Come prevedibile il gioco nella competizione globale si fa duro. All’indomani del discorso di Ursula Von der Leyen sulle ambizioni della Ue, la Francia, potenza di punta sull’autonomia strategica della Ue, ha scoperto che gli Usa e i suoi strettissimi alleati non gradiscono affatto le ambizioni europee. Per un altro verso l’alleanza militare dei “Big Five” (1) in funzione anticinese ha suscitato la dura reazione di Pechino.
Il governo australiano – membro storico dei Big Five – intende annullare il contratto con la francese Naval Group, che secondo le stime sarebbe potuto arrivare a costare 90 miliardi di dollari.
Il quotidiano “The Australian Financial Review”, ripreso in Italia da Agenzia Nova, riferisce che l’esecutivo guidato da Scott Morrison potrebbe unirsi ad un progetto a guida Usa-Regno Unito per un sottomarino a propulsione nucleare.
Il governo australiano potrebbe essere stato spinto a cambiare posizione dall’evoluzione della situazione strategica nella regione del Pacifico e dell’Asia sudorientale, in particolare per la contrapposizione frontale verso la Cina scatenata dagli Usa.
Gli Stati Uniti starebbero pianificando l’impiego della base navale di Perth per i sottomarini della classe Virginia, mentre il Regno Unito, che impiega sottomarini a propulsione nucleare, dovrebbe aiutare l’Australia nello sviluppo di reattori. Secondo fonti del quotidiano “Afr”, Morrison avrebbe provato a contattare il presidente francese Emmanuel Macron per affrontare la questione, mentre la prossima settimana il premier australiano si recherà in visita a Washington. “Afr” riporta inoltre che ieri a Canberra si sarebbe tenuto un incontro segreto fra i membri del governo in merito al programma di sviluppo navale del Paese.
La Cina dal canto suo ha duramente criticato l’accordo Usa-Australia sui sottomarini nucleari, nell’ambito della nuova partnership tra Usa, Gran Bretagna e Australia annunciata ieri presidente americano Joe Biden “per affrontare il XXI secolo e le sue minacce”, definendolo “estremamente irresponsabile”. Il portavoce del ministero degli Esteri Zhao Lijian ha aggiunto che l’iniziativa colpisce anche “gli sforzi di non proliferazione a livello internazionale”.
L’alleanza strategica tra Stati Uniti, Regno Unito e Australia nel settore della sicurezza ha così portato alla rottura del contratto da 56 miliardi di euro firmato da Canberra con la Francia per la fornitura di sottomarini. “E’ una pugnalata alle spalle” ha commentato il ministro degli Esteri francese, Jean-Yves Le Drian. “Sono in collera, questo non si fa tra alleati”, ha detto il ministro francese, ricordando che è stata “tradita” quella “relazione di fiducia” costruita tra Francia e Australia. Secondo il capo della diplomazia francese, il presidente statunitense Joe Biden, ha preso una decisione “alla Trump”.
Nel 2016 l’industria francese Naval Group era stata selezionata dall’Australia per la fornitura di dodici sottomarini a propulsione convenzionale. Naval Group avrebbe dovuto costruire 12 sottomarini ad Adelaide, uno dei punti cardine del programma di sviluppo navale australiano.
Secondo “Afr”, dopo la commessa, assegnata nel 2016, i rapporti fra Canberra e Naval Group sono peggiorati negli ultimi tempi per una serie di disaccordi relativi ai costi sempre maggiori, alle modifiche di progettazione, ai ritardi nel calendario e al coinvolgimento dei cantieri locali. Già a febbraio, secondo “Afr”, il premier Morrison aveva chiesto alle autorità militari di esaminare opzioni per un “piano B” del programma di sviluppo dei sottomarini. Anche l’opposizione laburista aveva denunciato i costi sempre maggiori dell’accordo con Naval Group, chiedendo al governo di rivedere il contratto.
Insomma, ormai più che di alleati si deve parlare di fratelli coltelli. E’ la competizione globale bellezza!!!
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(1) Come “Big Five” viene definita l’alleanza storica e strategica tra le potenze anglosassoni: Usa, Gran Bretagna, Canada, Australia, Nuova Zelanda. I primi tre fanno parte del G7. Questi paesi sin dal dopoguerra, hanno intessuto tra loro relazioni e collaborazioni strettissime sul piano militare, tecnologico e di intelligence, uno fra i più noti è il sistema “Echelon”. Lo hanno fatto al di fuori e indipendentemente dagli accordi in ambito Nato e molto spesso alle spalle dei loro alleati atlantici.
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