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Un’altra vittima dell’odio di classe dall’alto

L’uccisione di Adil a Biandrate, a pochi chilometri da Novara, segue di pochi anni quella di Abd El Salam. Due sindacalisti combattivi, espressione di una conflittualità che sta mettendo in difficoltà i padroni della logistica.

A differenza dell’uccisione di Abd El Salam, quella di Adil si colloca però in una congiuntura economica particolare, di uscita dalla fase più acuta della pandemia, nella quale i piani padronali sono quelli di un rilancio complessivo della macchina industriale, mai fermatasi ma sicuramente azzoppata dalle difficoltà dei vari lock down.

Per rilanciare l’economia italiana, essenziale per la tenuta del progetto imperialista europeo, la UE e i suoi ventriloqui locali hanno imposto Draghi alla Presidenza del Consiglio, al fine di veicolare i desiderata delle multinazionali e di Confindustria attraverso i soldi del Recovery Fund.

La logistica e’ un settore strategico per il rilancio complessivo dell’economia. L’omicidio di Adil non e’ un “incidente di percorso”, ma una indicazione aziendale di totale intransigenza contro un segmento conflittuale e determinato della nuova composizione di classe, come emerge con chiarezza dai recenti pestaggi alla Texprint di Prato e alla FedEx Tnt nel Lodigiano.

Da Novara arriva un segnale molto chiaro a tutto il movimento di classe italiano, di lotta di classe “dall’alto”, che intende fare tabula rasa di diritti e garanzie, di cui la vergognosa campagna conto il reddito di cittadinanza è un’altra velenosa espressione.

Al movimento di classe, al sindacalismo conflittuale e indipendente, ai rivoluzionari e ai comunisti che si battono nel nostro paese contro la barbarie capitalista spetta formulare l’adeguata risposta.

Esprimiamo tutta la nostra vicinanza, le nostre condoglianze e la solidarietà alla famiglia di Adil, alle compagne e ai compagni del SiCobas.

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