Questo martedì, 16 ottobre, all’alba, il procuratore di Parigi, agendo sotto gli ordini diretti del Ministro della Giustizia, ha fatto scattare una grande operazione contro Jean-Luc Mélenchon, la France Insoumise, il Parti de Gauche e tutti i vecchi assistenti del presidente di France Insoumise.
Un attacco basato su elementi fantasiosi. Si tratta di una parte della denuncia di un’eletta dell’estrema destra, Sophie Montel, che ha confessato di non essere seria. Ha parlato in effeti di una “presa in giro”.
Per quanto riguarda i resoconti delle campagne per le elezioni presidenziali del 2017, la commissione nazionale dei conti delle campagne politiche ha convalidato il 13 febbraio 2018 i conti di Jean-Luc Mélenchon senza alcuna irregolarità. Questo non è il caso di quelli di Emmanuel Macron, per i quali sono state rilevate irregolarità. Per dimostrare pubblicamente la sua onestà, Jean-Luc Mélenchon ha richiesto l’8 giugno 2018 il riesame di tutti i conti delle campagne elettorali.
Emmanuel Macron e i suoi collaboratori non devono subire queste persecuzioni. Eppure hanno beneficiato di donazioni irregolari per la loro campagna presidenziale. Il Presidente della Repubblica ha anche beneficiato di grossi sconti dai suoi amici per diverse prestazioni. Perché non è stata aperta alcuna indagine preliminare? Perché il presidente del CNCCFP [Commission nationale des comptes de campagne et des financements politiques, ndt] ha trascorso il suo tempo a difendere i conti di Macron? Centra con il suo aumento salariale del 57% nel giugno 2018?
* Traduzione a cura di Andrea Mencarelli del comunicato ufficiale di La France Insoumise, pubblicato su: https://lafranceinsoumise.fr/2018/10/16/coup-de-force-policier-judiciaire-et-politique-contre-jean-luc-melenchon-et-la-france-insoumise
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