Un appello alle popolazioni di tutto il Meridione
Le migliaia di firme raccolte in pochi giorni dall’appello “Il Sud Conta!”, le tante prese di parola e di denuncia con articoli di stampa e pubbliche conferenze, la prima manifestazione del 15 Febbraio 2019 sotto palazzo Montecitorio a Roma, dove le realtà civiche, associazioni e attivisti dei territori dell’area metropolitana di Napoli e l’Unione sindacale di Base hanno manifestato pubblicamente la loro contrarietà all’accordo sul regionalismo differenziato tra Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna con il governo italiano hanno rappresentato un forte campanello d’allarme ed una chiamata ad una diffusa mobilitazione.
L’attenzione plurale posta su questo provvedimento, che stava per essere approvato nel silenzio più totale ed escludendo, di fatto, il Parlamento da ogni dibattito e presa di posizione, ha costretto il Governo a rinviare la ratifica di tale accordo.
Il diffondersi di un sentimento di viva preoccupazione tra l’opinione pubblica ha imposto a tanti parlamentari eletti e residenti al Sud di manifestare le proprie perplessità nelle sedi istituzionali.
Le numerose denunce di contrarietà all’accordo hanno avuto l’effetto di far slittare, a data da destinarsi, la ratifica che doveva essere siglata il 15 febbraio scorso con le relative conseguenze antisociali a tutto campo.
Tale posticipazione è un primo risultato ma non deve fare abbassare la guardia e la mobilitazione.
La “road map” istituzionale e normativa per il raggiungimento dell’intesa tra il governo e le regioni sopracitate non è finita, non si conoscono i prossimi tempi della discussione istituzionale né li si vuole rendere pubblici.
Se tale provvedimento dovesse essere reso effettivo grave sarebbe lo sconvolgimento degli equilibri costituzionali del paese con forti conseguenze sulle finanze pubbliche tali da mettere in atto una vera e proprio secessione economica. Una discriminazione che si farà sentire in particolar modo nelle regioni del sud, ammantata da una legittimazione razzista che rimuove la realtà storica e sociale di un paese già caratterizzato da un modello di sviluppo profondamente asimmetrico.
Non possiamo permettere che si attui – anche se dovesse avvenire in forme parzialmente diverse da come era stato preventivato – la manomissione dei diritti, del welfare e dell’intero sistema dei servizi sociali ed infrastrutturali dei territori meridionali, istituzionalizzando un modello di cittadinanza differenziale.
Il partito trasversale degli interessi dei poteri forti del Nord/Italia, che ha come azionista di maggioranza sicuramente la Lega, ma che vede la complicità anche degli altri partiti tanto al governo quanto all’opposizione, punta a ratificare il patto sul regionalismo differenziato il prima possibile e il momentaneo rinvio ha più il sapore di una scelta tattica, in attesa delle elezioni europee, che di un vero ripensamento.
Non ci si può aspettare che questo processo cambi verso spontaneamente, garantendo diritti che era pronto a calpestare.
E’ fondamentale perciò che dopo la passività e la disinformazione che soprattutto nel meridione hanno compromesso una vera partecipazione democratica e decisionale nasca oggi dal basso una stagione di protagonismo civico delle popolazioni che vogliono prendere in mano le decisioni sul proprio futuro promuovendo la nascita di iniziative e reti autonome di comitati territoriali in tutto il sud.
Vogliamo continuare a diffondere l’appello de “il Sud conta.org” e condividere le scelte per le future iniziative e mobilitazioni così da amplificarne il sostegno e la partecipazione.
E’ necessario perciò un importante momento pubblico di confronto che coinvolga i tantissimi firmatari dell’appello così come quanti vogliono continuare a tenere alta l’attenzione sul tema del “regionalismo discriminatorio”. E’ il tempo di costruire consensualmente una contro proposta di intenti e di mobilitazione dove le tante componenti civiche, politiche, sociali e culturali che si oppongano a questo scellerato accordo possano riconoscersi.
Vogliamo costruire una vera e propria piattaforma di rivendicazioni che metta al centro la lotta contro un operazione che non valorizza per niente le autonomie ma che invece accentua disuguaglianze sociali e territoriali, e promuovere azioni e mobilitazioni popolari, fino alla convocazione di uno sciopero generale contro il federalismo differenziato.
Per questi motivi convochiamo a Napoli, nella giornata del 9 Marzo, un’assemblea di confronto, con movimenti, associazioni, organizzazioni politiche e sociali, singole personalità alle ore 16.00 presso il Cinema Astra in Via Mezzocannone, 109.
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