostili a Fronte del Popolo e alle loro posizioni contro i “migranti economici” sono stati cancellati ).
Con quelli di Fronte del Popolo Gimona ama parlare proprio di migranti, tracciando un parallelo, a me non chiaro (a meno di voler colpevolizzare i migranti in Italia di mali simili a quelli subiti dai Palestinesi da parte degli Israeliani), tra immigrati in Europa ed ebrei attirati da tutto il mondo in Israele dal governo di quel paese:
https://www.facebook.com/groups/1076551472426687/permalink/1394636670618164/
Può talvolta capitare che anche Gimona abbia ragione: per lui i membri della “lobby gay” non sono malati:
https://www.facebook.com/groups/1076551472426687/permalink/1400144176734080/?comment_id=1400182653396899&comment_tracking=%7B%22tn%22%3A%22R1%22%7D
Ma avete notato il “terminali”, abbreviazione, suppongo, di “destroterminali”, termine con cui la fascisteria terzaposizionista apostrofa i fascisti vecchio stile? Lo saprà Gimona che dire “[destro]terminali” non è meno indice di appartenere a quella parte politica che dire “zecche”?
Per Alessandro Latella, sempre della segreteria bolognese del PRC, non “distinguere” profughi di guerra e “migranti economici” vittime del solo imperialismo (economico) è roba da “sinistra petalosa” (io preferisco essere spinoso contro i padroni che contro i fratelli di classe di altra origine…):
https://www.facebook.com/paoloferreroPrc/posts/10155095604624194?comment_id=10155099376744194&reply_comment_id=10155111359909194&comment_tracking=%7B%22tn%22%3A%22R0%22%7D
Latella infatti condivide questo post in cui Boghetta dice che, se ci fosse Gheddafi, ci avrebbe salvati dall'”invasione”:
https://www.facebook.com/alessandro.latella.39/posts/863275047182088
…posizione ribadita qui:
https://www.facebook.com/alessandro.latella.39/posts/863337090509217
…e qui ci esprime la sua opinione sui corridoi umanitari:
https://www.facebook.com/ugo.boghetta/posts/1398233330213230?comment_id=1398973536805876&reply_comment_id=1399001353469761&comment_tracking=%7B%22tn%22%3A%22R9%22%7D
Virgilio Pilò, dirigente locale rifondarolo di Bologna (si notino i cognomi di questa gente, oltretutto: sono immigrati o discendenti di immigrati, ma dividono il proletariato in autoctoni e immigrati!), mette “mi piace” a questo commento in cui Boghetta parla di corridoi umanitari:
https://www.facebook.com/ugo.boghetta/posts/1398233330213230?comment_id=1399138820122681&comment_tracking=%7B%22tn%22%3A%22R%22%7D
…nonché a questo manifesto nazional-identitario:
https://www.facebook.com/ugo.boghetta/posts/1415984128438150
Questa gente si dice comunista, ma condivide dei socialdemocratici le posizioni più di destra, come quelle corporativistiche in stile “prima i nostri” (anche se riportate dal blog di Moreno Pasquinelli, quello che collabora con i fasci dichiarati):
https://www.facebook.com/ProletariaVox/posts/841000932735805?pnref=story
Fermare l'”immigrazione di massa” con l’intervento militare in Libia. “Interesse nazionale”. “È il popolo italiano a decidere se, chi, e quanti possono entrare nel nostro paese”. Queste le parole d’ordine di Boghetta, cui Pilò mette “mi piace”:
https://www.facebook.com/ugo.boghetta/posts/1425397910830105
…così come a Giancarlo Lugli, dirigente federale ravennate del PRC, che al congresso tanto ha parlato di… pace!
Vittorio Toscano, dirigente genovese del PRC, avvalla gli sproloqui di Carlo Scarfò, ex dirigente regionale ligure del partito, a favore delle frontiere che l’Occidente imperialista chiude contro le vittime dell’imperialismo e a favore dell’adozione da parte di Rifondazione del programma dei neonazisti di Alternative für Deutschland:
https://www.facebook.com/groups/280607759886/permalink/10154100687974887/
…ed ha idee e lotte in comune con Quelli che tengono a Certosa, un gruppo rondaiolo ( http://www.ilsecoloxix.it/p/genova/2016/02/20/ASWLmbeB-sicurezza_persone_passeggiata.shtml ):
https://www.facebook.com/groups/1451262171870500/permalink/1621374541525928/?comment_id=1621377164858999&comment_tracking=%7B%22tn%22%3A%22R9%22%7D
…alle cui “passeggiate” questo verbale dice che Toscano ha partecipato:
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=1291422367610476&set=gm.968990619898263&type=3&theater
Michele De Luisi, del coordinamento nazionale della sezione giovanile del PRC (immaginate a chi cadrà nella mani il partito tra qualche anno), condivide articoli e mette “mi piace” a commenti nello stile della peggiore destra:
https://www.facebook.com/dontstolebikeplz/posts/1332669496814652?comment_id=1332676383480630&comment_tracking=%7B%22tn%22%3A%22R0%22%7D
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=297448743965301&set=a.163708414006002.1073741827.100011005334647&type=3&theater
…e qui illustra che cosa pensa la sua opinione sullo ius soli:
https://www.facebook.com/dontstolebikeplz/posts/1365412426873692
Leonardo Cribio, candidato due volte alle comunali a Milano, sul proprio diario Facebook ci espone le sue posizioni su:
– Marine Le Pen, di cui condivide questo video in cui la presidentessa del FN esprime le proprie posizioni xenofobe:
https://www.facebook.com/leo.bi.5682/posts/1929042327365279
– Immigrazione:
https://www.facebook.com/leo.bi.5682/posts/1980839425518902?pnref=story (si noti che Luigi Ciancio lavora per il blog neofascista Oltre la Linea, reincarnazione di Azione Culturale di Alessandro Catto: https://www.facebook.com/luigi.cianciocelex/about?lst=100016515488597%3A100002704609186%3A1495536153 )
– ONG che salvano vite:
https://www.facebook.com/leo.bi.5682/posts/1968025510133627
– Etnicizzazione gitanofoba della cronaca dalla TV spazzatura: https://www.facebook.com/leo.bi.5682/posts/1903885686547610
Ora, Cribio è famoso per quell’uscita sulle foibe che gli costò le dimissioni da consigliere comunale. Tuttavia, se avesse espresso le sue posizioni davanti ad un brigata titina, magari davanti a dei partigiani jugoslavi di origine romaní, ho l’impressione che una visita speleologica in qualche anfratto del Carso se la sarebbe guadagnata.
Almeno alcune idee di questo Cribio sono condivise da Alessandro Pascale:
https://www.facebook.com/aureliano.buendia.1985/posts/10155383568930053
Pascale, come Gimona, è dirigente nazionale di Rifondazione e come Gimona fa parte del gruppo dei contributi alla pagina terzaposizionista Fronte del Popolo:
https://www.facebook.com/groups/1076551472426687/?order=&filter=&member_query=pascale&view=members
Sarà che secondo Pascale, se non fosse per il reclutamento di “un ampio esercito industriale di riserva” costituito dai pari di `Abd-es-Salam Ed-Danf a quest’ora “la feroce lotta di classe con cui gli [italici] operai cercano di migliorare la propria condizione” avrebbe trionfato?
https://www.facebook.com/groups/iscrittirifondazionecomunistamilano/permalink/1056620287803360/
Certo avere immigrati, e i loro figli cui certi di questa gente negherebbe persino il diritto ad essere italiani, ricattabili in quanto obbligati alla clandestinità e senza neanche il diritto alla rappresentanza democratica conviene ai padroni, ed aizzargli contro un sottoproletariato ed un’aristocrazia operaia (in senso maoista) autoctoni che vedono nel proletariato del Terzo Mondo un nemico da lasciar annegare in mare, come gli operai inglesi contro quelli irlandesi di cui parlava Marx nella lettera a Meyer e Vogt del 1870, giova al capitale, ma qualcuno preferisce fare il gioco di quest’ultimo sostenendo la logica del “prima i nostri”.
A queste porcate rispondo con due passi che illustrano l’unica posizione che chi sia degno di chiamarsi comunista può avere:
“Non c’è dubbio che solo l’estrema povertà costringe gli uomini ad abbandonare la patria e che i capitalisti sfruttano nella maniera più disonesta gli operai immigrati. Ma solo i reazionari possono chiudere gli occhi sul significato progressivo di questa migrazione moderna dei popoli. La liberazione dall’oppressione del capitale non avviene e non può avvenire senza un ulteriore sviluppo del capitalismo, senza la lotta di classe sul terreno del capitalismo stesso. E proprio a questa lotta il capitalismo trascina le masse lavoratrici di tutto il mondo, spezzando il ristagno e l’arretratezza della vita locale, distruggendo le barriere e i pregiudizi nazionali, unendo gli operai di tutti i paesi nelle più grandi fabbriche e miniere dell’America, della Germania, ecc.”
V.I. Ul’janov in “Il capitalismo e l’immigrazione operaia”.
“Le conquiste di quella parte del proletariato che si trova in una condizione più favorevole, saranno sempre messe in pericolo finché ne godrà solo una minoranza […] Ciò vale per le masse all’interno di un paese, come per tutto il mercato mondiale. Un proletariato di avanguardia può mantenersi solidarizzando, appoggiando quelli che sono rimasti indietro, e non separandosi da essi, non distaccandosene, non opprimendoli. Laddove, sotto l’influenza di un miope corporativismo, il proletariato segue questo ultimo metodo, questo prima o poi fallisce e diviene uno dei mezzi più pericolosi per indebolire la lotta di emancipazione proletaria”.
V.I. Ul’janov in “Marxismo e imperialismo”.