Menu

La vera emergenza non sono i migranti ma la crisi del capitalismo

Chi non conosce, o non vuol conoscere, non può gestire. E chi non sa gestire, reprime, nascondendo le reali cause del problema.

Si potrebbe sintetizzare così la razionalità di fondo dello stato di emergenza nazionale dichiarato dal governo Meloni a seguito degli arrivi di migranti registrati negli ultimi giorni.

Sono oramai 25 anni (la Turco-Napolitano è del 1998) che in Italia si giocano infinite partite elettorali e di consenso sulla pelle di chi, come noi, fugge a malincuore dalla propria terra e dai propri cari per andare a lavorare in un altro paese

Fuggiamo da un futuro rubato dalle ingerenze neocoloniali e imperialiste delle potenze occidentali, che portano via risorse naturali in cambio di siccità, debito e armi, inaugurando di fatto quei flussi che diventano immediatamente “emergenza” quando uranio, cobalto e bauxite si trasformano in uomini, donne e bambini.

Il governo promette più espulsioni tramite il rafforzamento dei lager italiani, i Cpr istituiti dal Pd, e un’ulteriore stretta alla ex protezione umanitaria, già smembrata dal governo Lega-M5S.

Tutto questo non fermerà le partenze. Fingono di non conoscere la miseria che ci lasciano in casa e l’inferno che ci preparano nel viaggio, ma per chi può il rischio continua a valere la candela, a maggior ragione nei prossimi sei mesi di mare calmo.

La disumanità della cultura del profitto ci rende o scarto da rispedire al mittente o merce da sfruttare alla bisogna. In questo, non siamo tanto diversi dai fratelli e dalle sorelle nati in Italia che lavorano al nostro fianco o emigrano a loro volta.

Ma i nostri arrivi sono il frutto della razzia della mondializzazione del Capitale, con il consenso delle élite politiche africane, vendute agli interessi del padrone di turno.

La crisi internazionale non fa che peggiorare la situazione di tutti i popoli, e chi era al limite della sopravvivenza non può che partire.

In un’era di crisi ambientale, stagnazione economica e allargamento del confronto militare, i flussi migratori sono destinati a diventare un fenomeno di massa strutturale.

In questo scenario, il governo Meloni decide che, nella giornata nazionale del mare (11 aprile), il Mediterraneo tornerà al centro della cronaca come il cimitero a cielo aperto più grande del mondo. La strage di Cutro è premonitrice.

La storia non vi assolverà. La vera “emergenza” è la crisi del capitalismo, il vero nemico è l’imperialismo occidentale e chi lo rappresenta, non certo chi in mare salva vite umane.

Connettersi, organizzarsi e mettersi movimento contro tutto questo è la sola risposta possibile per la costruzione di un futuro migliore.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *