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Pensioni: Renzi come Lauro

Leggenda racconta che il sindaco monarchico fascista di Napoli, Achille Lauro, negli anni 50 distribuisse ai suoi elettori la scarpa sinistra prima del voto e quella destra dopo, in caso di vittoria.

Matteo Renzi sta facendo la stessa cosa con le pensioni. Ha annunciato che nella legge di stabilità per il 2017 ci sarà la possibilità per alcuni di andare in quiescenza prima di quanto imposto dalla tagliola Fornero. Come si sa la legge di stabilità si vota in autunno, cioè dopo che sarà stato effettuato il Referendum costituzionale, che il presidente del consiglio vuole sia un plebiscito sulla sua persona.

Ma Renzi sembra Lauro non solo per la sfacciataggine elettorale, ma anche per la miseria di ciò che promette.

Andando a guardare la sua proposta si capisce che essa non tocca nulla della Fornero. Cioè l’età della pensione resta follemente a 67 anni che marciano verso i 70. Solo a chi è nato nel 1951, 52, 53 avrà la possibilità di andare in pensione tre anni prima della scadenza, una volta compiuti 64 anni. Una volta passata questa drastica selezione, i beneficiati, se vorranno, potranno finire di lavorare, ma l’assegno pensionistico sarà tagliato. Quindi un provvedimento una tantum per poche migliaia di persone che, guarda caso, corrisponde ai bisogni di alcuni grandi aziende, e soprattutto delle banche, di tagliare il personale più anziano. Che ci rimetterà per il resto della vita sul valore della pensione. Per tutti gli altri milioni di lavoratori il sistema pensionistico manterrà inalterata tutta la sua vergognosa iniquità.

Intanto però, come al solito, l’effetto annuncio dilaga nei mass media e Renzi viene presentato come quello che cambierà le pensioni, dopo il referendum. Non so come fosse quella di Lauro, ma quella dal presidente del consiglio è una offerta di poche scarpe vecchie che offende i lavoratori e i cittadini. Avanti con il NO alla controriforma costituzionale.

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