Ovviamente apprezzando e sostenendo le molte iniziative già in corso (e soprattutto quelle che concretamente recano aiuti umanitari e soccorrono, accolgono e assistono tutte le vittime e tutte le persone che dalla guerra fuggono e alla guerra si oppongono), vorremmo aggiungere una cosa da fare che ci sembra utile più di ogni altra per contribuire da qui, in Italia, a far cessare le stragi in Ucraina: bloccare la fornitura di armi assassine.
E per bloccare la fornitura di armi assassine occorre bloccare con specifiche e adeguate azioni dirette nonviolente le fabbriche di armi, i depositi di armi, i trasporti di armi, i centri decisionali e le strutture tecniche che le forniture di armi assassine organizzano ed eseguono.
Fornire armi assassine dove è in corso una guerra significa partecipare a quella guerra, cosa esplicitamente vietata dall’articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana.
Non vi è infatti alcun dubbio che fornire armi assassine dove una guerra è in corso e dove quindi esse vengono usate per uccidere degli esseri umani (e tutte le armi sono usate sempre e solo per uccidere) significa partecipare alla guerra e alle stragi di cui essa consiste, e il citato articolo 11 della Costituzione è chiarissimo e inequivocabile al riguardo, aprendosi con queste precise parole: “L’Italia ripudia la guerra”.
Pertanto, un governo italiano che decide di fornire armi assassine a un paese in guerra è ipso facto in contrasto con la Costituzione cui ha giurato fedeltà, ed è quindi un governo fuorilegge, criminale, golpista. E chiunque in Italia cooperasse all’invio di armi assassine, o l’invio di armi assassine consentisse, sarebbe parimenti criminale.
è quindi diritto e dovere di ogni cittadino italiano opporsi all’invio di armi assassine dove una guerra è in corso.
Cosi’ come è diritto e dovere di ogni cittadino italiano opporsi a un governo golpista e a chiunque coopera alla commissione di stragi.
Come è possibile contrastare questo crimine?
Come è possibile fare qualcosa di concreto per salvare le vite di coloro che la guerra – che quelle armi assassine alimentano – uccide?
è possibile con l’azione diretta nonviolenta che blocchi le fabbriche, i depositi, i trasporti di armi.
è possibile con l’azione diretta nonviolenta che blocchi i centri decisionali e le strutture tecniche che quell’invio di armi assassine organizzano ed eseguono.
Naturalmente occorre:
a) individuare tutti i luoghi da bloccare ed organizzare adeguatamente il blocco della scellerata attività finalizzata all’invio di armi assassine ovvero all’uccisione di esseri umani;
b) formare adeguatamente le persone di volontà buona disponibili a partecipare a tali azioni dirette nonviolente.
La nonviolenza infatti richiede una specifica accurata preparazione e una completa conoscenza e consapevolezza del significato e delle conseguenze delle proprie azioni, che essendo non simboliche ma concrete espongono chi le esegue alle ovvie rappresaglie da parte dei poteri la cui azione criminale si vuole impedire.
La nonviolenza infatti, nel suo impegno per salvare tutte le vite, richiede una rigorosa coerenza tra i mezzi e i fini, una piena coscienza delle personali sofferenze cui si può andare incontro, una nitida disponibilità ad accettare di subire torti e persecuzioni senza reagire, a subire violenza senza opporre violenza.
A oltre un anno dall’inizio della guerra in Ucraina scatenata dall’invasione militare per volontà del folle e criminale autocrate russo, è ormai chiaro ad ogni persona che tutti i governi attivamente coinvolti nella guerra, che la guerra e le stragi hanno alimentato e tuttora alimentano e che hanno impedito fin qui ogni tregua ed ogni trattativa di pace, non intendono affatto porre fine alle stragi, non intendono affatto salvare le vite umane che ogni giorno la guerra distrugge, ma anzi cooperano alla prosecuzione, all’intensificazione e all’estensione delle uccisioni di esseri umani, ed accrescono il pericolo che la guerra si faccia mondiale e nucleare e possa distruggere l’intera umana famiglia.
Occorre quindi che siano i popoli ad insorgere nonviolentemente per contrastare questo abominevole massacro e il pericolo dell’apocalisse atomica.
Occorre quindi che siano i popoli ad insorgere nonviolentemente per imporre ai governi la cessazione della guerra.
Hic et nunc solo l’azione diretta nonviolenta può concretamente contribuire a fermare le stragi e ad imporre ai governi di cessare il fuoco e avviare trattative di pace.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite è il primo dovere.
Solo la nonviolenza può salvare l’umanità dalla catastrofe.
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