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18 Giugno, sciopero per ripartire

Il 18 giugno è un giorno che può segnare la ripresa della lotta di classe nel nostro paese.

Prima di tutto scioperano per ventiquattro ore i lavoratori della logistica, quei facchini che hanno lavorato sempre e di più durante la pandemia e che hanno fatto balzare in alto i profitti di tutti i padroni del settore. Un settore dove la catena dello sfruttamento arriva alle grandi multinazionali da un lato, alle cooperative di caporalato dall’altro. E dove il fascismo aziendale viene esercitato in tutti modi per mantenere sottomessi i lavoratori.

Fino allo squadrismo criminale che ha colpito i lavoratori alla FedEx TNT di Lodi e alla Texprint di Prato. Ora i sindacati che lottano nel settore, il SiCobas, la USB e tutti i sindacati di base, superando divisioni e contrapposizioni, hanno deciso di proclamare assieme lo sciopero. È una scelta di grande intelligenza che darà i suoi frutti in tutto il mondo del lavoro.

Nel trasporto aereo tutti i sindacati, compresi quelli confederali che quando scioperano fanno davvero notizia, fermeranno l’attività per quattro ore. Per il massacro industriale e sociale che il governo , la UE e le grandi compagnie stanno organizzando in Alitalia, in Air Italy, in tutto il settore.

Infine il 18 scioperano con la USB i lavoratori della giustizia, perché la politica fa finta di non sapere che se di vuole una giustizia giusta bisogna che ci sia il personale adeguato, dopo anni di tagli e precarietà.

Il 18 giugno scioperano lavoratrici e lavoratori con storie e condizioni molto diverse tra loro, operai ed impiegati, precari e con un contratto più stabile, privati e pubblici, migranti e italiani.

Ognuno sciopera per le proprie ragioni e i propri interessi, ma tutti assieme hanno lo stesso nemico: la scelta dei padroni privati e del potere pubblico di far pagare ai lavoratori tutti i costi. I costi degli affari, quelli delle ristrutturazioni,quelli dei tagli al sistema pubblico.

Quella del 18 giugno non è ancora la risposta che serve per ribaltare i rapporti di forza con la Confindustria, le multinazionali ed il loro governo. Però è un passo importante nella strada giusta. E altri ne seguiranno, a partire dalla mobilitazione contro lo sblocco dei licenziamenti e contro tutta la politica classista e padronale di Draghi.

Forza compagne e compagni: basta piangere, è ora di lottare.

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