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Sulle elezioni regionali in Lazio e Lombardia

Le #elezioni Regionali del 12 e 13 febbraio si sono concluse con un vincitore indiscusso. No, non si tratta della destra, ma dell’astensione, che raggiunge cifre record: hanno votato solo il 37,20% degli elettori nel #Lazio e il 41,68% in #Lombardia.

Si tratta di una clamorosa diminuzione del 30% sul totale degli aventi diritto, rispetto ad appena 5 anni prima.

Quello del Lazio rappresenta addirittura il dato più basso per un’elezione regionale della storia dell’Italia Repubblicana.

Un dato che riflette la sfiducia ormai cronica di milioni di persone nei confronti di un sistema rappresentativo che tradisce qualsiasi promessa tranne una: l’inesorabile declino delle condizioni materiali, culturali, di prospettiva di vita della maggioranza e l’aumento dei privilegi di una minoranza di ricchi imprenditori e dei loro rappresentanti politici.

La destra può inscenare grandi festeggiamenti e il centrosinistra duellare su chi ha perso di più tra le sue correnti, ma quello che arriva quaggiù è solo un’eco.

La gestione della crisi multipla (pandemica, bellica, energetica, economica) che ci è dato vivere ha accresciuto sideralmente la distanza tra i discorsi dei politici e chi tutte le mattine si alza per andare a lavorare.

Una sfiducia che però non si è tradotta (non ancora) in una mobilitazione popolare o in attivazione sociale: se le urne sono vuote, le piazze stentano a riempirsi.

Non l’astensione in sé dunque, ma la passività generale, l’assenza di speranza sono il nostro peggior nemico, perché senza protagonismo popolare, senza l’irruzione delle classi popolari sulla scena, nessun miglioramento radicale delle nostre vite è pensabile.

In questo contesto oggettivo chi pensava di fare un buon risultato con qualche artificio tattico, magari facendo da stampella a uno dei partiti responsabili dell’attuale sfacelo della sanità pubblica, ha dovuto ricredersi: il risultato è stato più magro del previsto.

Al contrario la partecipazione di Unione Popolare (1,5% in Lombardia, 0,9% nel Lazio) ha avuto il duplice scopo di mostrare come la costruzione di una piattaforma di resistenza democratica e sociale non si sia fermata alle politiche del 25 settembre, e di sottolinearne l’indipendenza e l’autonomia rispetto ai due grandi blocchi di potere esistenti.

L’obiettivo principale del progetto di UP resta infatti quello di federare chiunque – singoli o organizzazioni – non si rassegni alla passività generale e intende cambiare questo sistema alla radice: un lavoro lungo, ma che nel medio periodo deve avere da un lato l’ambizione di fare paura a chi pensa di comandare indisturbato e dall’altro di risvegliare le speranze sopite della nostra gente, fornendo una piattaforma di attivazione e un orizzonte programmatico di trasformazione del sistema politico ed economico.

Chiudiamo ringraziando le decine di migliaia di persone che hanno barrato il simbolo di Up e tutti e tutte i/le militanti – a partire dalle due candidate presidenti, Mara Ghidorzi e Rosa Rinaldi – che hanno sostenuto una campagna in pieno inverno e senza le quali e i quali la nostra presenza non sarebbe stata possibile.

Costruiamo l’Unione Popolare!

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9 Commenti


  • Manlio Padovan

    L’Italia è un paese fascista. Il popolo italiano è un popolo fascista e lo è perché di matrice cattolica. Qualcuno ha parlato di fascismo come autobiografia della nazione. Altri ha scritto di eterno fascismo italiano.
    Non che al fascismo interessi la religione o le sue regole per motivi ertici; al fascismo a al fascista la religione interessa come mezzo per coartare la coscienza delle masse popolari affinché non di diffonda lo spirito critico. E la religione ha lo stesso scopo.
    Fino a quando non ci sarà una forza che prenderà di buzzo buono, cominciando con il cancellare l’articolo 7 in Costituzione, il problema del rapporto con la chiesa, non si risolverà nulla e questo è il limite di UP. Qui non ho mai letto una presa di posizione forte a favore della laicità dello Stato e delle sue istituzioni: una seria e coraggiosa prersa di posizione. Il resto sono baggianate in confronto. Il rapporto con la chiesa riguarda l’economia, la finanza, la giustizia sociale, il senso di comunità, la politica, ecc. ecc..


  • Andrea Vannini

    Piena estate, pieno inverno, chi si accontenta gode. sono ‘solo’ 30 anni che le leggi elettorali sono delle truffe. alle partite truccate non vale la pena di partecipare. strade e piazze non urne. “la democrazia è il fucile in spalla agli operai”


  • Binazzi Sergio

    posso anche apprezzare la buona volontà dei compagni che si danno da fare sul tema delle elezioni ed altro, ma quando ci troviamo di fronte a una classe politica che se ne strafotte di tutti coloro che non hanno votato, e sono tanti, ma proseguono nella loro infinita spartizione di seggiole mi pare che si sbagli a pensare di aggregarsi a questo gioco demenziale. penso che si farebbe meglio a fare magari tanti banchetti e volantinaggi tra la gente, aggregarsi a quei purtroppo rari movimenti che nascono e vedere di radicarsi maggiormente tra il popolo che dei problemi ne ha tanti e che non ha nessuno che li rappresenta in parlamento. riuscire a strappare un parlamentare in un contesto simile mi pare che ci si accontenti di molto poco.


  • Franco Russo

    …. non ho parole … commento incredibile .. perdiamo, ma abbiamo ragione!!!! il risultato del politicismo e del verticismo nella costruzione di un movimento politico di sinstra alternativa al capitalismo (per altro transnazionale) contribuisce alla situazionea ttuale di ‘urne vuote e piazze vuote’
    Ogni tanto un po’ di autocritica non farebbe male … Democrazia proletaria si sciolse pur avendo l’1,7% dei voti e parlamentari, oggi invece con neppure l’1 % ci si continua a crogiolarsi in un progetto fallito in partenza.
    Costruire dal basso intorno a reali, anche se di modeste dimensioni, movimenti conflittuali, come l’USB e i movimenti nei territori e non intorno a presunte figure carismatiche che non spostano nulla
    auguri ! franco russo


  • Stefano

    E va bene, anche questa è andata! Naturalmente con le elezioni non si fa la rivoluzione ma allora perché non si riesce a capire che la partecipazione alle elezioni ha senso solo se è confortata da risultati e questi ultimi si possono ottenere solo se ci si coalizza? Sarà un caso che UP è andata meglio in Lombardia che nel Lazio dove era in competizione anche con il PCI? Errore alle politiche, errore alle regionali, ci prepariamo anche per sbagliare alle europee?


  • Manlio Padovan

    Ma per noi italiani c’è qualcosa di più: perché la religione cattolica dovrebbe avere uno Stato? Un potere temporale, non si dimentichi, nato perdipiù con il falso della presunta donazione di Costantino perché l’imbroglio e la menzogna sono da sempre nel loro DNA.
    Se per essere onesti, ci rifacciamo al significato delle parole, lo Zingarelli scrive:
    Religione: complesso delle narrazioni mitiche, delle norme etiche e salvifiche e dei comportamenti culturali che esprimono, nel corso della storia, la relazione delle varie società umane con il mondo divino.
    Stato: persona giuridica territoriale sovrana costituita dalla organizzazione politica di un gruppo sociale stanziato stabilmente su un territorio.
    Politica: scienza e arte di governare lo Stato.
    È evidente che, aldilà dello Stato teocratico che è uno Stato assolutamente incivile tanto che gli stessi Stati teocratici che esistono non vogliono essere chiamati teocratici – vedi Iran ed Israele – una religione non può avere uno Stato. Quando capita, come capita in Italia, di dover giustificare l’esistenza dello Stato del cattolicesimo si sono dovuti inventare uno Stato ambiguo e falso, assolutamente non democratico: un intrigo giurdico imbroglionesco di sacro e di profano, Santa Sede e Stato della città del Vaticano, con la CCAR che fa da cuneo per addormentare le coscienze dei fedeli e farli diventare muli; uno Stato che serve solo a garantire interessi del tutto materiali alla gerarchia che quella religione amministra. Ergo: perché una religione dovrebbe avere uno Stato?
    Si tenga conto poi del fatto che quando lo Stato di una religione ha potuto manifestarsi appieno, in piena libertà ed autonomia ideologica e politica come Stato Pontificio, ha dimostrato tutta la sua inciviltà in quanto nel 1870, aperta la breccia di Porta Pia ed entrati in Roma: Maleodorante di grasso e broccoli e piena di mendicanti…con un alto tasso di criminalità. Reato, poi, è anche avere un rapporto sessuale fuori dal matrimonio. Urbanisticamente assurda e priva d’ordine. Uno spettacolo di rovina unico al mondo. Questa è la città che si trovarono davanti i bersaglieri. (A. Di Pierro “la Repubblica/Robinson” del 12/9/2020)
    Aggiunge Corrado Augias: Quando il 20 settembre 1870, i bersaglieri entrarono a Roma, gli analfabeti erano il 78 per cento dei romani, si lavorava fino a 15 ore al giorno, i consumi erano poco al di sopra della sopravvivenza, le condanne a morte venivano eseguite in pubblico, gli abitanti erano una plebe indistinta e senza nome immortalata nel “monumento” eretto da G. G. Belli con i suoi sonetti…il Papa aveva una concezione molto arretrata e autoritaria dello Stato e dei rapporti con i sudditi, assai diversa per esempio da quella che gli “statuti” del 1848 avevano cominciato a introdurre in Europa, Italia compresa. (“la Repubblica” del 20/9/2003)
    Immaginiamo i secoli precedenti nello stesso Stato Pontificio che ha avuto 1000 anni, dal 500 al 1500, tutti per lui e in quel frattempo ha fatto solo porcherie e cazzate. E poi nel 1500 con la Controriforma ha fatto precipitare il paese in un baratro di barbarie che ancora dura con l’eterno fascismo italiano.
    Là dove maggiore è il potere della religione più profonde sono l’intolleranza, le diseguaglianze sociali e di genere, minore è la libertà. In modo minore di altri pure il nostro paese è servo e vile di una teocrazia straniera ed ogni giorno abbiamo prove dell’appoggio che i politici danno, per loro esclusivo interesse, a quella teocrazia e perché siamo da sempre un paese fascista. La DC fu il fascismo ammodernato: basti considerare l’opera della censura del delinquente Andreotti. E il PCI ci diede l’amnistia generale e l’articolo 7 in Costituzione…solo allo scopo di andare al potere! Così si ammorba la politica, l’economia, la finanza, l’educazione, l’istruzione, ecc. ecc..
    Il progresso è il nemico della chiesa, così come la ragione è la nemica della religione.
    Ma il potere ama lo sviluppo, non ama il progresso; perché lo sviluppo gli consente di riprodursi e di riprodursi più facilmente; così siamo costretti a vivere in un indeterminato irrisolto.
    E ci vuole molto per capire, visto il carattere egemonico della chiesa e della sua organizzazione a cupola e picciotti, che se una volta la CCAR ottenebrava le coscienze con le pratiche di religione oggi che la religione ha meno presa – basti pensare a come sono cambiati con la secolarizzazione il concetto di famiglia ed il rapporto di coppia – essa opera apertamente, come baricentro della finanza internazionale condizionando la vita del paese e del mondo? Coniugando come il solito e senza vergogna la flautata parola “amore” con gli ululati di lupo di comportamenti criminali e disumani.
    Ma se il potere della religione sulle coscienze si è ridotto, appare ancora più colpevole il comportamento dei politici e dei partiti e degli intellettuali; così siamo alla imbecillità storica dei ministri dell’istruzione che nel nostro paese si oppongono alla considerazione positiva di programmi di educazione alla sessualità e alla affettività nelle scuole che sono da sempre annullate nel loro ruolo di formazione dell’individuo. Siamo, credo, l’unico paese in sede UE a non voler considerare il problema con la serietà che esso merita se si considera che nel nostro paese non per caso avvengono frequentemente fatti aberranti legati proprio alla educazione sessuale.
    Il resto sono chiacchiere, ho già scritto: baggianate.
    Ecco perché anche UP non è credibile.


    • Redazione Contropiano

      Conclusione pregiudiziale per un excursus piuttosto noto, perlomeno da queste parti….
      UP è solo un’alleanza elettorale, al momento, la cui credibilità è tutta da costruire, se ci si riesce…


  • Mauro

    Collega di lavoro a tempo indeterminato buon stipendio due case di propietà due figli ben ‘piazzati’ a livello lavorativo vota Unione Popolare collega di lavoro a tempo determinato 500 € di affitto figlio disoccupato vota Fratelli d’Italia… cos’è che non torna?


  • enzo+guida

    il popolo lavoratore non crede a questo tipo di elezioni come le regionali del 2023, non crede neanche all’ unione popolare la situazione è tragica . Uno dei grandi mali di oggi non ci è più l’internazionalismo proletario , la lotta almeno a livello europeo , perciò vincono i nazionalismi alcuni anche fascistoidi .Enzo Guida

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