Dai miei tour settimanali tra i profili degli ultrà della NATO ne ho ricavato il quadro generale di quelli che sono i capisaldi del loro pensiero, che propongo qui di seguito.
Non si tratta di uno studio analitico, e dunque non ho la pretesa di fornire un rimando dettagliato dell’odierna ideologia liberal-militarista; lo si prenda come un’ipotesi di lavoro.
Tuttavia, l’elenco ha una sua attendibilità, per lo meno sulle principali coordinate ideologiche che accompagnano i discorsi dei fanatici dell’atlantismo; mai come prima d’ora, probabilmente, i pensieri che accompagnano la militarizzazione del liberalismo sono apparsi così chiari. Questo un primo elenco:
– Superiorità occidentale, con relativa arretratezza – intrinseca – del mondo non occidentale;
– Scontro di civiltà, che assume la forma del conflitto tra democrazia e autocrazia;
– Necessità del riarmo per contrastare l’insorgere di nazioni che mettono a rischio i “valori” occidentali (quelli espliciti, tipo libertà e democrazia, ma anche quelli impliciti, che in un certo senso contraddicono i primi, e cioè individualismo, mercato, finanza, concorrenza, profitto);
– Necessità di giustificare i propri comportamenti in termini etici e culturali;
– Assunzione acritica dell’eccezionalismo nordamericano, ossia del ruolo guida degli Usa, qualsiasi cosa essi facciano;
– Recupero esplicito del pensiero coloniale, per il quale solo noi occidentali possiamo aiutare gli altri popoli a raggiungere livelli più elevati di sviluppo;
– Applicazione di un doppio standard rispetto alla legalità internazionale e ai diritti umani;
– Rivendicazione del diritto di agire al di fuori dell’ONU per imporre sanzioni o risoluzioni militari di situazioni di crisi.
Queste caratteristiche appartengono in modo specifico ai “ceti riflessivi” – giornalisti, intellettuali, esperti, politici – e sono spesso, se non del tutto, interiorizzate, ormai parte consustanziale di un immaginario – e di un ethos – che ha tutte le caratteristiche di una religione.
Eppure, come facilmente constatabile, si tratta di un’ideologia che risponde alle esigenze strategiche di una parte ridottissima di popolazione occidentale, una piccola ma potente oligarchia che considera il mondo in termini di egemonia; in altre parole, si tratta di un’ideologia che non mira a migliorare la qualità della vita della comunità umana, bensì ad affermare privilegi privatistici – e, appunto, minoritari – nel controllo delle risorse.
Quella degli ultrà della NATO è un’ideologia imperialista.
Immagine: particolare della copertina della rivista di satira politica Puck, settembre 1909.
* daFacebook
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