Il diktat della Commissione Europea al governo è inaccettabile. E non perché sia giusta la finanziaria del governo italiano, con misure solo annunciate e tutte da chiarire, come quelle su pensioni e reddito. E con scelte scandalose, come il condono per tasse evase fino a 500.000 euro di reddito in 5 anni. E neppure il diktat UE è inaccettabile solo per la sua difesa ottusa della legge Fornero.
No. Il diktat UE è inaccettabile proprio per i trattati ed i patti a cui si ispira, da quello di Maastricht, al Patto di stabilità e crescita, al Fiscal Compact. Questo insieme di accordi, tra il 1992 e il 2013, hanno costruito un sistema burocratico ed autoritario che impone una sola politica economica, quella liberista e di austerità. È una scelta politica fatta da tutti i governi europei, scelta che quegli stessi governi hanno voluto rendere stabile affidandola a regole sempre più rigide e feroci.
La Grecia é stata la cavia di questa medicina, ma tutti i popoli europei, di più quelli meridionali, l’hanno subita e così hanno perso diritti sociali e libertà tornando indietro di decenni.
Non è dunque l’esecuzione delle regole che va contestata, come invece fanno i gialloverdi, ma sono quelle regole in sé che non vanno. Il pareggio di bilancio, quando si hanno milioni di disoccupati e poveri, è un atto di criminalità economica, che aumenta le disuguaglianze e favorisce la concentrazione della ricchezza in poche mani sempre più rapaci.
Ma proprio qui emergono tutte le contraddizioni, l’opportunismo e le improvvisazioni di Salvini e Di Maio.
Essi hanno pensato da un lato che una politica feroce verso i migranti li unisse a quei governi europei che da tempo fanno quella stessa politica. Dall’altro hanno fatto i furbetti, tentando di mettere in discussione i vincoli europei di nascosto. Infine hanno cercato di ottenere il massimo di consenso elettorale dando o promettendo a tutti qualcosa.
Insomma sono andati allo scontro con la UE senza mettere in discussione davvero le politiche di austerità con un programma alternativo ad esse, non hanno contestato i vincoli del fiscal compact, ma hanno solo cercato di allargarli un po’, non a caso cercando di giustificarsi coi governi precedenti. Insomma hanno stuzzicato la tigre, come quei bulli incoscienti che vogliono fare i gradassi negli zoo e finiscono sbranati.
L’errore più grave di Salvini e Di Maio è stato quello di credere davvero che l’avanzata delle forze sovraniste reazionarie nel Nord Europa creasse più spazi per loro. I due poveri sciocchi hanno creduto davvero che i governi ed i partiti che rifiutavano la solidarietà sui migranti fossero poi più solidali sulla flessibilità dei bilanci. Ovviamente non é così, la UE fortezza contro i poveri non vuole certo cambiare le politiche liberiste, ma rafforzarle.
Ma davvero si può credere che chi dice “basta all’accoglienza”, poi sia disposto ad accettare che gli italiani . che accusa di essere fannulloni e spreconi – aumentino la spesa sociale? Non un solo governo UE ha difeso quello italiano, e i più duri sono stati proprio gli amici di Salvini, a partite dall’austriaco Kurz, che ha subito affermato che il suo paese non pagherà il debito dell’Italia. Salvini e Di Maio han voluto fare i furbi e son stati fatti fessi.
La UE sta già cambiando, ma in peggio e contro di noi.
Che farà ora il governo italiano? Cercherà di salvarsi la faccia limitando i danni; non potrà piegarsi, ma neppure potrà andare alla rottura con la UE. Ne verranno fuori mesi di intrighi e e pasticci, anche perché la stessa UE il risultato lo ha già ottenuto: ora si gioca sul suo campo. Il solo vantaggio che resta al governo é la stupidità della opposizione “europeista”del PD e di Berlusconi. Ma anche questo vantaggio non potrà durare all’infinito. E alla fine si arriverà al, questione vera: disobbedire sul serio al liberismo della UE o piegarsi ad esso.
Noi che, ricordando Don Milani, sosteniamo il dovere della disobbedienza contro le leggi ingiuste e per questo stiamo con Mimmo Lucano, solo noi abbiamo tutta la coerenza necessaria per dire no alle regole ingiuste della UE, per dire no a Riace come Bruxelles.
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