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Il governo Draghi si è incartato su omicron e Covindustria tira dritto

Fra un po’ facciamo due anni di pandemia e non se ne può più. La variante omicron sta davvero sparigliando le carte mandando all’aria i buoni risultati della campagna vaccinale.

Onde evitare di inerpicarmi in dettagli su argomenti riguardo ai quali non possiedo alcuna competenza specifica, riporto di seguito due tweet del 22 dicembre scorso di Giorgio Gliestro, che è Neurobiologo e Professore Associato (SL) presso l’Imperial College di Londra.

Poche semplici righe che spiegano cosa è davvero #omicron: “Vediamo se così si capisce: in questi giorni nel Regno Unito omicron ci sta regalando 100.000 positivi al giorno e di questi il 4‰ (400) finirà ricoverato. Delta qualche settimana fa ci dava 30.000 casi al giorno e il 7‰ finiva ricoverato (210). Ma non finisce qui! Delta raddoppiava quel numero di ospedalizzati ogni due settimane. Omicron raddoppia quel numero ogni due giorni. Così è più chiaro?“.

Gravissime sono state, fin qui, le inadempienze del governo Draghi in ordine alla totale inadeguatezza dei tracciamenti; al mancato rafforzamento della sanità, sia territoriale che ospedaliera pubblica; alla immutata situazione dei trasporti; alla evidente insufficienza dei provvedimenti sulla situazione delle scuole.

E tutto ciò a fronte di una situazione che era ampiamente prevedibile e che non potrà essere di certo essere contrastata efficacemente da un’ennesima farraginosa babele di misure che cambiano continuamente e che la gente ormai fatica a seguire.

Che senso ha, allora, la proroga dello “stato di emergenza” se poi non si affronta in modo adeguato l’emergenza sanitaria?

Rispetto a quest’ultima domanda, forte è il sospetto che si usi lo stato di eccezione non per garantire la salute pubblica, ma per mettere in sicurezza i grandi interessi privati ed, allo stesso tempo, tenere un po’ a bada i settori sociali corteggiati più esplicitamente da una parte della maggioranza di governo.

E così, cercando di gestire alla bell’e meglio una situazione di prolungato caos, assai probabilmente si stanno mettendo nel conto altre decine di migliaia di morti da offrire in sacrificio alla “loro” ripresa.

Diversamente non si spiegherebbe perché il governo sia, tutto ad un tratto, divenuto così “sensibile” alla spinta demenziale delle Regioni, scegliendo di traccheggiare e minimizzare la situazione proprio per non intralciare le imprese (ovvero, la produzione ed i profitti) rischiando così seriamente di provocare un’altra ecatombe simile a quella che avvenne nella bergamasca e nel bresciano, un anno e mezzo fa.

E poi come è finita le altre volte che abbiamo iniziato dicendo “non si può bloccare il paese” in questi due anni? Male, molto male.

Nel mondo, ad oggi, si contano 287 milioni di casi e 5,46 milioni di morti per e da coronavirus. Perché in Cina – paese che, da solo, fa quasi un miliardo e mezzo di abitanti – si contano soltanto 102.00 casi e 4.636 decessi? Come si spiega il bassissimo impatto che la malattia ha avuto in un paese così grande e complesso?

A parte piccoli focolai sporadici, il grandissimo colosso asiatico è infatti riuscito a fermare la diffusione del covid19 sin dalla primavera del 2020 e la popolazione ha ripreso una vita quasi normale. Una «vittoria» momentanea della Cina sul virus di cui, in occidente, nessuno parla.

Di sicuro il governo cinese ha scelto di applicare, sin da subito, una drastica politica di prevenzione mediante una gestione ferrea dell’emergenza sanitaria ed un controllo quasi militare finalizzato al rigido rispetto delle regole sanitarie da parte della popolazione.

A ciò si aggiunge la riduzione drastica dei movimenti di persone verso l’esterno e dall’interno del paese oltre alle rigide quarantene imposte a tutti gli stranieri in visita o di passaggio dal paese. Ed ha avuto certamente il suo peso la forte ripresa del mercato interno.

Ma, soprattutto, ciò che ha contato davvero tantissimo è stata la totale mancanza di subordinazione e di sudditanza del decisore politico nei confronti delle forze economiche del paese.

Quest’ultimo fondamentale fattore ha permesso di fare ciò che altrove non è stato fatto oppure è stato messo in atto con notevole e colpevole ritardo: brevi ed intensi lockdown con la rapida istituzione di zone rosse impenetrabili laddove, di volta in volta, si ravvisavano dei focolai del virus.

La Cina ha resistito anche alla variante delta proveniente dalla vicina India e pare non sia stata minimamente interessata dalla nuova variante omicron e, ad oggi, continua, a registrare solo alcune decine di contaminazioni giornaliere, quasi tutte “di importazione”.

Nulla a che vedere con le cifre catastrofiche registrate, solo per fare un esempio minimamente comparabile, con un paese come gli Stati Uniti (con meno di un quarto della popolazione cinese), in cui il coronavirus ha già totalizzato 54,2 milioni di casi e causato il decesso di 823.000 persone.

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8 Commenti


  • Pasquale

    L’occidente lascia correre il virus perchè la priorità è il profitto. La Cina blocca il virus perchè la priorità è la salute pubblica.
    In Cina è una lotta contro la pandemia, invece da noi si è innescata una lotta alle persone per difendere la pandemia.


  • Mauro Del Vecchio

    Non dimentichiamo però che la Cina è una DITTATURA per cui le libertà individuali contano poco o nulla. Facile quindi parlare di successo in una lotta che calpesta qualsiasi diritto (compreso quello di manifestare….)


    • Redazione Contropiano

      Balle. Persino un analista di Milano Finanza, però intellettualmente onesto e senza i paraocchi neoliberisti, riesce a cogliere che il meccanismo fondamentale nella gestione cinese del potere è “la ricerca del consenso”, ma attraverso “il miglioramento delle condizioni di vita della popolazione” (https://contropiano.org/news/politica-news/2022/01/01/tra-stato-e-mercato-la-cina-e-loccidente-neoliberista-0145335).
      E se si è lavorato abbastanza bene (la perfezione non è di questo mondo), succede che la popolazione si fidi delle indicazioni del governo e le segua. E comunque è una ben strana “dittatura” quella che mette la salute collettiva prima dell’economia, no?
      Qui, al contrario, sappiamo che il governo lavora solo per le imprese e per riempire le tasche degli amministratori. Si diffida perciò di ogni indicazione (persino quelle poche sensate) e si collabora alla propria distruzione. Come classe sociale e come singole persone.


  • Paolo

    Una domanda: i migliori – starei per dire straordinari – risultati della Cina non sono forse ascrivibili anche ai loro vaccini, da diversi dunque qualificare come migliori rispetto a quelli anglo-usa che ci hanno imposto in fretta e furia come unici?


  • giorgino

    da noi c’è una dittatura di classe, la piu sostanziale e subdola di tutte , e lo dico nonostante sia in disaccordo con i compagni di contropiano, che si ostinano a non vedere la relazione tra il capitale fittizio prodotto in occidente e lo sviluppo industriale cinese, un insieme unico che non puo essere considerato come se una parte fosse possibile senza l’altra, un insieme unico che appare sempre piu sulla via del crollo . .

    Ma poi, per sviluppare lotta ed autonomia di classe, serve per forza rifarsi ad un e sempio o “papa” straniero ?? E per convincere chi, la borghesia ?? I proletari lottano a partire dalle proprie condizioni materiali e non per estimazione delle politiche economiche cinesi, quello che una avanguardia deve fare è unificare e lotte. Talvolta puo sembrare che vi diate come scopo que sviluppare in italia un movimento di classe “con caratteristiche cinesi”…


    • Redazione Contropiano

      Per “sviluppare lotta ed autonomia di classe” NON “serve per forza rifarsi ad un esempio o “papa” straniero.
      Però occorre una visione generale dei processi storici ed economici che non sia dilettantesca, o fatta di speranze affastellate alla bell’e meglio.
      Per questo servono anche esempi concreti – che non sono ovviamente “clonabili”, viste le abissali differenze esistenti tra paesi e aree del mondo – che restituiscano la possibilità reale di fare altrimenti. Viviamo nella bolla del “non c’è alternativa” al neoliberismo, e anche la nostra gente (“la classe”, per dirla a nostro modo) non si accontenta di ipotesi fantastiche.
      Il cosa vuoi fare, il come farlo, attraverso quali tappe… Tutti ragionamenti dismessi da decenni, “a sinistra”. E la cui totale assenza – a parte appunto i sogni o le “liste della spesa” – ha contribuito grandemente a svuotarne la credibilità.
      Serve un movimento di classe “con caratteristiche italiane ed euromediterranee”, che sappia dove andare e come andarci.
      Possibile che non si sappia ragionare in modo concreto, senza appendersi a un’ideologia (falsa coscienza)?


  • giorgino

    mi riallacciavo al commento di mauro del vecchio ed alla risposta di contropiano


  • ndr60

    Qualcuno dovrebbe telefonare al Dottor Gliestro dell’Imperial College di Londra e dirgli che secondo l’Agenzia nazionale per la sicurezza sanitaria del Regno Unito (UKHSA), le persone ammalatesi a causa delle Omicron hanno un rischio di ricovero del 50-70% inferiore rispetto a quelle con la Delta. Che si mettessero d’accordo, almeno fra di loro.

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